12.

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«Oh ma che stupida, non mi sono neanche presentata. Io sono Ariel, è un piacere per me conoscerla»
Era talmente presa dai suoi pensieri per Joe che si era dimenticata di presentarsi.
«Io sono Charlie, il piacere è mio!»
«Mi piace molto il suo nome» gli disse
«Anche il tuo mi piace, mia moglie si chiamava così»
«Davvero?» chiese lei sorpresa
«Si e le assomigli anche molto, mi ricordi davvero lei. Da giovane anche lei portava i capelli lunghi e lisci come i tuoi e odiava i suoi ricci. Si lamentava perché non le andava sempre di tenere quel cespuglio quindi li lisciava. Chissà quante volte le ho suggerito di tagliarli per evitare del lavoro in più»
Parlare di lei lo faceva sorridere, doveva essere davvero una brava persona, come lui dopotutto.
«Li ho tagliati solo una volta a caschetto, quando ero piccola, ho pianto per giorni.» disse Ariel ridendo
«Non volevo farmeli pettinare e quindi mia madre me li fece tagliare. Che brutti ricordi.» continuò ridendo
«Sono riuscito a farti ridere!»
«Si...grazie, ne avevo bisogno.»
«Figur-»
La porta della stanza si aprì e vidimo il dottore che mi faceva cenno di uscire
«Signorina, l'orario delle visite è finito, deve andare.»
Ariel annuì per poi voltarsi verso Charlie che le stringeva la mano
«Cara Ariel, mi farebbe davvero piacere se tu venissi a trovarmi di nuovo...e magari porta anche Joe»
«Ci conti, ci faremo un altra gran lunga chiacchierata Charlie»
«Grazie Ariel, grazie mille.»
Si alzò dalla sedia e gli si avvicinò lentamente lasciandogli un baciò sulla guancia destra.

Sarebbe tornata molto presto a trovarlo.

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