CAPITOLO 5

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《Non farti strane illusioni.》 Iniziò David. 《Non si interesserà mai a te.》 Mi guardò ridendo. Si capiva così tanto? 《Ehm.. non so di cosa tu stia parlando.》 Dissi un po' scocciata. David fece una piccola risata. 《Andiamo va.》 Incamminandosi verso casa.

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Durante il tragitto on parlammo molto, più che altro ci lamentavamo delle macchine che sfrecciavano a tutta forza e provocavano un fortissimo e insopportabile rumore, lasciando anche una puzza di benzina. Odio il fumo. Mi fa vomitare. Non ho mai provato una sigaretta. E mai la proverò.

Camminavo sempre a testa bassa, era un'abitudine che avevo sin da piccola; se camminavo a testa alta dovevo incontrare gli occhi della gente che mi fissava. Mi dava un gran fastidio, quindi, guardando per terra, non mi sentivo giudicata, o guardata. Non avevo molta autostima.. ho avuto un brutto passato..

Continuando a camminare sentii delle risate di bambini. Mi piacevano le loro risate, così vere e gentili. Alzai lo sguardo e vidi un parchetto per bambini, anzi, il parchetto. Da piccola mio padre mi portava sempre lì dopo la scuola. Sin dalla materna, fino alla prima elementare. Mi bloccai e mi misi a guardarli. David si accorse che mi ero fermata, molto presto, per fortuna, dato che stava continuando a camminare. Tornò indietro. 《Che è successo?》 E si girò dalla parte in cui fissavo, e per cui sorridevo. Si mise a sorridere pure lui. Decidemmo di entrare e di sederci su una panchina vicino l'entrata.

《Mio padre mi ci portava spesso, quando ero piccola. Non è cambiato di una virgola.》 Gli occhi mi si illuminarono, al ricordo dei vecchi tempi. 《Lui si metteva sempre alla fine dello scivolo, aspettando che venissi giù io. Ma avevo così paura che ogni volta gridavo 'Prendimi papà' e si sentiva il rimbombo della mia voce in quasi tutto il parco. Ero felicissima all'epoca.》 Il mio sguardo si fece più cupo. 《Come 'eri'? Come fai a non essere felice ora? Ceh dai, sei qui con me, David, il Macho della scuola.》 Rise. Fece ridere anche me, sinceramente. 《Mio padre morì quando avevo 12 anni. Un infarto.》 Vidi lo sguardo di David rattristarsi, e delicatamente sussurrò un 'Mi dispiace, davvero, non lo sapevo. Scusa..'. Ovviamente non poteva saperlo, non ne parlavo spesso, soprattutto non ne parlavo con chi conoscevo a malapena. David mi strinse la mano, ci guardammo e sorridemmo. Restammo così per qualche secondo, fino a quando non mi resi conto e quindi cambiai argomento. 《Oh, guarda! Le altalene si sono liberate! Andiamo!》 Iniziai a corre verso di loro, e David mi vene dietro. Ci sedemmo e iniziammo a parlare.

C. 《Allora, sputa il rospo. Cosa intendevi prima con 'Non farti strane illusioni'?
D. 《Che non devi farti strane illusioni.》 Rise.
Oh ma no, sul serio? Non si capiva.
C. 《Dei serio?! Perché su? 》
D. 《Essendo mio 'amico' -facendo il gesto delle virgolette con le mani- non è molto consigliabile come ragazzo, specialmente perché sa solo usare le ragazze.》
C.《Ma con Jess pare durare da molto.》
Stavano insieme dal primo superiore. Delle volte avevano avuto dei tiri e molla, ma alla fine sono sempre stato insiemi.
D.《La Troia della scuola con il puttaniere della scuola. Fai uno più uno.》
Non aveva tutti i torti infondo.
C.《Ieri sera m'ha scritto.》
David si paralizzò un attimo, fissando un punto per terra.
D.《Quando!?》
C.《Quando sono tornata in casa... tutto apposto?》
David si stava iniziando ad arrabbiare, e non poco. Avevo paura che iniziasse a piacchiarmi, dopotutto aveva il fisico giusto da pugile. Aveva certi addominali, che, uniti al suo viso da angelo e al suo sorriso che ti fa sentire in paradiso, pareva proprio un modello, ma di quelli belli, che tutte le ragazzine sognano di avere, ma non avranno mai.
D. 《Scusa, devo andare.》
Si alzò dall'altalena e se ne andò, lasciandomi sola.
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Tornai a casa da sola. Mi buttai sul letto e accesi il wi-fi.
19 messaggi su Whatsapp.
La maggior parte dei messaggi erano del gruppo di me, Viola, Stella e Luca, altri in quello della classe che raramente mi importava, poi 2.. uno di Matteo (waaaa) e l'altro di ... David.
'Hey,
Scusami per oggi, ma m'ero ricordato che dovevo fare una cosa importante. Mi sono divertito con te oggi ☺, spero che pure domani possiamo tornare a casa insieme.♡'
AH.
Non sapevo a come rispondere a quel messaggio. Dovevo essere arrabbiata? Delusa? Fare finta di nulla? E se poi si fosse arrabbiato, offeso ed altro ancora? Non me lo potevo permettere, non ora che avevo iniziato a farci amicizia. Con lui stavo bene. Certo, questa estate siamo stati molto insieme, ma uscivamo in gruppo più che altro.
Prima scrissi nel gruppo con i miei amici. Gli scrissi ciò che era successo oggi, e dell'atteggiamento di David, chiesi anche dei consigli:
Stella subito aveva ipotizzato che mi venisse dietro ed era geloso di Matteo; Viola invece aveva detto che forse aveva qualcosa di urgente da fare e Luca invece, ha semplicemente detto che aveva i cazzi suoi.
Lui era sempre così, non si interessava mai a niente, e nulla dei ragazzi che gli raccontavamo gli interessava. Si faceva semplicemente i cazzi suoi.
Due minuti di pensiero per decidere cosa rispondergli.
Stavo sulla sua chat e avevo fatto una bozza di un messaggio, del tipo 'Tranquillo, non è successo nulla, ma la prossima volta non mi abbandonare eh ahahahah almeno riportami a casa ahahaha 😉.'
Poteva funzionare, o forse no.
Non lo so. Fatto sta che il suo ultimo accesso divenne puntualmente un 'online' e, presa dall'agitazione, inviai il messaggio.
Era una merda lo so. Vidi il visualizzato e spensi subito il cellulare e lo buttai sul letto, portandomi le mani sugli occhi.
Sicuro non rispondeva, ma alla fine di che mi preoccupavo? Lui m'aveva scritto, mica io.
Vibrò il cellulare. Ansia. Accesi e vidi un suo messaggio. Lo aprì. Era troppo dolce. 'Ahahahahah ok. Domani mi sdebito. Al ritorno ti porto in una gelateria e ti pago uno yoghurt, che ne dici?'
Gli risposi con un 'Ovvio, tanto paghi te.' E continuammo a chattare per un po'. Sì, lo sentivo. Saremmo diventati ottimi amici.

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