I giorni seguenti li passai con Emma, come previsto. Ci eravamo divertite tantissimo a girare per le vie di Milano a fare shopping e fare le matte in qualsiasi luogo, anche pieno di gente. In due giorni avevo riso più di quanto avessi fatto in un mese. Quella donna mi faceva proprio bene. Cercai di non pensare a Lele per tutto il tempo, volevo godermi quei momenti di svago con una persona diversa da lui, che mi distraessero dall'argomento affrontato la sera precendente, permettendomi di pensarci poi quando sarei stata sola. Non volevo essere condizionata dalle idee di nessuno, infatti non parlai ad Emma della frase che Lele mi aveva detto. "Io ti aspetto, ma non lo farò per tutta la vita."
Non che non mi fidassi, semplicemente volevo avere le idee chiare e non contaminate da consigli di altre persone.Erano le 14 ed ero appena arrivata a Roma. Finalmente avrei avuto un po' di riposo, anche perché ne avevo molto bisogno. Quando tornai a casa, svuotai la valigia e mi sdraiai sul letto.
Notai subito un messaggio.
" Lele♡:Elo che hai deciso?"
Bella domanda tesoro mio.
Ripensai alle sue parole.
"Non ci sarò per tutta la vita."
Tutto subito si fece più chiaro, io non potevo rischiare che lui mi aspettasse per troppo tempo. Si sarebbe stufato e un ragazzo come lui, ne trova altre mille di ragazze, quindi non sarebbe stato difficile andare avanti e dimenticarmi.
Ripensai anche al fatto che lui mi aveva detto che senza di me non stava bene. Quindi dovevo andarmelo a riprendere, prima che il suo cuore si innamorasse di altri occhi. Insomma, di solito in una storia finita soffre solo uno dei due. Perché se non soffre nessuno non è mai iniziata, ma se soffrono entrambi, come me e Lele, non è mai finita.
Mi ripromisi, però, che quella volta gli avrei dato tutte le attenzioni di cui aveva bisogno, lo avrei coccolato e amato. Mi dissi anche che se quella volta non sarebbe andata per il verso giusto, sarebbe stato difficile non perdersi per sempre. Quindi, in sostanza, decisi che lo avrei reso felice, in tutto e per tutto. Lo avrei fatto stare bene con me.
Decisi di chiamarlo al telefono, per sapere dove si trovava.
Non rispose subito, infatti, quando stavo per riattaccare, sentii la sua voce profonda sussurrare un "pronto?".
Presi un respiro profondo per cercare di mantenere un tono sicuro.
- Ehi.- sussurrai, con voce tremante.
- Dove sei?- gli chiesi velocemente, senza spiegargli il motivo di quella mia domanda così azzardata.
- A Roma.-
Sorrisi. Aveva già capito tutto.
- In casa nostra?- dissi, mordendomi il labbro inferiore per la felicità e l'euforia di abbracciarlo. Perché è quello che avrei fatto. Senza tanti giri di parole.
- Sì Elodie, ti aspetto.-
Chiusi la chiamata.
"Ti aspetto."
Quell'affermazione, a parer mio, è una delle forme di amore più belle in assoluto. È una sorta di promessa, è come dire: "Io sono qui, ti aspetto e non mi muovo". È peggio che dire "ti amo" perché fondamentalmente tutti amano, ma aspettare, aspettare sul serio, vedere il tempo scorrere è una cosa di pochi. Molte persone dopo un po' si scocciano e se ne vanno ma aspettare, aspettare veramente qualcuno che si ama è qualcosa che va oltre all'amore. Io non dico "ti aspetto" alle persone che contano poco, insomma, io lo dico a chi mi voglio portare accanto e a chi ritengo sia il giusto incastro per me. Penso che non è da tutti aspettare, ma tutti dicono "ti amo".
E poi Lele, il ragazzo che dà il suo tempo solo a chi ritiene veramente in grado di sfruttarlo. Colui che sa che ogni attimo perso non si potrà più recuperare, ha deciso di perdere del tempo per me. Aspettando me.Lele
Subito dopo il suono del campanello, andai ad aprire la porta. Mi ritrovai Elodie davanti a me, che mi buttò le braccia al collo e si strinse a me, facendomi quasi perdere il respiro. Io sorrisi e ricambiai l'abbraccio, poi le lasciai un bacio sulla fronte.
Era tornata.
Io, da persona innamorata, l'avevo lasciata andare con la consapevolezza che se fosse ritornata era sempre stata mia, in caso contrario non lo era mai stata. E presentandosi davanti casa nostra, mi aveva fatto capire che lei era mia, finalmente. Nuovamente.
Mi staccai da lei lentamente per guardarla negli occhi.
-Grazie a Dio sei tornata.- sussurrai, prima di avvicinare il mio viso al suo fino a far scontrare le nostre fronti.
Lei sorrise.
Era meravigliosa, con gli occhi che le brillavano e il sorriso stampato sulle labbra, che baciai prontamente.
Lei mi morse il labbro inferiore, facendomi gemere leggermente, poi le nostre lingue si incontrarono dopo tanto tempo. Quel bacio così lungo e pieno d'amore sapeva di un nuovo inizio, insieme.
Lei mi passò la mano tra i capelli e, ancora con le labbra sulle sue, la presi in braccio, la portai dentro casa chiudendo la porta con un piede e la buttai sul divano. Ovviamente lanciandomi sopra di lei con una delicatezza tipica di un elefante, ma sempre senza farle del male.
Le lasciai una scia di baci sul collo, per poi sdraiarmi accanto a lei e abbracciarla, ancora.
Un abbraccio che è valso tutti quei giorni passati senza di lei.
- Te lo giuro, questa volta mi prenderò cura di te.- mi disse, con la testa appoggiata al mio collo.
Io sorrisi, pensando a quanto lo avesse già fatto da quando stavamo insieme, senza rendersene conto.
Io non avevo bisogno di parole dolci o di gesti particolari per stare bene con lei, mi bastavano i suoi occhi brillanti dentro i miei, i sorrisi che rivolgeva esclusivamente a me, le carezze delicate, il bacio del buongiorno, le sue scene di gelosia.
- Sta' zitta Elodie. Tu mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno.- le dissi, accarezzandole il viso con una mano.
Passammo circa un'ora a coccolarci e ad abbracciarci. Tutto questo era diventato un'esigenza fin da quando mi era stato concesso, stare lontano dal suo contatto mi era stato molto molto difficile. Ma soprattutto mi aveva regalato un senso di nostalgia enorme.
Sobbalzai non appena la porta dell'ingresso si aprì.
- Voglio.. Vedere se c'è l'acqua!- riconobbi quella voce, stranamente strascicata e incerta.
Mi girai e Elo fece lo stesso tra le mie braccia.
Lo spettacolo non era dei migliori: il padre di Elodie, stanco dopo una giornata di lavoro, sorreggeva a fatica Gabriele, chiaramente sbronzo.
- L'ho trovato vicino a casa e non mi sembrava il caso di lasciarlo da solo in queste condizioni.- disse indicando il ragazzo che si reggeva con un braccio a lui.
- Amoreeeeee!- urlò a Elodie, che iniziò a ridere a squarciagola.
- È peggio di quanto immaginassi.- dissi, portandomi una mano sulla fronte e aggiungendomi alla risata della ragazza dai capelli rosa.
- Mi fai vedere se c'è l'acqua?!?!- chiese convinto, quasi come se realmente fosse curioso di quella cosa.
Lei si alzò e, insieme al padre, lo fecero sedere sul divano.
- Tu adesso stai qua e ti fai una bella dormita. Domani ne riparliamo.- disse seria.
-Ma tu mi vuoi bene?- mi disse, girandosi verso di me e piegando la testa per poi appoggiarla al divano.
- Assaj'- esclamai divertito, facendo accomodare Elodie tra le mie gambe.
- Tuu... la sme.. la smetti!- continuò poi, puntandomi un dito in segno di accusa.
- Stai toccando la mia fidanzata!- urlò successivamente.
Io ed Elodie decidemmo di ignorare i suoi deliri, infatti dopo circa 10 minuti si addormentò, accasciandosi sul divano e appoggiando la testa sulla gambe della mia ragazza.
- Quanto è scemo 'sto ragazzo!- esclamò lei divertita accarezzando dolcemente la fronte di Gabriele, appoggiandosi poi con la schiena sul mio petto.
- Puoi dirlo forte! Anzi no, poi si sveglia!- ironizzai io, beccandomi una spallata.
- Mi piaci di più quando non fai il simpaticone.- disse ridendo.
- Eh, a me piaci di più quando non fai l'acidella!- copiai il suo tono canzonatorio.
- Acidella a chi?!- mi chiese, dandomi indirettamente una possibilità per cambiare ciò che avevo appena detto.
- A te, amore mio.- dissi ridendo, guadagnandomi un pugno sulla spalla che non aveva nessuna possibilità di farmi del male.
- Te la faccio vedere io.-
Così mi ritrovai schiacciato dalle cuscinate di Elodie, che poi dovette scappare perché io, vendicativo come ero, non esitai a rincorrerla con due cuscini pronti ad essere scaraventati su di lei.Ciaoo!
Devo ammettere che questo capitolo mi piace particolarmente. C'è tanto di me in queste righe, davvero.
Come sempre lasciate un commento, molto utile per me e nulla, un bacione grande grande grandee!
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Quante parole, in questi silenzi.
Romantizm"Non mi piacciono le cose semplici, preferisco l'amore sofferto, quello passionale, avventuroso e anche un po' pericoloso. Quasi masochista. Che un momento ti fa toccare il cielo con un dito, mentre quello successivo ti ritrovi a terra. La cosa imp...