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Un mese dopo.

Tutto era ritornato alla normalità. La mia vita anche.
Ho venduto la casa che avevo a Seattle e sono andata a vivere con Thomas, la persona che ho più cara al mondo insieme a Charlie.
Charlie abita accanto a noi e assieme andiamo sempre alle feste in barbecue organizzate dai nostri cari vicini.
Tutti i morti di quel giorno furono portati via e i feriti in un altro ospedale; fortunatamente non tutti erano deceduti come pensavo.
Erano passati anche i tre giorni di lutto, terribili. I funerali sono stati strazianti. Io, Thomas e Charlie abbiamo lasciato un fiore per ognuno di loro. Tutta la gang, compreso Joe, furono condannati a 36 anni di ergastolo per tutte quelle morti e anche per le altre che erano state archiviate. A me non fece ne caldo ne freddo, ormai Joe era uscito dalla mia vita. Per me poteva anche suicidarsi in carcere. La bambina bionda, purtroppo, morì sul colpo come avevo pensato e per lei non ci fu niente da fare, lo stesso per il fratellino e i genitori che furono uccisi lì in ospedale.
Venni a sapere solo dopo qualche giorno da Charlie stesso che quella era la famiglia di suo figlio, l'unica famiglia che gli era restata e ora era rimasto solo.
O almeno credeva questo. Thomas e io eravamo i suoi amici, gli unici amici stretti che aveva e loro due lo stesso per me, non avevo amici stretti all'infuori di loro. Ma non perché non ne volessi altri, a me bastavano loro, stavo bene così.
Charlie fu sottoposto ad un intervento per rimuovere il tumore maligno e lo superò alla grande, fortunatamente. I dottori non erano sicuri sul fatto che il tumore non sarebbe ritornato più ma Charlie poteva stare tranquillo per molto altro tempo, aveva ancora una vita lunghissima davanti da vivere e io e Thomas non potevamo che esserne più felici.
Al suo contrario, Thomas, iniziò a soffrire di un deficit sull'attenzione, a causa dello spavento provocato da tutto quello che era successo nei giorni precedenti. Questo deficit non gli permetterà di stare sempre molto attento riguardo a quello che gli accade attorno ma l'importante è che stia bene.
Se sta bene lui, sto bene io.

"Fatti l'uno per l'altra" ci ripeteva sempre Charlie, e noi ci imbarazzavamo ogni volta che glielo sentivamo dire.
Perché sapevamo, che in fondo, aveva ragione.

Lui aveva bisogno di una cura ed io ero la sua unica medicina.

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