<<C'è una festa questa sera, ti andrebbe di venire?>> chiesi ad Annie mentre si stava asciugando i capelli <<di chi è la festa?>> <<Xander e Liam>> guardò il mio volto attraverso lo specchio e poi si girò verso di me <<ci sono tutti vero?>> <<si...dai Ann vieni lo stesso, hai bisogno di distrarti un po',ultimamente ti vedo sempre distratta e distante, quasi completamente fuori dalla realtà, vorrei invece che tu ti rilassassi e ti lasciassi andare un po'. Vedi Annie, io non so cosa distrugge il tuo cervello in questo periodo, ma ho capito che qualunque cosa sia tu hai bisogno di metterla da parte almeno per qualche ora>> e di nuovo vidi quegli occhi di ghiaccio che nascondevano una tristezza infinita celata da quel sorriso sul suo volto <<d'accordo potrei fare un salto a quella festa>> la sollevai e la feci ruotare <<Mark mettimi giù!>> rideva come una matta. La mi si giù e andò sul suo letto dove prese un piccolo libro dalla copertina leggermente logora <<cosa leggi?>> ci sedemmo entrambi sul suo letto <<è il diario di una ragazza innamorata, l'altro giorno ho guardato nella libreria di Espy e ho trovato questo libro>> <<è in spagnolo?>> <<no! È questa è una cosa strana normalmente lei ha solo libri spagnoli, ma deve averla attratta particolarmente questo libro>> <<come si chiama?>> fa un sorrisetto e poi dice <<"100 passi lontana da te". Lo so non è il genere che normalmente leggo, ma lei scrive queste queste cose prima di parlare al ragazzo che le piace e molte cose hanno un non so che di filosofico che mi intriga davvero molto.... ad esempio senti questo pezzo :" i secondi che mi dividono dal baciarti mi trivellano il cuore e mi fanno male. Ma quando tu amore, mi stringerai a te, come un muratore, riparerai quel foro che dentro di me la trivella aveva creato. E lo farai così bene che il vuoto che prima sentivo straziarmi le viscere, sarà dimenticato dalla mia mente, perché tu mi fai stare così bene che riesci a cancellare ogni mio dolore." Mark questa è pura poesia>>
<<davvero niente male, ma non sarà troppo sdolcinata per te? A meno che tu non stia diventando una pappa molle>> mi tirò uno schiaffo e mi sorrise <<il pappa molle qui sei tu!>> ci fu un lungo silenzio in cui io la guardai leggere <<devi proprio andare in Alaska questo natale?>> mi guardò << ci vado tutti gli anni con la mia famiglia e credo che mi madre abbia già prenotato i biglietti... quindi si, il 24 mattina prenderò un aereo per l'Alaska>> <<non voglio che tu e Vicky partiate...vorrei passare questo natale con voi>> prima che potessi risponderle Espy urlò dal piano di sotto <<Chiquita sono qui!>> vidi Anni scattare in piedi e correre giù come un fulmine. Alla porta c'erano i suoi genitori che non vedeva da ben 4 settimane. Annie li abbracciò forte e non si staccò per al meno 3 minuti
<<ciao tesoro, come stai?>> le chiese sua madre accarezzandole la nuca. La signora Mars era una donna molto bella: aveva lunghi capelli neri che le cadevano sulle spalle con dolci boccoli verso le punte, due occhi color nocciola, ed era alta. Suo marito invece aveva corti capelli bruni con qua e là alcune chiazze bianche, gli occhi color oceano e anche lui era molto alto e slanciato. Indossavano entrambi degli abiti molto formali <<may bien mama>> <<tesoro ci sei mancata così tanto>> le baciò la fronte il signor Mars. Annie si allontanò <<Espy,como estas?>> chiese la signora Mars ad Esperanza abbracciandola <<muy bien señora, y vos?>> <<stiamo entrambi bene Espy>> la salutò il signor Mars, poi si accorsero della mia presenza <<Oh, ciao Mark come stai?>> mi chiese il signor Mars stringendomi la mano <<molto bene grazie! Bentornati a casa>> entrambi mi sorrisero <<grazie mille>> mi rispose la signora Mars <<Annie forse è meglio che io vada, avrete sicuramente tantissime cose da raccontarvi>> <<okay Mar...a che ora questa sera?>> mi avvicinai <<di mando un messaggio più tardi>> le diedi un bacio sulla guancia e me ne andai da quella casa.Più tardi quel pomeriggio ,mentre io stavo facendo una partita di basket con mia sorella Mila, vidi la signora Mars bussare alla porta di casa. Preso dalla curiosità andai verso il salotto e sentii che lei è mia madre stavano parlando, per cui mi nascosi in cucina e origliai.
