Capitolo 12

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Corriamo ormai da due ore circa senza fermarci e incomincio ad avvertire la stanchezza.

Da quando Lincoln mi ha colpito, non riesco nemmeno a correre per due minuti senza che le gambe e il cuore non mi facciano un male allucinante.

Mi appoggio su un albero per riprendere fiato. È come se il cuore mi uscisse dalla cassa toracica, o quello che ne rimane, e continuasse a battere sul mio petto per uscire, ma con violenza.

"Stai bene Hive?" domanda la Dottoressa Jenkins, non appena nota che non sono più dietro di loro.

"Quel maledetto Inumano! Me la pagherà!" dico pieno di odio e rabbia, facendo un gemito per il dolore.

Questo dolore sta diventando così insopportabile, che detto da me è rarissimo, che cado a terra, urlando per il dolore.

"Ward!" sento urlare Daisy non appena sente i miei lamenti per il lancinante dolore e corre verso di me.

Si inginocchia accanto a me e mi mette una mano sul viso.

"Resisti Grant. Siamo quasi arrivati alla strada. Manca poco" dice Skye, in lacrime.

"Lasciatemi qui! Voi andate e mettete in salvo Caleb. Lui se lo merita più di me" dico sussurrando, visto che ogni minima cosa che faccio mi provoca tale dolore che non riesco persino a parlare.

"Io rimarrò qui con te. Non ti lascio andare via un'altra volta. Non me lo perdonerei per nulla al mondo" dice avvicinando il suo viso al mio, dandomi un bacio sulle labbra.

La voglia che io avevo di baciarla era tanta. La passione che si cela dietro a questo semplice gesto è palpabile.

Vorrei che il tempo si fermasse, per non potermi più staccare da quell'angelo.

Il momento viene però interrotto da Amanda, che si avvicina a noi e ci fa staccare.

"Non è il momento di effusioni! Venite o no? Se no io e l'Agente Evans ce ne andiamo da soli" dice molto arrabbiata la dottoressa.

"Adesso arriviamo" dico io, cercando di alzarmi senza ricadere a terra ma, per fortuna, Skye è qui con me.

Camminiamo ancora per qualche ora e arriviamo alla strada e cerchiamo di fermare qualche buon'anima che ci soccorra.

Dopo svariati minuti di tentativi, si ferma un furgone rosso e blu, con un ragazzo sulla ventina al volante.

"Salite su prima che mi becchino" urla il ragazzo, aiutando me e il mio amico ferito a salire sulla sua vettura.

Non appena noto chi fosse il ragazzo, quasi non mi viene un colpo.

Thomas. Mio fratello.

L'ultima persona che pensavo che mi aiutasse, ora è qui, vicino a me, che non smette di fissarmi.

"Che ci fai qua Thomas?" domando io, con un tono misto tra il felice e il preoccupato.

Se ci avessero visti insieme, lui sarebbe finito in carcere, come tutti noi, per aver aiutato un plutrimomicida a scappare.

"Sono venuto qui per te. Hanno messo la vostra foto su tutti i notiziari e, un mio amico che si trovava qui per cacciare, ti ha visto e sono venuto. So che non ti aspettavi me, ma ora non è il momento di fare questi discorsi. Ora dobbiamo metterti in un posto sicuro dove quei maiali non ti possano trovare" risponde Tommy, con sguardo fisso sul mio.

"Che ti è successo al viso?" domanda Thomas e, in men che non si dica, mi vedo al finestrino e la mia faccia è orribile.

Ho il colorito grigio, come quello di un cadavere, che diventa livido attorno ai miei occhi.

Sono esattamente come sono tornato da Maveth. Prima ero più Ward, con il suo colorito e i suoi capelli, ora invece sembro veramente un mostro.

Mi alzo la maglietta per vedere se l'impronta della protesi metallica di Coulson c'è ancora e la vedo.

Nera, in mezzo al mio petto.
Le costole mi incominciano a fare sempre più male, visto che Coulson con la protesi mi ha sfondato la cassa toracica.

Ci sono ancora i segni dei proiettili che mi ha sparato Coulson quella volta su Maveth.

Siamo per strada già da un'ora, quando vedo un SUV nero che si avvicina, contromano, a noi.

Thomas cerca di sterzare, ma finiamo con il ribaltarci, rotolando circa cinque volte, finendo con i lato dove sono seduto io attaccato alla strada.

D'istinto, vedo se mio fratello sta bene e sento che il suo battito è molto debole.

Mi libero dalla cintura di sicurezza e vado a vedere se gli altri stanno bene.

"Ma che diavolo è successo?" domanda Amanda, dolorante.

"Ci sono venuti addosso, quelli dello S.H.I.E.L.D., riconosco lo stemma del SUV.

"Skye!" urlo, quando vedo che la mia amata non reagisce.

Dopo circa un minuto, si sveglia anche lei, ma Evans non si sveglia.

"È morto Grant" dice Daisy, sentendo il battito.

Piango. È strano sentito dire da me, ma mi ero affezionato a quel ragazzo. Mi ricordava tanto Fitz, era così bravo in quello che faceva e ora è morto.

Ritorno nel posto del passeggero vicino a Thomas e sfondo il parabrezza.

"Stai fermo! Non ti muovere!" urla May, puntandomi una pistola contro.

Sono così pieno di rabbia, che vorrei andare li e spezzarle tutte le ossa.

"Che aspetti? Sparami! Sarai più sollevata dopo. Che cos'hai da perdere? Lash ormai non si trova più, anzi Andrew. Caleb è morto e tutte le persone a cui voglio bene sono su quel furgone, ferite. A loro certo non mancherò. Voglio provare una sensazione che non ho mai provato: la morte. E cosa ci sarà dopo di questa? L'inferno? Un'altra vita? Dimmelo Melinda!" dico, ma non appena finisco di parlare, lei mi spara dritto al cuore, ma io non cado, non muoio.

"Ma che diavolo?" dice May, svuotando il caricatore della sua pistola su di me.

"A quanto pare, in semplice proiettile non basta ad uccidermi" dico, ridendo, ma anche dispiaciuto di non essere morto.

"Vediamo se sopravvivi questo!" urla Fitz, sparandomi con 'l'arma della buonanotte', un'arma inventata da lui, che addormenta le persone, senza ucciderle.

Non mi fa nulla.

Vedo Coulson scendere con un'arma che ho già visto: l'arma che ha ucciso il corpo che prima ospitava Hive.

"Fallo Coulson! Voglio solo morire! Tutto ciò in cui credevo era solo uan gradissima menzogna. Parliamo di te Phil. Io ti credevo un padre, quello che nonostante tutto, mi avrebbe protetto e voluto bene, invece no. Mi hai tradito, mi hai mandato a morte da Christian. Hai almeno avuto la minima idea di come stessi io? Non è passato giorno in cui non mi sentissi uno schifo per ciò che ho fatto a te, a Fitz, a Simmons, a te e a tutta la squadra, in particolare Skye. Forse questo è destino. Sono destinato alla morte. Avrai l'onore di com..." non finisco di parlare, che mi spara con quell'aggeggio e cado a terra.

"Nooo" sento urlare da Daisy, che si fionda verso di me.

"Rimani qui con me! Non mi lasciare" dice, con voce rotta dal pianto.

"Forse ci sono cose che sono ad essere così" dico io, con la vista offuscata, e con una lacrima che scende dal mio viso.

Da quel momento, tutto diventa nero come la pece. Il buio si è impossessato di me. La morte è diventata realtà.

Mi sento così in pace ora.

Some Things Are Meant To Be || Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora