POV TREVOR
Non so perché l'ho fatto, ma trovarmi nell'ufficio della preside non è una novitá.
Okay, ho preso a pugni Calvin Sloan.
Potrei dire che l'ho fatto perché è un coglione, ma la veritá è che ho provato un certo fastidio nel leggere quel bigliettino.
Dannazione, è dispiaciuto per Jen.
Lei è cambiata, ma in fondo in fondo è rimasta un po' quella di prima.
Non so giustificare il fastidio che ho provato nel raccogliere il bigliettino da terra e leggerlo, ma so soltanto che vedere Jen gettarlo a terra con rabbia e frustrazione mi ha fatto saltare.
Io le difendo le ragazze se hanno bisogno...
"Trevor Been!" sbotta la preside, quando vedo che non l'ascolto.
Lei è forte, cazzo, ha un carattere niente male, ma vedere statuine di gatti nel suo ufficio, mi fa rabbrividire.
"Mi ascolti?"
"Come potrei non ascoltarla?"
Lei sbuffa, diventa rossa. "Senti Trevor, gli anni passati ho avuto pietá per quei due mascalsoni di Dorian e Rebecca, che alla fine hanno pure avuto due figli". Sospira. "Non farmi scattare stavolta, perché giuro che non avró pietá dopo quello che è successo l'altro anno".
Alzo le braccia, sorridendo. "Okay, touché".
La preside si siede sulla poltrona. "Perché l'hai fatto?"
Giá, gran bella domanda. "Mi ha dato fastidio il bigliettino che Calvin Sloan ha scritto a Jen".
Lei, perplessa, si gratta la testa. "Quale bigliettino?"
"Uno alquanto spiacevole, signora preside" le rispondo scrollando le spalle. "È uno stronzo".
"Tevor!" esclama indignata. "Niente parolacce nel mio ufficio, per l'amor del cielo".
Alzo gli occhi al soffito e faccio per alzarmi, quando lei mi richiama. "Ehi ehi, Trevor, con te non ho ancora finito. Ho deciso che questa volta avrò pietà, ma fino ad un certo punto, ragazzo".
Piego la testa di lato, accigliato. "Sarebbe a dire?"
"Un lavoretto?"
Quasi mi strozzo. "Un che?"
Lei fa schioccare le dita e mi porge un foglio. Sopra ci sono scritte delle cose, ma al momento non ho molta voglia di leggerlo. "Il padre di Jen, guarda caso, ha bisogno di aiutanti e tu sei la persona giusta. Lui è giudice, ma nel weekend gli piace allenare una squadra di nuoto in una struttura che ha comprato tempo fa. Ha bisogno di un ragazzo che lo aiuti, verrai pagato e..." Alza le sopracciglia. "Parecchio".
Il padre di Jen? Un lavoro da lui vuol dire anche incrociare Jen e questa prospettiva, mi fa sorride improvvisamente. Salto giù dalla poltrona e annuisco. "Accetto".
Indica il foglio. "Trovi tutte le informazioni, ora vattene, non voglio più vederti".
Esco dall'ufficio rapidamente, ripiegando il foglio e mettendolo nella tasca posteriore dei jeans. Svolto l'angolo, quando vedo Jen davanti al suo armadietto, intenta ad armeggiare con la mensola.
Geme per la fatica ed io vado in suo aiuto, notando che sta decisamente litigando con la mensola, uscita dai binari. Spinge ancora e i libri cadono da sopra la mensola, riversandosi sul pavimento. "Oh, no!"
Mi avvicino e reggo la mensola, giusto in tempo prima che le finisca addosso, facendole male. Lei, stupita, si ritrae di scatto. Rimetto dritta la mensola e la sollevo, rimettendola nei binari.
Jen, al mio fianco, si porta una mano alla bocca. "Wow, grazie".
Sorrido, poi mi chino a raccoglierle i libri. "Di niente, sta' attenta la prossima volta".
Annuisce, ancora con gli occhi sbarrati. Cazzo, è bellissima! Così innocente e senza parole, la bocca aperta in una perfetta O e le dita affusolate ora si stanno muovendo nervosamente tra quei capelli biondi, che hanno tutta l'aria di essere morbidi.
Mi eccito all'istante.
Arrossisce nel vedere come diavolo la sto guardando. "Okay".
Mi appoggio al suo armadietto, avvicinandomi pericolosamente. "Ho accettato il lavoro di tuo padre".
I suoi occhi si sbarrano di nuovo, sono bellissimi. "Cosa? Quello della piscina?"
"Sì, la preside mi ha offerto il lavoro di tuo padre".
Scuote la testa. "Oh, wow... cioè, okay".
Mi avvicino ancora ed una volta a pochi centimetri dal suo viso, poso le labbra sul suo orecchio, coperto dai capelli. Inspiro forte e sussurro: "Non vedo l'ora".
La lascio lì, ancora sorpresa. E me ne vado, sicuro che in questo momento il suo cuore va a mille.
SPAZIO AUTRICE
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Mi scuso tantissimo per il ritardo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Non uccidetemi per non aver scritto più, mi dispiace tantissimo ❤️ Sono sicura che in un modo mi farò perdonare.
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Noi Siamo Stelle (With Us-Saga 2) #Wattys2016
ChickLit(Storia in Corso) Jen è una ragazza riservata, timida e poco sicura di sé. Si è sempre sottovalutata, nessuno le ha mai mostrato il lato bello e divertente delle vita. Trevor è il ragazzo che non presenteresti mai a tua madre, il ragazzo da cui le...