29.

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"Thomas."

La sua voce lo distrasse dai quei brutti pensieri.

"Cosa c'è Ariel? Non piangere..."
"Apparte il fatto che se usciamo dalla stanza saremmo circondati da morti..." sospirò e riprese il discorso "Mentre venivi portato in sala rianimazione ti è caduto il braccialetto" disse indicandolo "Vedendo il braccialetto riconobbi che eri tu quello sul lettino con la vita in pericolo. Presi il braccialetto da terra e lo conservai per tre giorni, fino ad oggi. Ci tenevo a ridartelo di persona. Speravo con tutta me stessa di rivederti sano e vegeto."
"Te ne sono grata Ariel"
"Ero lì per Joe, lui era nella sala operatoria accanto. Poteva esserci chiunque lì"
"Ma c'eri tu per fortuna o non avrei più rivisto il mio braccialetto"
"Già"
"È tu stai bene, Ariel?" mi chiese Charlie
"Mi riprenderò prima o poi"
"Speriamo il prima possibile"
"Ne dubito.." risposi
"Sii positiva Ariel" mi confortò lui
"Devo andarmene al più presto da questo posto, devo ritornare a Seattle."
"Te ne vuoi andare?" chiese Thomas alzando la testa, annuii alla sua domanda, mi alzai dal letto e presi la borsa
"Non puoi andartene così"
"Non ho più niente da fare Thomas, ero venuta per cercare quel mostro..."
"Ora resta per me." disse sicuro prendendo la mia mano
"Cosa vuoi dire?"

Non disse niente, si avvicinò e mi strinse fra le sue braccia: quello era il nostro vero e primo abbraccio.

Non disse niente, si avvicinò e mi strinse fra le sue braccia: quello era il nostro vero e primo abbraccio

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