<<Grazie mille per il caffè Julie>> <<ma figurati. Allora di cosa dovevi parlarmi?>> <<so che mia figlia ultimamente ha legato molto sia con Mark che con Victoria e non ti nascondo che ne sono immensamente felice. Sai mia figlia non sta passando un gran bel periodo...ha scelto di studiare in casa, si è allontana da molti suoi amici e si è anche un po' chiusa in se stessa, per cui il fatto che abbia legato con i tuoi figli è una cosa meravigliosa. >> <<anche io sono felice che i ragazzi vadano d'accordo>> rispose mia madre
<<mia figlia mi ha detto che dopodomani partirete per passare il natale in Alaska con la vostra famiglia vero?>> <<si è vero>> mia madre sorseggiò il suo caffè <<bene Julie, volevo chiederti di lasciare Mark e Victoria a casa nostra questo Natale>> mi madre impallidì e quasi sputò il suo caffè <<non credo sia possibile, ho già comprato i biglietti e poi non potrei mai lasciare i miei figli qui da soli, anche se stessero a casa vostra>> rispose mia madre ricontrollandosi <<Oh, Julie per i biglietti non ci sono problemi mio marito ha contatti con le agenzie di volo e non sarà difficile riavere i soldi indietro. E poi ti sto chiedendo questo perché potrebbe essere l'ultimo Natale di Annie qui e vorrei che lo passasse con i suoi amici>> a queste parole sbiancai e corsi fuori dalla stanza,presi le chiavi della macchina e chiamai Liv <<Liv vieni al parco sarò sulla collinetta...muoviti ho bisogno di te>>.
Alzai il volume della radio e subito "Welcome to my life" dei Simple plan invase l'abitacolo. Mi sentivo tradito e deluso, avrei voluto che lei mi avesse raccontato come era la situazione, avrei voluto sapere che quello sarebbe stato il suo ultimo anno con noi...ero arrabbiato, per la prima volta ero arrabbiato con lei, per la prima volta ero ravviato con quell'angelo e mi faceva dannatamente male...mi straziava le viscere e mi torturava gli occhi con flebili piccole lacrime che,come piccoli aghi, provavano a perforare il mio occhio per poter scorrere libere sulla mia guancia calda.
Arrivai nel parcheggio vicino al parco, spensi il motore, guardai avanti e poi i miei piedi, presi un respiro profondo ma nulla, le lacrime insistevano ancora, allora tirai un pugno contro il volante e scoppiai in un pianto distruttore. Ero in mobile, le mani strette sul volante, le gocce salate che mi rigavano il volto....non riuscivo a respirare.
Una macchina si fermò accanto alla mia e da esse scese Olivia.
Osservò il pick-up per qualche secondo poi mi notò e corse verso di me <<cosa diavolo ti è successo?>> mi chiese aprendo la portiera e guardandomi <<Ann....>> <<oh, tesoro>> Liv mi abbraccio ed io mi ancorai a lei come se potessi passarle un po' del mio dolore <<dai, andiamo sulla collinetta...l'aria fresca ti farà bene>> mi prese per mano, mi fece uscire, chiuse la macchina e mi portò all'interno del parco.
Dopo cinque minuti di cammino salimmo la collinetta e ci sistemammo sotto il grande castagno <<raccontami cosa è successo>> mi disse <<oggi la signora Mars è venuta a far vista alla mamma e le ha chiesto di far rimanere me e Vicky qui in Kentucky per Natale, così da poterlo passare con Annie>> <<non mi sembra così male, a parte il fatto che lascereste me da sola in Alaska con lo zio Bill e le sue battute stupide>> <<non è questo che mi ha fatto innervosire....quando mamma ha detto di no la signora Mars ha insistito dicendo che questo sarà l'ultimo Natale di Annie qui con noi....>> <<e scommetto che ti sei sentito tradito e deluso dal fatto che lei non ti abbia detto nulla>> <<esattamente questo>> strappai qualche filo d'erba <<vedi Mark, magari lei non voleva dirtelo perché l'avresti trattata in modo diverso perché avresti avuto la necessità di fare tutto e subito, e lei magari voleva semplicemente fare le cose normalmente. Ad esempio io ho detto a Kate che avrei lasciato l'Alaska solo tre giorni prima di partire...perché non volevo che mia sorella cambiasse il suo modo di comportarsi con me>> il sole cominciava la sua lenta caduta verso il fondo e il gelo cominciava a soffiare l'aria fredda ancora più forte << Liv hai ragione, ma io mi sento ugualmente deluso...e ho paura di non poterla più rivedere>> mi guardò negli occhi e sorrise <<allora perché stai ancora perdendo tempo? Devi dirle ciò che senti prima di non poterla più vedere>> alzai la testa << e Rosie?>> <<Rosie capirà che tu non provi più nulla per lei e ,se ti vuole bene, accetterà la tua decisione>> <<Liv io non posso abbandonare una certezza per un tunnel buio in cui potrei morire>> <<sai Mark dovresti imparare a rischiare...credo sia ora di andare>> si alzò e si pulì i pantaloni, poi mi tese una mano e mi tirò su.Appena tornai a casa mi preparai velocemente per la festa e mandai un messaggio ad Annie per dirle che sarei passato a prenderla entro 5 minuti. Volevo parlarle di ciò che avevo scoperto quel pomeriggio per poter chiarire la situazione e acquietare il mio animo.
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Come i sogni||wattys2017||
RomanceAlcune storie meritano di essere raccontate, altre meritano di essere apprezzate in silenzio, ma solo dalle persone che le hanno vissute. La storia di cui si narrerà è al confine tra l'una e l'altra teoria. Le persone che l'hanno vissuta continuera...