7. Milano

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Erano passati già dieci giorni dall'inizio dei miei firmacopie e, come previsto, tutto si era svolto per il meglio. Vedere tanta gente che supportava il risultato di un lavoro in cui ho messo l'anima, il cuore e tutto me stesso, mi rendeva davvero molto felice. Sentire migliaia di persone che cantavano le mie canzoni a squarciagola, che restavano ore sotto il sole per aspettarmi e per tornare a casa con una copia del loro CD firmato, stringere tra le mie braccia ognuno di loro, asciugare le lacrime di chi si emozionava di più e regalare un sorriso, questo era il motivo per cui vivevo.
Erano stati i giorni più veloci ed intensi della mia vita. Ricordo quando appena uscito da Amici avevo gli instore. Avevo la stessa felicità di oggi, nulla era mai cambiato se non la quantità di persone che mi supportano.
Mi trovavo in un hotel della Sicilia, in cui avrei passato la notte per poi dirigermi verso l'aeroporto.
Il giorno dopo avrei avuto un evento a Milano.
Anche lei era lì.
Avevo una paura incredibile di incontrarla, ma nello stesso tempo speravo comunque di vederla.
Sì, volevo vederla, sapere come stava e basta. Ero anche curioso di vedere a che punto era rimasto il nostro rapporto, se ci saremmo salutati con un freddo "ciao" o se saremmo andati a bere qualcosa insieme. Conoscendomi, sarei più per il secondo.
Conoscendola, cambierebbe strada pur di non incontrarmi.

Elodie
Ero in macchina verso Milano. Adoravo quella città, mi ha sempre affascinato e, nonostante nell'ultimo periodo ci fossi andata molte volte, mi affascina ancora tutt'ora. Quel giorno dovevo registrare l'ultima canzone del mio album, il duetto con Emma. Dato che lei si trovava lì per motivi lavorativi, avevamo deciso che saremmo andate in studio registrazione e poi avremmo passato insieme altri due giorni nella grande Milano.
Una volta arrivata andai a posare la valigia nel mio hotel. Era molto elegante e accogliente, molti cantanti alloggiavano lì poiché era abbastanza lussuoso e molto economico. Infatti anche Emma e la sua manager si trovavano in una stanza di quell'hotel.
Cercai la mia stanza, la numero 356, e posai il mio bagaglio.
Mi riposai una mezz'ora buona, postai una foto sui social per mostrare che ero arrivata a destinazione, quando ad un tratto mi comparve una foto.
Scorrendo su Instagram, infatti, vidi una foto di Lele, anche lui in una camera di un hotel, e come descrizione:
"Milano, it's a pleasure to be here.❤".
-Anche lui a Milano..- sussurrai, per poi posare il telefono sul letto e iniziare a prepararmi. Uscii dalla mia camera e mi avviai verso quella di Emma. Si trovava all'ultimo piano dell'hotel, in fondo al corridoio. O almeno, così mi avevano descritto la strada verso la stanza 563.
Bussai.
- We fenicottera!- mi disse lei, abbracciandomi.
- Brownie! Tutto apposto?- le chiesi, salutando anche Francesca, la sua manager, con una mano, dato che stava parlando al telefono.
- Sisi. Un po' stanca, ma felice. Ti vedo distrutta pure a te, ahahah, ti sta stressando il disco eh?!- mi disse, scherzando, dandomi una pacca sulla spalla.
- Mamma miaa! Ho un'ansia che non piaccia ai fan. Ho una paura di deluderli che non t'immagini!- dissi io, sospirando.
Lei sorrise.
- Posso capire benissimo, invece.- mi disse sincera, alludendo al fatto che lei aveva rilasciato già molti album.
- Dai entra.- mi invitò poi ad entrare, con un gesto della mano.

Lele
Dopo l'evento, stanco e felice, tornai in hotel. All'entrata salutai alcune fan che si erano appostate lì solo per poter avere una foto o un autografo da me e mi diressi verso la mia camera. La 322, terzo piano.
Presi l'ascensore e, seguito dal mio manager che portava in un grosso sacco i regali che mi erano stati fatti dalle fan all'evento, attraversai il lungo corridoio in cui si trovava la mia camera.
D'improvviso vidi uscire, da una delle ultime stanze del piano, Elodie e Emma.
Credevo di essere impazzito, quella ragazza mi stava dando alla testa. Feci per aprire la porta, quando Emma mi chiamò. Era da molto tempo che non la vedevo, mi era mancata davvero tanto.
- Ehi Lè! Fai finta di niente?!- mi disse divertita, venendomi ad abbracciare. Dietro di lei, la ragazza alta e dai capelli rosa sembrava esitare ad avvicinarsi.
- Ciao Elo.- le dissi, facendole un cenno con capo, staccandomi da Emma.
- Ehi.- mi disse fredda, spostando lo sguardo su Giorgio, il mio manager, e salutando anche lui.
- Siete anche voi qua?- chiesi sorpreso.
- Eh si.- mi disse la bionda, sorridendo.
Elodie diede un colpo veloce con la mano alla gamba di Emma, forse per farle capire che si sentiva a disagio, e quando la bionda si girò verso di lei, Elodie le diede un'occhiataccia che parlava più di mille parole. Così lei ci salutò e ci disse che ci saremmo visti presto.
Lo sapevo che sarebbe andata così.
Tutto ormai era finito, la sua freddezza lo aveva fatto capire senza veli.

Elodie
Era notte fonda ed io non riuscivo a dormire. Nonostante fosse stata una giornata stancante e ricca di impegni, sapere Lele a qualche stanza più in là dalla mia non mi faceva chiudere occhio nemmeno un secondo. Decisi di scendere nel giardino a fumare una sigaretta, che mi avrebbe fatto rilassare un po'.
Mi sedetti su una panchina, in sola compagnia del rumore che il vento faceva scontrandosi contro i rami dall'albero accanto a me.
Quei giorni senza di lui erano stati i più lunghi della mia vita, in qualche modo dovevo riprendermelo perché non potevo continuare a vivere così.
Per registrare la canzone con Emma abbiamo passato un intero pomeriggio in studio di registrazione, tutto perché la mia testa era altrove. Pensavo a lui che si trovava nella mia stessa città, incosciente che il destino ci aveva addirittura fatti incontrare nello stesso albergo.
Un po' mi aveva fatto male vederlo, forse perché mi aspettavo un saluto più caloroso di un semplice 'ciao'. Però poi pensavo che tutto questo l'ho voluto io e non posso continuare a prenderlo e lasciarlo. Insomma, adesso è ora che si faccia una nuova vita. Ammetto che non credevo fosse in grado di dimenticarmi in così poco tempo, lui è ancora il mio chiodo fisso e io per lui solo una conoscente. Ma va bene, era quello che volevo.
"Dimenticami", gli avevo urlato. E lui, in silenzio, lo aveva fatto.
Buttai il mozzicone della sigaretta nel cestino accanto alla panchina e, quando feci per risalire, lo vidi.
Lo riconobbi dal modo in cui stava chino sulla sua chitarra, dal modo in cui la suonava. Era lontano da me, volendo sarei potuta restare ore lì a guardarlo in silenzio, che non se ne sarebbe mai accorto. Ma per mettere a posto tutto il casino che avevo dentro,decisi di andare da lui. Volevo parlargli, come ai bei vecchi tempi.
Lo raggiunsi attraversando il parco e in silenzio mi affiancai a lui. Era appoggiato ad un muro con la schiena e io feci lo stesso.
Lui si girò verso di me e sorrise.
- Cosa suonavi?- gli chiesi.
- Una mia canzone.- mi rispose, guardandomi.
- Il tuo album è davvero molto bello.- gli confessai, sognante. Lo pensavo davvero, ero rimasta davvero affascinata dalla differenza che c'era tra il suo primo CD e quello. Insomma, era cresciuto moltissimo e in due canzoni parlava anche di me.
- Lo hai ascoltato?- mi chiese sconvolto.
Io gli misi una mano sulla spalla.
- Come avrei potuto non farlo?!-
Lui sorrise. Mi mancava vedere il suo sorriso.
- Come stai?- mi chiese lui, dopo qualche secondo di silenzio.
Io ci pensai un attimo. Come stavo?
Non lo capivo nemmeno io. Ero in un limbo tra lo spruzzare gioia da tutti i pori e la mancanza viscerale del ragazzo che amo. Ma questo non potevo dirglielo.
- Molto bene.- gli risposi, mentendo.
- Sei felice?- mi chiese. Non riuscivo a capire se quelle domande erano a trabocchetto o se veramente volesse saperlo, ma gli risposi, questa volta, nel più sincero dei modi.
- Felice..? Quando non penso, sono molto felice. - gli risposi, senza dirgli nulla di esplicito, ma mandandogli un segnale.
- E quando pensi come sei?-
- Eh, quando penso.. Non so' felice pe' niente.- dissi io, facendo una risatina amara.
- Con me eri felice?- mi chiese a fior di pelle, in un sussurro che il vento portò subito via.
- Ero beh no, insomma...- sospirai - ero molto felice.- ammisi, abbassando lo sguardo.
Stavo facendo del male a me stessa e anche a lui. Quella lontananza non serviva a nulla.
- Elo lo sai che io senza di te non sto bene?- mi confessò, provocandomi un sorriso amaro e ferito.
- Pensa che io ti ho lasciato affinché tu stessi bene..-
- Hai sbagliato a farlo.- mi disse, cercando la mia mano, che però io ritrassi verso di me.
- Sei ancora in tempo per rimediare. Io ti aspetto, ma non lo farò per tutta la vita.- continuò avvicinandosi a me, per poi lasciarmi un bacio in fronte e augurarmi la buonanotte. Si allontanò a passi svelti da me e lo vidi sparire all'interno della grande struttura. E così, mi aveva lasciata sola con i miei pensieri, più confusi e incasinati che mai.

Ehii!
Sì, insomma, vi ho abbandonati per qualche giorno ma sono davvero molto molto impegnata. Il mio sport d'estate mi tiene occupata tutto il pomeriggio e al mattino faccio da "animatrice" nei centri estivi, insieme ad alcuni miei amici. Perdonatemi, ma è estate anche per me!
Spero vivamente che il capitolo vi piaccia e nulla, commentate seempre perché io ho bisogno di sapere come trovate il capitolo e ci sentiamo al prossimo, CIAO.

 Quante parole, in questi silenzi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora