CAPITOLO CINQUE

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POV TREVOR BEEN

Non posso crederci. 

Davvero ho appena salutato la figlia di un giudice?

Parliamo di Jen, la ragazza che fino a quest'estate era un topo di fogna. 

Sembra cambiata anche di carattere, è più forte, al compito di biologia mi ha praticamente lasciato con un foglio in bianco. Eppure, so perfettamente che è ancora un po' succube del mio fascino. 

Mi fermo ad un semaforo, dando gas. Due ragazze in una macchina decappottabile mi salutano, civettuole, agitando le mani magre in aria. 

Alzo la visiera del caso e strizzo l'occhio alla mora al posto del passeggero. 

"La tua moto è bellissima, vorrei tanto farci un giro". 

Inclino il capo, ma non le dico niente, perché se anche parlassi, la gomma piuma del casco ostacolerebbe le mie parole. Quando il semaforo diventa verde, riparto a razzo. 

Penso a tante cose, ma per chissà quale modo e motivo, Jen finisce per appannarli con il ricordo dei suoi occhioni. La ragazza mi ha colpito!

Ricordo le parole di Dorian, molto minacciose e ripenso ai soldi che gli devo ridare. Mi ha detto di non fare cazzate con la pura Jen, poiché suo padre è un giudice ed io soltanto un idiota criminale, che l'anno scorso a Natale ha coinvolto Dorian James in un qualcosa di assolutamente sbagliato.

Be', se in qualche modo dovessi spezzare il cuore a Jen, il padre mi farebbe il culo. 

Parcheggio la moto davanti alla casa di Dorian. 

Lui è un ragazzo cazzutissimo, prima che accadesse quello che è successo a me, è riuscito a fregare Richard Hell, il più famoso spacciatore di Chicago, ed anche un tizio strano che faceva il fornitore di droga a New York, penso. Insomma, è forte e mi ha aiutato. Ora però ha deciso di cambiare vita: ha avuto due figli, si è sposato con quella bellezza di Rebecca e vivono in una casa. Dorian è alle prese con dei corsi per diventare qualcosa di più di quello che era prima, forse questa volta prenderà in considerazione un lavoro serio. 

Sinceramente, mi dice sempre di farmi i cavoli miei, quindi non so molto di lui, giusto qualche sprazzo della sua vita attuale, ma molto della sua vita precedente. 

"Mi hai portato i soldi, finalmente?" mi accoglie così Dorian, jeans bassi sui fianchi e petto nudo. 

"Copriti, Dorian!"

"Non usare quel tono con me, coglione". Mi fa entrare in casa. "Ho poco tempo, devo caricare le valigie in macchina e poi partire". 

"Dove andrai?"

Rebecca si alza dalla sedia a dondolo con un fagotto rosa tra le braccia. "Trevor Been?"

Sorrido. "Colei che irretisce con la sua bellezza". 

Dorian alza gli occhi al cielo e prende un altro fagotto, questa volta azzurro, da una carrozzina. "Dio, dammi la forza di non spaccargli la faccia". 

"Come stai?" chiede Rebecca, poi si china a dare un bacio sulla guancia del bambino nel fagotto che porta fra le braccia. 

"Tuo figlio?"

"La piccola Sophi" sussurra allargando il sorriso che le illumina il viso. "La mia piccolina". 

Indico il fagotto tra le braccia di Dorian. "E lui è...?"

"Trent" risponde Rebecca per Dorian. "Scusa il padre, è troppo preso da quegli occhioni". 

"Hanno entrambi ripreso da me, i due frugoletti" ribatte Dorian con una dolcezza che giuro di non aver mai visto sul suo volto. "La mia bellezza li porterà lontano". 

Noi Siamo Stelle (With Us-Saga 2)  #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora