Capitolo [1]

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"No Jessy, non vengo, sai in che guai ci metteremmo se ci scoprissero?" Andavo in giro per la mia camera arrabbiata con Jessy per aver solo proposto di andare.

"Oh andiamo Beth, tu ci andrai e non avrò un 'no' come risposta."

"Ma Jessy, io-"

"Taci biondina, noi andremo." Disse aprendo il mio armadio.

Mi lanciò un crop top nero e un paio di skinny jeans neri.

"Lo sai che il nero non è il mio colore." Dissi scettica guardando i vestiti.

"Ed è qui che ti sbagli. Il nero è assolutamente il tuo colore, ragazza ti sei mai guardata allo specchio quando indossi il nero?" Disse Jessy con fare insolente.

Alzai gli occhi al cielo e presi i vestiti mentre andavo in bagno.

Mi tolsi i leggings e la maglia e infilai i jeans e il crop top.

Uscii dal bagno indossando i vestiti che mi aveva dato Jessy. Lei si fermò a guardarmi.

"Ragazza se fossi in te, prenderei un lucchetto e una chiave e metterei una catena intorno alla mia vagina."

"Jess, che diamine? Smettila con quel linguaggio." Sbuffai. Siamo migliori amiche da quando mi sono trasferita qui, 6 anni fa e questa ragazza mi sorprende ogni giorno.

"Okay, okay, ecco metti questi." Jessy mi passò un paio di scarpe nere col tacco. Spero di non cadere e rompermi il collo indossandoli.

Una volta messi, Jessy era di fronte a me con tonnellate di trucco.

Una volta pronte pronte uscimmo da casa mia, e andammo verso la sua auto.

Con la canzone di Drake che si diffondeva dalle casse iniziammo a guidare verso la destinazione dove non volevo andare.

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Una volta trovato un posto per parcheggiare l'auto, uscimmo fuori e solo allora mi accorsi di dove eravamo. Cosa?

"Jessy, perché siamo al confine con la foresta?"

"Dove altro pensi che si sarebbe fatto, nel bel mezzo della città?" Rise.

"Forza andiamo così possiamo vedere quei ragazzi sexy prima che comincino."

Sospirai. Siamo così diverse.

Più ci avvicinavamo, più c'era gente. Era strano vedere persone che non conoscevo nemmeno ma c'era qualche volto familiare della scuola.

"Dai voglio presentarti a qualcuno." Disse Jessy afferrandomi per un braccio e tirandomi da qualche parte, facendomi inciampare in quei stupidi tacchi che mi ha dato. Dannata Jessy.

"Bethany lui è Nick, Nick lei è la mia migliore amica Bethany." Disse Jessy al ragazzo dagli occhi azzurri e capelli neri di fronte a noi.

"Cazzo Jessy, ho detto che odio quando le persone mi chiamano così." Le diedi un colpo sulla spalla facendo ridere il ragazzo.

"Allora come dovrei chiamarti?"

"Beth, breve e semplice." Risposi tornando a guardare il ragazzo.

"Okay, chiamami Nick." Disse rivolgendomi un sorriso.

"Ragazze ci vediamo più tardi, devo finire con l'auto." Disse Nick voltandosi e correndo verso una macchina sportiva nera.

Mi girai andando a sbattere contro qualcuno.

"Guarda dove vai puttana." Scattò il ragazzo superandomi.

"Scusami?" Chiesi. Diavolo no. Sono venuta qui controvoglia e un ragazzo mi chiama puttana, non è possibile.

Sentii dei sussulti ad alta voce e poi il silenzio. Nessuno stava parlando. Non avevo detto niente di importante, era lui.

"Beth, corri, cazzo, corri." Sentii Jessy mormorare. Perché diamine dovevo farlo?

Il ragazzo si girò ma non potevo vedere i suoi occhi dal momento che portava dei Ray Ban, poi un paio di skinny jeans neri, maglia nera, giacca di pelle, stivali neri e un cappello nero che nascondeva i capelli, anche se qualche ricciolo castano fuoriusciva  dal cappello.

"Non mi sembra che abbia balbettato, non è vero?" Chiese con un sorriso compiaciuto sul volto.

"Chi sei tu per chiamarmi puttana?" Chiesi con evidente sdegno nel mio tono di voce.

"Ascolta, le ragazze come te non sono adatte a questo posto." Disse avvicinandosi a me.

"E allora che tipo di ragazza sono io?" Chiesi avvicinandomi, mettendomi proprio di fronte a lui.

"Una verginella, vestita come sgualdrina, fai un favore a te stessa, vai a casa, siediti in braccio a tuo padre e piangi perché il cattivo ragazzo ti ha chiamato puttana." Disse a denti stretti. Percepii immediatamente le lacrime bagnarmi gli occhi al sentir nominare mio padre. Prima che potessi controllarmi, la mia mano era già entrata in contatto con la faccia del ragazzo. Non aspettai la sua reazione, mi voltai e andai via, sentendo sussulti e sussurri subito dopo.

Ritornai alla macchina, Jessy dietro di me.

"Beth-"

"No, scusa, è stata solo colpa mia." Lasciai andare un sospiro tremante, sedendomi sul cofano dell'auto.

"Non avrei dovuto portarti qui, Beth, dai andiamo a casa." Disse Jessy camminando verso il lato del guidatore.

"No, questo è quello che vuole lui, pensa che di potermi spaventare, no, non questa ragazza." Dissi in fretta, passandomi le dita sotto gli occhi per controllare che non ci fosse del trucco sbavato.

"Andiamo." Dissi camminando verso Jessy e prendendola per un braccio.

Dio voglio proprio vedere la faccia di quel coglione.

Speed (H.S) [Italian Translation] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora