Noi Siamo Stelle (With Us-Saga 2) #Wattys2016

CAPITOLO NOVE

Pov Trevor

Be', che dire!
Ho chiesto a Jen di uscire. Anche se non sono sicuro che si farà trovare pronta per l'ora che le ho dato. Non perché penso sia lentissima nel vestirsi, no. Solo... non sembrava particolarmente convinta.
Comunque, poco importa. Devo tirarla fuori dal nascondiglio che si è creata.
Perché? Boh, me lo sento, mi intriga, e questo mica vuol dire che voglio sposarmela.

"Trevor, che cazzo vuoi?" sbotta Dorian rispondendo alla chiamata. "Sono al lago per il weekend, con la mia famiglia e tra due minuti metto a letto i bambini, voglio andare, sai, a letto con la mia donna".

"So che sei in vacanza, Dorian. Volevo soltanto dirti che penso di aver trovato un modo per fare soldi". Il lavoro del padre di Jen non me ne procura abbastanza, ma posso pur sempre trovare un'altra soluzione, in fondo me la sono sempre cavato da solo. "Ma non sono abbastanza".

Lo sento sbuffare. "E cosa dovrei fare io? Una magia? Mi dispiace, ancora non sono arrivato a tanto. Al diavolo, Trevor! La prossima volta ci pensavi due volte prima di fare quello che hai fatto l'anno scorso. Non ti paro più il sedere, in primavera è successo quello che è successo, mi sono tirato fuori da queste cose, non sono più interessato".

Sbuffo, sono consapevole di quello che è successo in primavera, questo è uno dei motivi per cui ho una certa reputazione ed i miei genitori hanno smesso definitivamente di salutarmi quando entro in casa, ma la verità è che non mi sono ancora del tutto ripreso, mentre Dorian ha fatto quello che avrei dovuto fare anche io: uscire dai giri, allontanarmi dalle persone che nessuno dovrebbe frequentare e farmi gli affaracci miei. Solo che lui è stato più fortunato, ha trovato una donna che lo ama, Rebecca, e insieme hanno avuto pure due figli. Ma queste cose capitano solo a chi, come ho già detto, è fortunato.

"Trevor?"

Mi risveglio. "Cosa?"

Lo sento ridere. "Pensavo ti fossi perso, amico".

Alzo gli occhi al cielo. "Non ho il tempo, Dorian. Non posso darti tutti quei soldi, sarebbe impossibile anche per il più fortunato del mondo".

Prima ancora che parli, lo sento tornare serio. "E cosa diavolo c'entra la fortuna ora, eh? Trevor, qui si parla di te e delle tue promesse che, dal momento in cui ti ho tirato fuori dai pasticci, non hai rispettato. Un dannato giudice ti dà un lavoro da duemila dollari, risolviti da solo i problemi".

Sgrano gli occhi. "Cosa? Come fai a sapere che è un giudice il mio capo?"

"Malgrado sia uscito da tutta una serie di giri da infami, come lo sei tu, ho mantenuto dei contatti. Gregor è ancora mio amico, lo sai questo, vero?"

Gregor... merda!

Conosco Gregor per sentito dire, lui lavora per alcuni criminali. Si occupa di pedinare le vittime, dei criminali, prossime sulla lista a morire. Non mi è mai piaciuto ed ora che Dorian mi ha fatto capire che sono stato seguito, mi rendo conto finalmente di essere una delle prossime vittime di Dorian.

"Mi ucciderai, Dorian?"

"Che cazzo! No, ormai non faccio più quelle cose, sono un padre e vado all'università, ho un fottutissimo posto tra i banchi dell'Università di Chicago. E amo una donna fantastica, non posso permettermi più la vita di una volta, non la voglio".

Sospiro. "Cosa mi consigli?"

"Di spararti da solo, perché io non lo farò, bensì non te la farò passare liscia. Mi servono quei soldi, il tempo passa anche ora che continui a parlarmi". Sento una risata femminile, poi la voce di Rebecca dall'altro lato del telefono. "Trevor, mi dispiace... no, anzi, non mi dispiace per niente, visto che qui c'è qualcuno che mi desidera. Vai e risolvi il tuo problema, ci vediamo a fine mese".

Dorian mi riattacca in faccia.

Non mi perdo d'animo e vado dritto al computer sulla scrivania. Cerco degli annunci di lavoro per la mia età: c'è un ristorante che cerca un cameriere per il turno serale, uno studio di fotografia ed infine una pasticceria abbastanza conosciuta qui a Chicago, che cerca un cameriere.

Bene, proverò alla pasticceria!
Ma ora... Devo prepararmi per Jen.

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