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la giornata passa e non me ne accorgo.

sorrido, mi mostro felice davanti ai miei amici, agli insegnanti, ai compagni di classe ma sono morta dentro.

sono davanti a casa mia perché la scuola è finita.

passo la mano sopra la borsa e apro delicatamente la cerniera sentendo quel rumore tipico.

infilo la mia mano tremante nella borsa di pelle nera e cerco le chiavi tentando di sentire quel tintinnio che mi permette di trovarle.

infilo quella forma metallica nella serratura ma non riesco ad aprire la porta, non ho forze e questo mi porta ad accasciarmi a terra.

le mie spalle sono attaccate alla porta di legno.

il mio sguardo è perso, rivolto verso le macchine che passano, che sfrecciano via perché magari in ritardo ad un appuntamento o per mostrare la propria abilità alla guida.

osservo le case dell'isolato.

molte hanno i muri sbiaditi ed alcuni con graffiti offensivi sopra o simboli dell'anarchia di quella volta che c'è stata la manifestazione affinché non ci fosse un sindaco nella nostra città ma l'anarchia.

In quella manifestazione molti ragazzi hanno scritto messaggi sui muri delle case per essere letti e convincere le persone a seguire quell'idea stampata sul muro.

Anche il nostro muro era stato imbrattato di vernice spray ma mamma ha costretto me e Trevor a ripulire.

La porta alle mie spalle si apre e io casco fino ad arrivare con la schiena aderente al pavimento freddo.

" Ehi" mi accoglie Trevor con un sorriso radiante.

"Ehi" Dico forzando un sorriso

"Che fai stesa in terra?" Dice accennando una risata

"Ebete. Mi hai fato cadere tu" affermo mentre afferro la sua mano tesa al fine di aiutare ad alzarmi

"Devo studiare. dopo passo in camera tua. Devo parlarti di una cosetta."

"Bha non lo..." Dico prima che mi interrompa

"a dopo." Fa prima di ritirarsi in camera sua

Mi dirigo verso la mia camera.

Appoggio la roba di scuola e vado in bagno

Estraggo dal cassetto un vecchio rasoio di Robert e ne estraggo cautamente la lama.

La inizio a passare sul polso vicino alla cicatrice fatta anch'essa nello stesso modo.

Dal mio polso gronda sangue appiccicoso.

La paura inizia a divorarmi più del dolore che piano si fa sentire sul mio polso, il dolore è forte quanto una spada lucente che penetra lentamente un corpo inerme.

Una figura arriva e corre in mio soccorso, credo sia Trevor.

l'immagine della figura diventa sempre meno nitida mentre il dolore diventa lancinante.

Non vedo più nulla, sento solo l'intenso odore del sangue che mi da alla nausea.

Svengo.

la mia vista è annebbiata.

Sbatto un paio di volte gli occhi finché non riesco a mettere a fuoco il tutto.

Mi trovo in una stanza di ospedale dalle pareti bianco candido, su un letto con le coperte alzate fino alle ascelle.

Nel mio braccio è attaccato l' ago della flebo.

Su una sedia verde salvia è seduto Trevor, schiena in avanti, gli avambracci appoggiati sulle cosce e ansia sul volto che dimostra battendo la punta del piede a terra.

Tossisco.

Si volta di scatto e corre verso il letto.

"Grazie a dio stai bene" Esclama Trevor

" forza aiutami a scendere" Dico cercando di alzarmi dal letto.

"No. Sei stata stupida. Prima mi racconti cosa è successo."

"Non voglio pensare al passato. Voglio solo stare bene. Ora aiutami ad alzarmi."

"No, hai la pressione bassa e devi stare qui per un minimo di 2 ore secondo l'infermiera"

"Non raccontare nulla a mamma di tutto ciò" esclamo.

"Se mamma venisse a sapere che ho tentato il suicidio mi farebbe andare dallo psicologo" continuo

"Lo verrà a sapere ugualmente"

"Perpiacere non lo dire"

"Ma..."

"Ti scongiuro"

"Solo se mi dici perché lo hai fatto"

"D'accordo" rispondo tristemente.

"Hai presente la festa di martedì? "

"Sì perché? "

"Bhe Drake mi aveva confessato che gli piacevo.."

"Embeh? "

" e mi ha anche baciata"

" ti stavi togliendo la vita per un fottutissimo bacio?"

" cazzo Trevor fammi finire"

"Scusa"

"Beh alla fine ho scoperto che mi ha dolo usata per tornare con la sua ex"

"Ma io quello lo ammazzo " Dice dirigendosi verso la porta.

"Trevor non è il momento. ho bisogno del tuo aiuto in questo momento. Sto bene quindi aiutami ad uscire da questo ospedale di merda"

" va bene. Aspetta ti aiuto" fa cercando di sostenermi con un braccio poiché dono ancora un po' debole.

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A BEAUTIFUL MISTAKEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora