11. Hogsmeade

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Draco Malfoy si trovava da solo in un angolo appartato della Stanza delle Cose Nascoste. Davanti a lui, c'era un imponente armadio di legno scuro con rifiniture dorate.
Erano passati diversi giorni dall'attacco a McLaggen e da quel bacio con la Granger. Un gesto estremo di cui certo non si pentiva, ma che per adesso non poteva occupare spazio tra i suoi pensieri. Non le aveva rivolto nemmeno più la parola. Doveva rimanere concentrato. Doveva portare a termine la missione assegnatagli. Doveva rendere la sua famiglia fiero di lui. Bisbigliò un incantesimo e posò nell'armadio la mela che stringeva. Nel momento in cui chiuse l'anta, si sentì uno scatto e, poco dopo, un tonfo riecheggiò dall'interno.
Aprì l'anta e si ritrovò la stessa mela di prima, ma con un grosso morso da un lato.
Malfoy prese la mela e sorrise.

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A metà Ottobre arrivarono i primi venti freddi, e le piogge interminabili. Era un sabato umido ed Hermione era in biblioteca per portarsi avanti con lo studio, come era suo solito. Mentre leggeva '10 metodi per trasfigurare un animale in un bottone', scorse Harry e Ron che entravano a passo deciso.
"Spero siano venuti per studiare", pensò la Gryffindor.

- Hey, Hermione! Ti va se andiamo ad Hogsmeade a bere una burrobirra? Inizia a fare freddo! - esclamò Ron.

"Come temevo!" - No ragazzi, non posso. Devo studiare e dovreste farlo anche voi! - rispose Hermione.

- Dai, Herm! Potrai studiare più tardi. Andiamo a fare un giro! - la invogliò Harry.

In effetti, Hermione aveva bisogno di distrarsi un po'. Da quando era avvenuto quel bacio tra lei e Draco, non si erano più rivolti la parola. Anzi, sembrava che lui cercasse di evitarla in ogni modo possibile. E di certo non sarebbe stata lei la prima a parlargli. Maledetto orgoglio Gryffindor.

- Va bene, ma non facciamo tardi! - li avvisò Hermione, prendendo la borsa e i libri che aveva sul tavolo.

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L'arredamento de 'I tre manici di scopa' era decisamente Scottish. Ovunque regnava il legno mogano, che si alternava solo con alcune pareti color beige e le tende rosse delle finestre. I ragazzi si tolsero il giubbino e si sedettero al primo tavolo libero.

- Cosa vi porto, ragazzi? - chiese Madama Rosmerta, la proprietaria.

- Tre burrobirre, con lo zenzero nella mia, per favore. - rispose Hermione.

Madama Rosmerta appuntò le ordinazioni con la bacchetta su un foglietto di carta, e se ne andò.

- Oh, miseriaccia! - esclamò Ron, visibilmente a disagio. Al suo fianco, Harry era immobile, attonito per la scena che aveva davanti.
Hermione, seduta all'altro lato del tavolo, dovette girarsi per capire cosa stesse succedendo. Spalancò gli occhi. In un angolo del locale, Ginny era seduta, intenta a sorridere e a parlare sottovoce con il ragazzo che le stava a cinque centimetri di distanza. Quel ragazzo era Thomas Brown, che si avvicinò all'orecchio della Weasley per bisbigliarle qualcosa. La risatina sommessa di Ginny fece andare su tutte le furie il povero Ron, che adesso si sfregava le mani sui pantaloni, dimenandosi sulla sedia.

- Verme viscido! - esclamò.

- Ronald, si tengono solo per mano... - disse Hermione, cercando di stemperare un po' la tensione.
Ma, non appena si girò a guardarli, i due avevano smesso di parlare perché si erano fiondati in un lungo bacio. La mano di Thomas sfiorò delicatamente la mascella di Ginny durante il bacio, facendo irrigidire Harry, che divenne ancor più bianco di quanto non lo fosse già.

- E si sbaciucchiano. - concluse Hermione, girandosi al suo posto, adesso anche lei a disagio.

- Vorrei andarmene. - affermò Ron.

- Cosa? Non dirai sul serio? -

- Si dà il caso che sia mia sorella! - sbraitò Weasley.

- E allora? Alla festa ha visto te e Samantha Brown sbaciucchiarvi e mica è andata via. -

Come richiuse la bocca, Hermione si rese conto di ciò che aveva detto. Non era certo stata Ginny ad andarsene quella sera. Era stata lei. L'imbarazzo iniziò ad estendersi a macchia d'olio, quando fortunatamente si avvicinò il professor Lumacorno a spezzare la tensione, ridestando Harry dal silenzio.

- Harry, ragazzo mio! - il professore allungò una mano per salutarlo.

- Salva signore. - rispose Harry, alzandosi e  stringendogli la mano. - Che cosa la porta qui? -

- Io e 'I tre manici di scopa' ci conosciamo da molto, più di quanto ci tenga ad ammettere! - rispose Lumacorno, ed entrambi risero.

- Ricordo ancora quando era UN manico di scopa!- dicendo questo, il professore allungò le braccia, facendo cadere involontariamente su Hermione un po' di burrobirra dalla pinta che stringeva in mano.

- Oh, tutti in coperta! Mi dispiace Granger. Senti ragazzo mio. - tornò a rivolgersi ad Harry - Ai miei tempi ero solito organizzare dei tornei di corsa con la scopa. So che sei il cercatore della squadra di Quidditch e che le tue doti in volo sono assai note. Mi farebbe piacere che tu partecipassi alla competizione. Il vincitore riceverà un premio! Ti spiegherò tutti i dettagli in questi giorni. Allora, che ne pensi? -

- È un'ottima idea, signore. - la notizia risollevò un po' il morale ad Harry.

- Splendido, occhio al mio gufo! - sorrise ad Harry - È sempre un piacere vederti Wallimby! - disse rivolgendosi a Ron, ed uscì da locale.

- Un torneo di corsa con la scopa? Sembrerebbe pericoloso. - commentò Hermione.

- Invece sarà divertente! - rispose Ron.

Continuarono a parlare per un po'. Quando finirono di bere, si alzarono ed uscirono dal locale. Incamminandosi per tornare ad Hogwarts, Hermione lesse sul muro di una casa:

     'Cerca la pietra della Verità per essere felice'

La scritta era di un rosso fuoco. Si girò verso i due ragazzi e chiese:

- Cos'è la pietra della Verità? -

- Non ne ho affatto idea, dove l'hai letto? - chiese Harry.

- Da lì. - indicando il muro. Ma quando tornò a girarsi in quella direzione, la scritta era scomparsa.

- Tu stai fuori! - esclamò Ron.

Hermione pensò di esserselo immaginato, anche se rimase scettica per tutto il tragitto. Scosse il capo e cercò di non pensarci.

A poco distanza da loro Samantha, dal suo nascondiglio, aveva sentito tutto. Sgranò gli occhi. Se Hermione o Draco avessero scoperto prematuramente la Profezia, quest'ultima non si sarebbe mai potuta realizzare, e nessuno sarebbe sopravvissuto.
Chi aveva scritto quella frase, per poi cancellarla con un incantesimo?
Corse a perdifiato per tutta Hogsmeade, in cerca del fratello. Doveva assolutamente avvisarlo.

Cuore di Draco || DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora