CAPITOLO DIECI

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(Vi prego, vi prego, ascoltate la canzone Latch, di Sam Smith. La trovate anche nel capitolo, ma proprio qui sopra nei media trovate il video, sempre che Wattpad ve la faccia vedere. Comunque, se ne avete occasione, ascoltatela, per me è bellissima😍) 

POV JEN

Verso l'ora del mio incontro con Trevor, ricevo un messaggio da parte sua, in cui scrive che verrà a prendermi verso le dieci di stasera. Io, così, rimango per quasi tutta la sera a pensare se accettare o meno.
Alla fine mi decido a prepararmi per l'appuntamento con Trevor.
Aspetta, è davvero un appuntamento? Nah, forse solo un incontro così, senza troppi impegni. E se Trevor ha in mente di mettermi le mani addosso, be', sono pronta a minacciarlo di chiamare il 911.
Indosso un jeans strappato sulle ginocchia e una camicetta rosa pastello, poi arriccio un po' i capelli con il ferro. Non voglio dargli l'impressione di essermi preparata solo ed esclusivamente per lui, anche se, a ripensarci, potrebbe sembrarlo.
Per fortuna stasera c'è solo mia madre in casa e questo vuol dire che non inizierà a fare troppe domande. Mia madre non è mai stata del tutto presente, da quando ha vinto un concorso per pasticceri, poi, si dedica molto, anche troppo, alla sua pasticceria nel centro di Chicago, che è molto rinomata per i suoi cup cake.
"Io esco, mamma!" urlo dalla porta, consapevole di quanto non le importi, visto che è di nuovo segregata in cucina.
Si sporge dall'angolo e sorride. "Okay, ciao".
E basta, finisce lì. Neanche un 'fai attenzione, tesoro, ci sono tante persone cattive in giro che potrebbero farti del male'. No, per lei non esiste. È come se io, dopo esser tornata dall'estate che mi ha cambiata, mi fossi attaccata al mondo del male up o avessi iniziato a dire a tutti come è meglio vestirsi. E non l'ho fatto...
Esco di casa giusto in tempo per vedere Trevor arrivare con la sua bellissima moto davanti al cancelletto. Non appena si toglie il casco, devo ammettere che mi viene una pazza voglia di passare le dita tra i suoi capelli, ora tutti in disordine, ma mi rendo anche conto che sembrerei appena uscita fuori di senno.
Trevor è meravigliato. "Wow, già pronta?"
"Non ci metto molto, dovevo soltanto cambiarmi e indossare dei vestiti".
"Non ti preoccupare, amore, conosco la procedura, soprattutto se si tratta di spogliarsi".
In altri casi sarei o scappata o l'avrei guardato confusa, ma ora arrossisco e lo guardo male. "Smettila di fare così, Trevor. Mi metti a disagio".
Lui sospira e inaspettatamente annuisce. "Okay, scusa".
Vedendo la sua faccia, gli do una leggera pacca sulla spalla e sorrido. "Dove andiamo sulla tua moto che, guiderai, moooolto piano?"
Trevor ritrova il suo solito sorriso luminoso. "Ad una festa. Ti va?"
"Spero che almeno tu sia stato invitato, perché io non mi imbuco".
Ridacchia, poi mi porge un casco integrale. Lo infilo e, con tutta la goffaggine di questo mondo, salgo sulla sella posteriore. Ancora non mi ha risposto, ma spero di non doverci imbucare. Quest'estate, da mia zia, sono andata a diverse feste, a tutte ero stata invitata, ma andarci con Trevor, dopo quello che è successo questa primavera, fa un po' strano.
Trevor dà gas, ma non parte prima di avermi afferrato le mani sulle ginocchia e di essersele portate al suo petto caldo, obbligandomi ad appiccicarmi con il petto alla sua schiena.
Sarà una di quelle serate da cui ci si può aspettare di tutto...

Trevor si ferma davanti ad una villa fuori città e mi aiuta a scendere.
"Grazie" dico restituendogli il casco. "Dove siamo?"
Indica la villa e inizia a camminare al mio fianco. "Questa è la casa del mio amico fottutamente ricco. Si chiama Sammy, oggi è il compleanno della sua ragazza". Lo dice come se lui e questa ragazza avessero un passato alle spalle e lo noto dal sorrisetto che ha in faccia.
"Tu e questa ragazza siete stati...?"
Lui si acciglia e mi guarda, poi annuisce ammirato. "Eh brava, Jen. Come hai fatto a capirlo?"
"A capire che tu e questa ragazza siete stati a letto? Aspetta, probabilmente anche mentre era fidanzata con il tuo, testuali parole, amico fottutamente ricco".
Alza un sopracciglio, fermandosi. "Mi sorprendi, eri così anche quando non ero tanto sexy?"
Vorrei chiedergli che intende, ma lo capisco non appena i suoi occhi brillano di una strana luce. In questi casi, dovrei esplodere e dargli un calcio lì dove non batte il sole, perché la sua la prendo un po' come un'offesa. E invece, straordinariamente, me ne frego e gli volto le spalle alzando il dito medio.
Lo sento ridacchiare, poi raggiungermi.
Sulla soglia della porta, un ragazzo biondino sulla ventina, dà una forte pacca alla spalla di Trevor. "Amico, wow, ce l'hai fatta. Sono contento di vederti qui. Chi è quella bellissima ragazza che ti porti dietro?"
Trevor mi afferra un braccio e mi spinge contro il suo petto. "Lei è Jen, ma tu vacci piano con le parole, sei già fidanzato".
Gli rivolgo un'occhiata del tipo 'non puoi proprio parlare, tu' e sorrido all'amico.
"Sono Sammy, dolcezza" dice prendendomi la mano. "La mia ragazza oggi compie ben la somma di diciotto anni, sono sicuro che vi piacerete molto".
Trevor saluta l'amico, spingendomi dentro casa, dove nel salone è pieno di gente che balla e beve. "Da fottutamente ricco, mie testuali parole, Sammy fa numerose feste, ma sono sicuro che questa sarà la più noiosa".
Alzo un sopracciglio. "Allora perché sei qui, scusa? Gli mandavi un bigliettino e un mazzo di fiori, augurando buon compleanno alla sua troi... Ehm, fantastica fidanzata".
Trevor ride di nuovo, stringendomi di più il braccio, ma non appena alza gli occhi sulla folla di gente, ritorna serio. "Sono qui per un preciso motivo, non ti preoccupare".
Dal suo tono, sembrerebbe che il motivo della sua presenza qui, non corrisponda a qualcosa di buono, ma scrollo le spalle e mi convinco che, da una persona come Trevor, non ci si può mica aspettare un comportamento da bravo ragazzo.
Trevor si china su di me ed il suo fiato solletica piacevolmente il mio collo, mentre mi sussurra: "Vado a prenderti qualcosa da bere, tu resta qui".
Annuisco e lo osservo allontanarsi e sparire tra la folla, diretto in cucina.
La prima cosa che noto è che qui, gli invitati, sembrano tutti con il portafoglio colmo di dollari. E, probabilmente, la maggior parte di loro o sono figli di papà o di qualcuno di importante qui a Chicago. Non giudico, ma la cosa è abbastanza palese.
"Ehi, ciao!"
Mi giro di scatto e vedo un bel ragazzo moro, sorridermi.
"Ciao" lo saluto.
"C'è la mia canzone preferita ora".
Mi viene istintivo guardare il dj, che ora sta improvvisamente cambiando musica.
"Si chiama Latch, dei Disclosure e Sam Smith, la adoro. Ti piacerebbe ballarla con me?"
Quando le note iniziano ad uscire dalle casse, capisco che è una canzone abbastanza movimentata ed accetto, soprattutto dopo aver 'imparato' a ballare ad una festa quest'estate. Già, fa ridere detta così, ma io davvero, prima, non sapevo come si balla a questo genere di cose.
Il ragazzo mi sorride, poi mi prende la mano e mi invita in pista, cominciando da subito a dimenarsi. Lo seguo ridendo e non appena troviamo un posticino, iniziamo a ballare. Non so neanche il nome di questo ragazzo, ma starmene lì impalata, al bordo della pista, ad aspettare Trevor arrivare, inizia ad essere un po' noioso. Il ragazzo mi mette una mano sul fianco, ma per ora non lo allontano, ancora non l'ha allungata più di tanto. Quando la musica prende ritmo, allora la folla diventa più scatenata e mi scontro con il petto del ragazzo diverse volte.
Ridiamo come matti e cantiamo la canzone, finché non arriva il pezzo lento che pompa le casse e, sentendomi osservata mi giro, ritrovandomi davanti Trevor, che osserva la situazione con un sopracciglio inarcato.
"Ora è il mio turno" dice al ragazzo che, vedendo l'espressione e la stazza di Trevor, si allontana senza ribattere.
Io e Trevor ci guardiamo per interminabili secondi e sento il mio cuore pompare insieme alla musica, poi, con mio grande stupore, Trevor mi afferra la vita e muove il bacino, in un modo che mi toglie letteralmente il respiro, invitandomi a seguirlo nei movimenti.
Non ci tocchiamo molto, non ci strusciamo come fanno tante persone in pista, ma quando i nostri corpi si baciano, sento l'adrenalina ed una piacevole sensazione annidarsi nel basso ventre. Ad un tratto gli occhi di Trevor trovano i miei e la sua mano mi carezza il fianco, facendomi rabbrividire. Un impercettibile sorriso affiora sulle mie labbra, poi la magia si spezza quando la musica si interrompe di colpo, alzando le proteste degli invitati.
Trevor si ritrae di scatto e indietreggia, passandosi una mano nei capelli. "Io devo..."
"Io devo andare in bagno" mormoro imbarazzata, prima di scappare via.
Oddio, ma cosa è successo?
Chiedo ad una ragazza se sa dov'è il bagno e lo raggiungo al piano di sopra, dove mi ci chiudo senza pensarci due volte. Mi guardo allo specchio e mi accorgo di avere i capelli un po' in aria, così mi affretto a rimetterli a posto. Ho ancora il cuore a mille e la pelle d'oca, guardarci nel momento in cui la musica creava una certa atmosfera, mi ha fatto venire i brividi ovunque.
No, Trevor no, non sono la ragazza per lui... E poi lo conosco appena, quindi è escluso.
Esco dal bagno decisa a darmi una calmata e faccio per scendere al piano di sotto, quando trovo Trevor frugare all'interno di una piccola vaschetta, in una camera da letto.
Soldi... Aspetta, perché Trevor sta armeggiando in una vaschetta piena di soldi?
"Trevor!"
Lui alza la testa di scatto e sbarra gli occhi. "Oh, ehm..."
"Che diavolo fai?" sussurro.
Trevor scuote la testa e toglie le mani dalla vaschetta. "Niente, tu intanto vai a... Goderti la musica, aspettavo te per andare in bagno".
Alquanto perplessa e sospettosa, decido lo stesso di evitare di fargli domande e scendo al piano di sotto. Vedo tutte le persone ballare e scatenarsi, ma chissà per quale stranissimo motivo, ora non mi va proprio più. Anche se, il ricordo di Trevor che balla con me, mi fa venire di nuovo quella piacevole sensazione al ventre.
Mi allontano dalle scale e vado a servirmi un bicchiere di aranciata nella cucina. Qualcuno mi lancia delle occhiate, poi un braccio mi afferra bruscamente. "Andiamo, ora".
Guardo Trevor, ancora più perplessa di prima. "Perché?"
Si guarda le spalle e deglutisce. "Te lo posso spiegare un'altra volta?"
Scommetto che è per il fatto che stava frugando nella vaschetta piena di soldi, ma decido di non fargli altre domande. Alzo gli occhi al cielo e gli indico la porta di servizio della cucina. "Andiamo".
Prima ancora che Trevor apra la porta, sento la musica arrestarsi di colpo e infine la voce di Sammy, che urla nel salone. Be', a quanto pare Trevor è nei casini. Mi prende la mano ed insieme usciamo dalla villa, correndo come pazzi per il giardino. Di certo, essere coinvolta in un casino insieme a Trevor non mi entusiasma molto, per questo lo incito a darmi il casco e a salire sulla moto.
Durante il viaggio, mi stringo forte a Trevor e mi tranquillizzo quando lo sento rallentare di tanto la moto. Arriviamo davanti casa mia verso le undici e mezza, devo dire che la nostra serata è durata qualcosa come mezz'ora, ma forse doveva andare proprio così.
Scendo dalla moto sempre con una 'grazia' smisurata e gli restituisco il caso. "Cos'hai combinato?"
"Diciamo che Sammy sarà parecchio arrabbiato ora, ma per fortuna sono stato più veloce".
Non lo nasconde, non nasconde il fatto di essere colpevole, e questo mi fa corrugare la fronte. "Quindi sei colpevole?"
"Perché dovrei nasconderlo, tanto mi hai visto".
Questo è vero. Annuisco. "Okay, ora che farai?"
"Che devo fare? Dirgli che sono io il colpevole?" Ride. "Non lo capirà mai, sono troppo bravo per farmi sgamare".
Alzo un sopracciglio e incrocio le braccia al petto. "Deduco che allora non sia proprio un tuo amico, perché gli amici, a quanto ne so io, non rubano".
"Indovinato. No, non è un amico. Ci conosciamo abbastanza".
"Abbastanza per te da sapere che lui è ricco sfondato e dove sono i suoi soldi, che tiene in una cosa simile ad una ciotola per insalata".
Trevor scoppia a ridere, la sua è una risata vera, di quelle che ti fanno sorridere. "Sei forte, Jen. E comunque no, quelli erano delle donazioni che hanno fatto i suoi amici, per pagare un po' di cose della fesa, per esempio, il catering costosissimo che la fidanzata gli ha richiesto".
"E questa cosa la sai perché la sua ragazza te l'ha sussurrato mentre, per caso, inciampavi nel suo letto?"
Trevor ride ancora, annuendo. "Forse sì".
"Sei disgustoso, per favore, non voglio sapere i dettagli".
Quando smette di ridere, mi rivolge un sorriso raggiante. "Mi fai ridere, Jen".
Scrollo le spalle. "Almeno non ti faccio piangere".
Mi porge la mano ed io gliela stringo. "Ci vediamo lunedì, raggio di sole".
Annuisco. "A lunedì".
Ma solo dopo essere partito, mi rendo conto di come mi ha chiamata.

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Spazio Autrice
Sono super sicura che Trevor e Jen vi piaceranno, ho questa sensazione. O almeno, spero che sarà così. Dopo tanto tempo, sono tornata. Vi è piaciuto il capitolo?
Fatemelo sapere nei commenti... ❤️❤️

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