Le parole di Taehyung continuavano a tormentare la mia mente e non percepivo come una singola frase potesse farmi tanto effetto.
Ma poi era possibile che in questo posto sperduto non ci fosse mai uno spiraglio di sole?
In qualsiasi parte della città andavi o pioveva o c'erano le nuvole oppure apparivano dei temporali che ti facevano venire i brividi.
Guardai per un istante l'enorme orologio a pendolo che si ritrovava in salotto e quando notai che già era passa l'ora di cena decisi di uscire di casa.
Mamma e papà sembravano come spariti così io con molta calma me ne andai a piedi verso il centro della città anche se sembrava di stare in un paesino minuscolo.
Appena finii di attraversare il sentiero mi ritrovai davanti ad una specie di locanda che si chiamava:
Blood diamond.
Ma certo oltre che al tempo incerto e agli abitanti inquietanti mi ci mancava un bar che si chiama Diamante di sangue
Scossi la testa pensando tra me e me che quella fosse solo una coincidenza poi entrai dentro ritrovandomi gli sguardi di tutti i presenti puntati addosso.
Mi sembravano proprio come gli studenti della scuola, capelli neri, giacche di pelle e viso pallido, anche un po' troppo a dire la verità.
Abbassai immediatamente lo sguardo sentendomi osservato e con passo deciso mi diressi al bancone.
Quando alzai il capo vidi una cameriera che stava preparando delle bevande che avevano un colore al quanto strano.
Allora in sto posto le donne esistono
Lei mi guardò facendo una faccia disgustata e non mi chiese neanche cosa volessi da bere o da mangiare.
« Mi scusi? Potrei ordinare? » chiesi sporgendomi leggermente in avanti con il viso anche se l'unica cosa che fece la ragazza fu farmi il dito medio.
« Ho capito, me ne vado » dissi alzandomi dallo sgabello e dirigendomi verso l'uscita.
Immediatamente un ragazzo mi si mise davanti bloccando la porta e chiudendola a chiave così da non permettermi di andarmene.
« Io dico che non vai da nessuna parte sangue misto » sbottò lui ridendo di gusto per poi tornare serio immediatamente.
Ma si può sapere perché la gente se la deve prendere sempre con me? Ma poi perché mi chiama sangue misto?
« Io non so di cosa parli e vorrei andarmene se me lo permetti » risposi cercando di essere il più gentile possibile.
« Oh qui sembra che qualcuno voglia farci arrabbiare » disse il ragazzo posando lo sguardo sul mio polso.
Da quando erano nato avevo un tatuaggio proprio sulle vene del mio polso, anche la mamma lo aveva infatti mi diceva che era una eredità di famiglia.
Assomigliava ad un pentacolo ma le linee della stella non erano perfettamente dritte ben si leggermente ondulate.
« Ma guarda guarda, devo dire che hai proprio ereditato tutto dai tuoi genitori eh sangue misto? » chiese di nuovo afferrandomi il polso e portandoselo vicino al viso.
« Lasciami subito! » gridai dimenandomi, ma quello sembrava avere la forza di un elefante tanto che non riuscii a divincolarmi più di tanto.
« Derek ti conviene lasciarlo andare subito se non vuoi che ti riduco a brandelli » disse una voce profonda.
Alzai leggermente lo sguardo e mi ritrovai Taehyung a pochi passi da me e il ragazzo.
Ma quando è arrivato? Ma poi da dove è entrato? Cosa vuol dire che lo riduce in brandelli? Ormai non ci capisco più niente
Subito il ragazzo che mi teneva il polso mi lasciò andare aprendo di scatto la porta e scappando via con un ghigno stampato sul viso.
« Grazie ... » sussurrai avvicinandomi a Taehyung.
« Tu ora vieni con me » quella fu l'unica cosa che disse prima di prendere il mio polso e trascinarmi fuori.
Camminava ad una velocità incredibile e il suo sguardo rimaneva impassibile verso il sentiero che stava attraversando.
« Dove stiamo andando? » chiesi con tono spaesato.
« Stai zitto e cammina » rispose aumentando ancora di più la velocità della camminata.
Io rimasi in silenzio per tutto il tempo fino a quando ci ritrovammo di fronte casa mia.
Ma cosa ... non era quella la strada per andare a casa mia, da dove è passato? E poi coma fa a sapere dove abito?
« Ascoltami attentamente perché non lo ripeterò. Tu qui sei in pericolo e da solo non ce la fari mai quindi quando esci dimmelo che arrivo e ti porto in giro io, sono l'unico che può aiutarti o che almeno vuole farlo vista la tua razza» disse Taehyung guardandomi da capo a piedi e facendo una smorfia.
« Senti la mia razza è come la tua, tu sei coreano io sono coreano qual è il problema? » chiesi alzando le braccia al cielo.
« Lo scoprirai presto Jimin, ti prego allontanati mi viene la nausea a sentire il tuo odore » continuò lui facendosi aria con la mano.
« Ma perché fai sempre così? Mi lavo tutte le mattine per la miseria! » gridai scuotendo la testa e voltandomi verso la porta.
Non ci fu risposta da parte sua semplicemente lo sentii appoggiarsi con il petto contro la mia schiena e una scossa mi trapassò tutto il corpo.
La sua mano mi accarezzò il braccio facendomi mordere leggermente il labbro inferiore e chiusi gli occhi sotto il suo tocco.
« Non ti fidare di nessuno, io sono qui, urla il mio nome e senza accorgertene mi ritroverai al tuo fianco » sussurrò con voce roca poi improvvisamente sentii un vuoto.
Lentamente mi voltai e vidi che Taehyung era sparito, come se si fosse volatilizzato o smaterializzato improvvisamente.
Quel ragazzo era strano eppure in qualche modo mi attirava, mi faceva provare sensazioni strane che nessuno mi aveva mai fatto provare.
Jimin ma smettila mica sei gay ... o forse si?
Spazio autrice:
Salve!
Ecco il mio nuovo capitolo!
Spero vi sia piaciuto e se volete lasciate un commento per dirmi cosa ne pensate!
Baci e alla prossima!<3

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Vampire heart || Vmin
FanfictionPark Jimin è un ragazzo semplice di diciassette anni. Vuole vivere la sua vita come ogni adolescente ma il trasferimento assieme ai genitori in un'altra città cambierà ogni cosa. La scuola e gli studenti faranno andare in confusione il nostro protag...