Dopo aver guidato per un po' arrivai al grande magazzino che mia madre gestiva. Qui ci lavorava mia cugina Olivia(Liv) che,trasferitasi dall'Alaska,aveva chiesto a mia madre un piccolo impiego per potersi pagare alcune spese del college.
Liv era una ragazza stupenda. C'era sempre se qualcosa nella mia vita non andava secondo i miei piani.
<<Mark che ci fai qui?>> mi chiese mia madre avvicinandosi per baciarmi la guancia <<cerco Liv>> <<Okay, te la chiamo subito>>. Dopo circa dieci minuti mia madre tornò con  Liv al seguito e se non avessi saputo il grado di parentela che le accomunava, le avrei di certo scambiate per madre e figlia. La loro somiglianza era mostrusa. Entrambe erano alte e slanciate; il loro occhi nocciola erano caratterizati da delle piccole chiazze color miele; i loro capelli cioccolato avevano dei colpi di sole naturali rossi.
Liv mi guardava sorridendo,ma il suo sorriso non era genuino come al solito, era compassionevole: aveva già captato qualcosa di anomalo nel mio viso.
<<Tutto bene M?>> <<no, ho bisogno di parlarti>> <<okay, vi lascio soli...però sistemate comunque lo scaffale dei vestiti da uomo>> mi madre scomparì dietro uno scaffale <<Spara>> <<sai che ultimamente io e Rosie ci stavamo frequentando>> <<certo e quello che hai sempre voluto. La bellissima,magnetica, stupefacente Rosie Mail ai tuoi piedi...passami quelle camice>> <<ecco...oggi mi sono reso conto di che razza di mostro sia quella ragazza>> mi guardò sgranando gli occhi <<bene ha fatto una scenata al cospetto di tutta la scuola>>. Le raccontai tutta la storia mentre piegavamo pantaloni e maglie. Ad ogni cosa che le dicevo Liv ne rimaneva scioccata <<certo che te la sei proprio scelta devo dire. Se fosse stata più stronza avresti vinto sicuramente la medaglia come ragazzo-angelo>> sul suo volto fece capolino un riso amaro <<Liv tu cosa faresti se fossi al mio posto?>> ci pensò un po' e dopo sul suo viso comparve un sorriso a trentadue denti segno che aveva avuto un' idea geniale<<oggi c'è la festa giusto?-feci cenno di si con la testa-io ci andrei con un'altra ragazza, giusto per farle capire che tu non sei il suo cagnolino>> Liv non aveva tutti i torti <<e chi ci potrei portare?>>le chiesi <<vediamo...non mi avevi detto che oggi avevi un appuntamento con Annie Mars? Beh portaci lei!>> <<Liv sei un genio!-le baciai la guancia-come farei senza di te?>> cominciai a correre verso l'uscita <<saresti perduto>> mi urlò dietro Liv.
Rientrai nel mio pick-up e guidai il più velocemente possibile. Parcheggiai direttamente nel vialetto di Annie e bussai alla porta di legno bianco. <<E tu chi sei?>> una donna bassa e paffutella sulla cinquantina con una strana cadenza mi aprì la porta <<salve, sono Mark Scal il figlio dei vicini-le indicai la mia casa-vorrei parlare con Annie è in casa>> <<la signorina non vuole vedere nessuno>> <<està bien Espy>> Annie fece la sua angelica apparizzione alle spalle della signora <<Vale chiquita, como quieres>> dopo avermi squadrato dalla testa ai piedi la signora si girò verso Annie e dopo averle sussurato una cosa del tipo Es muy hermoso, salì al piano superiore. <<Ciao Mar, tutto bene?>> Annie mi sorrise e si mise le mani nelle tasche anteriori del suo jeans blu chiaro.
Era davvero bella anche vestita modo semplice: indossava un maglioncino rosa chiaro, talmente tanto chiaro che sembrava quasi bianco; sotto di esso si intravedeva una canotta nera e ai piedi indossava delle converse bianche. <<Si bene...Annie avrei bisogno di chiederti un enorme favore>> <<entra, così mi spieghi>> entrai e ci sedemmo sul divano <<bene, oggi io e Rosie abbiamo litigato e lei ha usato parole molto pesanti nei miei confronti....per cui voglio farle capire che io non sono il suo burattino...>> <<ed io cosa dovrei fare in tutta questa storia?>> nel suo volto si fece spazio un sorriso quansi di sfida ed incrociò le braccia al petto <<beh...ecco, questa sera io e Rosie saremmo dovuti andare alla festa insieme, ma vorrei andarci con te...più tardi le manderò un messaggio in cui le dirò di andarci da sola>> nel volto di Annie comparì una leggera nota di paura, ma si ricompose abbastanza in fretta e quasi ridendo disse <<non credo che ci sia qualcuno a quella festa che ha voglia di vedere la mia faccia, per cui non ci posso venire>> sul mio volto si dipinse una risata soddisfatta e compiaciuta <<mentre venivo qui mia cara, ho pensato anche a questo...la festa sarà in maschera ti puoi travestire e nessuno ti riconoscerebbe>> <<e se ti chiedessero il mio nome?>> si beffò di me <<ti potresti affibbiare un falso nome>> risposi subito pronto. Annie scoppiò a ridere ma tra una risata e l'altra biascicò un "ci sto".
Dopo essere tornato a casa ed aver indossato il mio costume da Dracula, tornai a casa di Annie per prenderla e portala a cena prima della festa. Avevo seguito il consiglio di Leo e avevo messo le lenti a contatto e avevo  provato anche ad ingellarmi i capelli, ma avendo visto che l'effetto era decisamente pessimo, decisi di lasciarli scompigliati.
Erano le 21,00 quando bussai per la seconda volta in quella giornata, a casa di Annie. Appena la signora buffa mi aprì la porta mi fece accomodare nel salone e nel suo accento spagnolo mi disse che Annie stava per scendere.
Quando la ragazza arrivò stentavo a riconoscerla. Era vestita da angelo! Il travestimento era composto da un abito lungo fino alle caviglie che le ricadeva morbidamente sul corpo ed era leggermente più stretto sui fianchi. Era semplice e completamente bianco e  sembrava parte integrante della pelle bianco latte di Annie.Ai piedi aveva un paio di ballerine bianche; aveva due ali finte e in capelli ricci erano fermati da un fermaglio bianco dietro la nuca;
infine indossava una maschera che le copriva quasi completamente il viso(anche questa era bianca). Ma la cosa che catturò maggiormente la mia attenzione fuoro i suoi occhi i quali, non erano più azzurri ma erano diventati dei comuni occhi marroni. <<Sono riconoscibile?>> mi disse avvicinadosi <<assolutamente no! Ottima mossa quella delle lenti colorate>> fece un risolino <<grazie! Le avevo usate per una festa in maschera di un socio di mio padre, e anche il vestito... Che te ne pare?>> <<perfetto>> <<Chiquita, mettetevi vicini che vi scatto una foto>> la signora paffutella prese un' istantanea <<Mar fai finta di volermi azzannare>> così feci e lei finse di essere spaventata. Dopo aver salutato la signora buffa, che Annie mi aveva presentato  come Esperanza, andammo a cenare da Destiny, una tavola calda nelle vicinanze della scuola. <<Mar, prima di entrare dobbiamo scegliere un nome>> <<si, serve qualcosa di anonimo, che non dia molto nell'occhio>> ci pensò su e poi disse <<che ne pensi di Emily?>> <<è perfetto>> mi sorrise e ci avviammo verso l'entrata mano nella mano.

Come i sogni||wattys2017||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora