18.

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«Ariel, non lo penserei neanche se non fosse per il tuo bene. T-tu devi ascoltarmi..» disse ansimando
«Joe? Joe che hai?!»
«La scorsa notte m-mi hanno sparato e per aver fallito il mio compito, Espinosa mi ha rinchiuso qui e mi ha ridotto in questo m-modo...ugh...»
«COOOSA?!»
Ariel entrò nel panico assoluto appena sentite quelle parole.
Fortunatamente l'ospedale era a due passi, tirò il cellulare fuori dalla borsa e con le dita tremanti digitò il numero sulla tastiera.
«Pronto Ospedale Primario Delle Emergenze di Seattle, come posso aiutarla?»
«C'è un ragazzo ferito con arma da fuoco nel hotel accanto al vostro ospedale, siamo nella camera numero 2, sbrigatevi!»
«Arriviamo subito Signorina.»
Staccò la chiamata e scaraventò il telefono e la borsa accanto al corpo di Joe accasciato accanto a lei.
«Amore stanno arrivando, resisti ancora un po. Fallo per me.»
«Per te farei questo altro...se potessi...» disse abbassando il tono della voce
«TU PUOI. DEVI VIVERE PER ME.» tuonò cercando di tenerlo sveglio
«A-acqua..» chiese voltando gli occhi verso la dispensa
«S-si, arriva subito!»
Lo appoggiò al muro e si precipitò davanti al lavabo, spalancò gli sportelli superiori e li trovò due bottigliette d'acqua, ne afferrò una, levò il tappo e la portò immediatamente alla bocca di Joe.
Si riprese e riuscì ad aprire gli occhi, che aveva socchiuso poco prima.

Dopo qualche secondo la porta da cui era entrata si aprì...

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