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Appena finito il pranzo ci alziamo e puliamo il nostro vassoio.

< allora... Cosa ti piace di Seattle?> chiede Anna riponendo il vassoio vuoto vicino agli altri.

Non mi sono mai soffermata a riflettere sulle bellezze di questa città.

Mi ricordo perfettamente la sensazione che provai quando ci misi piede per la prima volta.

Il viaggio fu stancante; durò troppo.

Questo viaggio era dovuto alla pausa di riflessione di mia madre e mio padre.

Stavo nei sedili posteriori accanto a Trevor, lui leggeva fumetti giapponesi mentre io vomitavo ad ogni curva.

Volevo essere come lui, avere i suoi stessi gusti, allungavo il collo per riuscire a leggere qualche vignetta e fingere di divertirmi ma, quando ci provavo, mi tornava la nausea e tornavo a rigettare qualche cibo ormai mezzo digerito.

Ventuno ore in una macchina erano troppe e, infatti, ci fermammo in uno squallido motel dalle pareti grigie coperte di muffa e un'insegna luminosa scarica.

Mamma si mise a litigare con la proprietaria del posto perché pensava che 12 dollari a testa fossero troppi per un posto come quello.

Dopo una dozzina di minuti trovarono un compromesso: 9 dollari a testa.

Mamma, una volta arrivata in stanza, continuò a replicare che il prezzo non era ugualmente giusto.

Dormimmo poco quella notte e il giorno dopo ripartimmo presto.

Lo stacco tra il paesaggio visto durante il viaggio e quello di Seattle era evidente: prima campagne vuote e piene di erba secca poi grattacieli che sfioravano il blu e strade asfaltate che congiungevano ogni strada a molte altre.

Era una sensazione fantastica.

Passavo dal vivere in un condominio nell'estremo periferia di Phoenix ad una casa chic di Seattle.

Quel giorno mamma incontrò Robert che, al tempo, lavorava come camionista per una ditta di trasporto mobili.

Robert, dopo averci aiutato a scaricare i mobili acquistati per la nuova casa, insistette per prendere un caffè con mamma.

Tutte le notti, in ginocchio col volto rivolto verso la finestra e le mani congiunte attaccate al petto, pregavo perché i miei genitori  si rimettessero insieme.

Iniziai a odiare immensamente Robert quando mia mamma trasformò la pausa di riflessione con mio padre nel divorzio.

I primi giorni a Seattle furono i più belli.

Conobbi Alexis e Lucas e da loro non mi staccai più.

Li incontrai al Magnolia Park sulle giostre, Alexis era seduta sulla carrozza mentre Lucas sul cavallo.

Giocavano alla principessa e il cavaliere.

Alexis trattava Lucas con fare altezzoso mentre Lucas obbediva mostrando potere.

Mi aggregai al gioco fingendomi lo stalliere tenendo cibo immaginario vicino alla bocca di un cavallo di plastica.

Ora quella giostra ha chiuso per mancanza di finanziamenti.

Ritorno alla realtà.

< ti porterò a vedere il Magnolia Park e la Space Needle... Ti porterò in qualche zona della città ma niente più.> le rispondo di scatto.

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Hi follower. Non so se cambiare il nome alla storia oppure no.
Le proposte sono le seguenti:
1- mantenere il titolo "a beautiful mistake"
2- cambiare il titolo in " i hate you, i love you"
Fatemi sapere in un commento se la storia vi piace e la vostra proposta preferita.
Baci
Giulia

A BEAUTIFUL MISTAKEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora