Cuore di Draco || Dramione

7. Questione di baci

- Ron sei un idiota! - urlò Ginny Weasley al fratello non appena giunse in Sala Grande insieme ad Harry, quella mattina.

- Ferma, ferma! Aspetta un momento. Cosa avrei fatto di male? - chiese Ron perplesso.
Harry, al suo fianco, divenne paonazzo.

- Hai baciato Samantha Brown ieri alla festa, e c'era anche Hermione! - rispose la piccola Weasley.

- E con questo? Non me ne pento di certo! - sorrise Ron, sedendo al tavolo della sua casa e mettendosi nel piatto una grossa fetta di torta.

- Nella tua testolina bacata, hai mai pensato per un attimo che potesse rimanerci male? -

- Sinceramente? No. E poi io e Samantha ci amiamo! - disse Ron sognante.

- Ehm, scusami... - una voce dietro le loro spalle. Si girarono. Samantha Brown, in evidente imbarazzo, era in piedi, davanti a loro. Stringeva al petto dei libri per le lezioni di quel giorno.

- Non è stata mia intenzione baciarti ieri alla festa. Mi hanno somministrato l'Amortentia quando ero distratta. Decisamente uno scherzo di cattivo gusto. - disse scuotendo la testa.

Ron rimase pietrificato.

- Sai chi è stato a farti questo? - chiese Harry.

- Sono sicura sia stato Malfoy. Mi ha avvicinato con l'inganno e, approfittando di un mio momento di distrazione, ha versato la pozione nel mio bicchiere. Mi dispiace davvero. - rispose Samantha, i libri stretti al petto. - È stato un errore. -

Guardò l'orologio che aveva al polso. La lezione di Difesa contro le Arti Oscure sarebbe iniziata a breve. - Devo andare. Buona giornata ragazzi! - rivolse loro un sorriso ammaliante.
Dietro di lei, il fratello Thomas si apprestava a raggiungerla. Passando davanti i Gryffindor, li salutò, riservando a Ginny uno splendido sorriso, che contraccambiò immediatamente. Questo scambio non passò inosservato ad un Harry molto irritato.

Quando i due gemelli furono abbastanza lontani, Harry esclamò:

- Quel Thomas non lo sopporto. È arrogante e sfacciato. -

- Invece è una persona gentile e disponibile. Malfoy, piuttosto, è una persona orribile. Come ha potuto anche solo escogitare un piano simile?- proruppe Ginny.

- Non saprei. Fatto sta che ha creato un casino. Hermione dov'è? - chiese Ron.

- Qui non c'è. Magari è ancora in camera. Ma le conviene muoversi, abbiamo Incantesimi tra un quarto d'ora. - concluse Harrry.

Dall'altra parte della tavola, due occhi grigi scrutavano il tavolo dei Gryffindor. "Dov'è lei?" si chiese Draco. "Con i suoi amici idioti non c'è. Possibile sia ancora in camera sua? Basta smettila di pensare a lei!" si disse. "Sta diventando un'ossessione."

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In quel momento, dall'altra parte del castello, nella stanza per prefetti, una Gryffindor si era da poco svegliata.

- Oh no, ho fatto tardissimo! - esclamò Hermione, i capelli tutti arruffati. - Farò tardi ad Incantesimi! -
Quella notte non era riuscita a dormire. Soltanto verso le sei del mattino i suoi occhi (e soprattutto i suoi pensieri) avevano ceduto al sonno, dandole un po' di pace. Ma si era svegliata troppo tardi.

"Non mi hanno visto a colazione, e nessuno è venuto a svegliarmi." pensò. "Magari volevano lasciarmi dormire un po', dopo stanotte."
Si, stanotte. Le tornò in mente tutto. Draco che somministra l'Amortentia a Samantha, ma non a Ron. Lui non era sotto effetto della pozione quando l'ha baciata. Dopo lo shock iniziale, però, si era resa conto che quel gesto non l'aveva ferita davvero. Quindi per cosa era rimasta più male: per il comportamento di Ron, o per quello di Draco?
Ovviamente la risposta già la sapeva, ma non voleva ammetterlo a se stessa. Gli insulti e gli scherzi di Malfoy duravano da anni: per quanto potessero far male, ormai ci era abituata. Perché adesso la ferivano così tanto?
Le balenò in mente l'immagine di due occhi color ghiaccio che la scrutavano. Scrollò le spalle, per scacciare quel pensiero che la stava ossessionando, mentre scendeva le scale della Sala Comune. Corse il più velocemente che poteva, ma finì comunque per fare tardi. Entrando in aula, infatti, si accorse che la lezione era già iniziata.