Capitolo 10

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A riportarmi con la testa in cucina fu la voce di Luca. 《Stanotte dormirete tutti qua da me.》

Quella notte era stupenda. Ci eravamo radunati tutti in salotto sopra a delle coperte varie, sparse per terra. Lì era dove dormivamo quella notte. Dormivamo lì, non perché non c'erano abbastanza stanze o letti, quelli ce ne stavano a palate, ma perché quella notte era calda, e dormire per terra era una cosa bella, divertente da fare e almeno non schiattavamo di caldo. Ci eravamo disposti in cerchio: alla mia sinistra c'era Viola, seguita da Luca, poi da Stella che ovviamente era seguita da David, per poi tornare a me. Ogni volta che facevamo qualcosa, io e David stavamo sempre vicini. Era per questo che eravamo migliori amici. Solo quello.

Verso le 2.00 di notte quasi tutti si addormentarono, tranne me. Ero ancora presa dal messaggio di Alex. Chissà cosa aveva da fare per non stare con me. Mi alzai lentamente per non far svegliare Viola che aveva la testa sulla mia spalla, e cercai anche di non disturbare il russare di Luca. Piano piano mi alzai e andai verso il bagno. Avevo chiuso la porta a chiave, anche se tanto nessuno sarebbe venuto a disturbare, almeno così pensavo. Dopo 10 minuti che stavo lì dentro sentii bussare. «Sbrigati ad uscire, devo andare in bagno.» Era David, che pregava che gli lasciassi il bagno. Aveva una voce da zombie. Anche l'aspetto non era da meno, infatti quando aprii la porta non potevo non ridere. Era buffo. «Cosa c'è?» Disse tra uno sbadiglio e lo strofinarsi l'occhio. Notai che s'era anche tolto la parte superiore della maglietta. Restai ad ammirarlo. Era da quasi un anno che ci conoscevamo e non sapevo che era messo tanto bene. «Chiudi la bocca.» Me lo disse piano piano all'orecchio con un sorriso malizioso. Ovviamente aveva la bocca aperta per via del fisico. «Excuse moi.» Risi e me ne andai.

Andai in cucina per prendere da bere. Il sonno m'era passato. E non solo a me. «Niente sonno?» Mi girai e vidi David appoggiato allo stipite della porta. «Niente sonno.» Fece un cenno con la testa e si avvicinò a me, rubandomi il bicchiere d'aranciata fresca che avevo appena preso dal frigorifero. «Grazie.» Disse divertito. «Stronzo.» L'unica cosa che potevo dire. Presi un altro bicchiere e controllai il cellulare. Nessun messaggio, non da Alex almeno. Il mio sguardo si rattristò. «Non me la dice giusta. Solo ieri vi siete fidanzati, e oggi già s'è stancato?» Se ne uscì così. «Non s'è stancato. Avrà da fare.» Cercai di prendere le sue parti, ma non c'erano molte cose da dire per difenderlo. «Qualcosa di meglio dallo stare con te?» Gli volsi lo sguardo e vedevo che aveva uno sguardo tra il divertito e l'arrabbiato. Ci guardammo per un po', poi David spezzò quel silenzio. «Andiamo a dormire va.» Erano le 2:40, era proprio l'ora.


La mattina seguente io mi svegliai alle 10 e notai che non c'era nessuno. Sicuramente stavano fuori in giardino. Sentivo le loro voci urlare e divertirsi. Sentivo anche un altro rumore provenire dalle mie spalle. Mi girai e vidi David che dormiva beatamente con un braccio sulla pancia e dall'altro steso sopra la testa. E russava. Decisi di alzarmi e andare in cucina senza svegliarlo, ma il divertimento era tale che prima gli feci una foto. Raggiunsi gli altri e feci colazione. Dopo una bella mezz'oretta gli feci vedere a loro la foto che avevo fatto a David. «Che avete da ridere?» Chiese un mezzo zombie che usciva dalla porta del giardino per venirci incontro, mentre sbadigliava. «Se una ragazza morta.» Disse, dopo che gli avevo fatto vedere quella foto. «Cancellala!» Mi implorava. «Naah. Penso che la terrò, non si sa mai.» Gli sorrisi. «Se la vede qualcun altro, vi picchio tutti.» Si mise seduto sul prato e Stella lo seguì, dopodiché lui le mise un braccio dietro al collo e la strinse di più a lei.


Per l'ora di pranzo Luca ci cacciò di casa perché a meno di un'ora sarebbero arrivati dei parenti importanti, quindi la casa doveva essere perfetta. Viola e Stella andarono a mangiare al Burger King, ancora, mentre David voleva riaccompagnarmi a casa. Mentre camminavamo guardavo molto spesso il cellulare, ma niente di Alex. «Dai una tregua a quel poveraccio.» Commentò lui. «Dici che dovrei lasciargli spazio? Alla fine non si fa sentire da ieri.» Ero seriamente preoccupata. «Ma no, parlavo del tuo cellulare. Non mi interessa di Alex.» Scoppiò a ridere e io gli diedi un piccolo pugno sulla spalla e lui fece finta di essere ferito. «Perché non gli vuoi dare una possibilità?» Pretendevo di sapere il perché. «Ho un certo senso per le persone cattive, ed il mio sesto senso mi dice di non fidarmi.» Alzò spallucce. «Poi già dal viso, mi è antipatico.» In effetti ha un sesto senso per quel tipo di persone, ma stavolta si sbagliava. Io mi fidavo.


Arrivai a casa e ci fermammo un attimo per un'ultima chiacchierata. «Questa sera uscirò con Stella. Penso che ci scapperà un bel bacio.» Mi rivolse uno sguardo felice come non mai. «Allora buona fortuna.» «Grazie signorina ansiosa perché il ragazzo non le risponde.» Sorrise e se ne andò, mentre io mi stavo avvicinando al portone e gli urlai «Grazie signorino che stasera avrà il suo bacio.» Sorrisi ed entrai.


Guardai il cellulare e vidi un messaggio di Alex.

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