Medicine.

13.

Guardò verso la porta, il dottore era sparito.
Il suo sguardo cadde nuovamente sul ragazzo ricoverato accanto a Charlie, che intervento aveva subito?
Cosa gli è successo per essere finito in ospedale?
Si avvicinò al suo letto e guardò il led dove vi erano segnate tutte le condizioni: tutto sembrava normale.
«Charlie cosa gli è successo?» disse toccando la mano del ragazzo, era molto pallida e fredda, per non dire congelata.
Le sue labbra fine avevano perso quel colorito che sicuramente una volta aveva.
Aveva il naso all'insù e qualche neo qua e là.
Stringendo la sua mano notò che aveva un braccialetto, uno di quelli con le lettere colorate incise sopra. Tommy c'era scritto.
"Tommy, che bel nome" pensò
"Svegliati Tommy, qualcuno ti starà sicuramente aspettando"
Ignorava le parole di Charlie, Tommy era riuscito ad attirare maggiormente la sua attenzione in quel momento.
I suoi capelli combinati si abbinavano perfettamente al suo volto delicato, anch'esso pallido, su quale scorrevano alcune goccioline di sudore.
"Mi fa così pena, mi dole il cuore a vederlo così anche se non lo conosco" pensò per poi ritornare ad ascoltare Charlie.
«Non so, quando è arrivato non ero presente, so solo che si chiama Tom, così lo ha chiamato la ragazza che stamattina gli ha fatto visita»
«Ah capisco, qualcunque cosa abbia spero si riprenda presto» disse riappoggiando la mano del ragazzo sul letto
«Lo spero anch'io» rispose l'anziano
«Ciao Charlie, a presto»
L'anziano la salutò con la mano fino a quando non la vide uscire dalla stanza.
"Anche se dubito che si risvegli..." pensò fissandolo

Charlie non vedeva l'ora di rivedere la piccola e forte Ariel, le ricordava tanto sua moglie.
Non le aveva confidato che morì tempo fa in un incendio, l'avrebbe solo rattristita ancora di più.
Come abitudine, prima di dormire, iniziò a pregare.

Questa volta avrebbe pregato anche per lei, avrebbe pregato per la sua felicità e quella di Joe.
E anche per quel ragazzo, Tom, il quale aveva la vita appesa a un filo.