capitolo 9

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Erano passati già due giorni dalla cerimonia ed il mio pancione era già cresciuto in modo sproporzionato come se la mia bambina cresceva in modo anomalo ma per mia fortuna mia madre mi aveva rassicurato su questo punto dicendomi che era una cosa normale e che anche io cresceva nello stesso modo. Ultimamente avevo anche dei vuoti di memoria che non riuscivo a spiegarmi ma come mi diceva mia madre ciò era dovuto alle mie missioni all'altro tomba per accompagnare le varie anime che avevano bisogno di me.

-Hopelia Devo parlarti-

Una voce mi richiamò dal fondo della stanza principale della fortezza ed essa poteva appartenere solo ad una persona.

-Cosa vuoi Arya?-

Le chiesi guardandola con sospetto

-Scusarmi con te-

Mi rispose lasciandomi un pò dubbiosa

-È di cosa? -

Chiesi con un vago sospetto per quello che voleva dirmi,

-Di averti ingannata e di tutti i miei sbagli che ti hanno recato un dolore-

Si scusò lei avvicinandosi ad ogni passo, e con sguardo sfuggente si torturava le dita dal nervosismo. 

-Non preocuparti capisco il motivo per cui lo hai fatto-

Le risposi con voce sincera perché ormai davvero riuscivo a capirla.

-Davvero?-

Mi chiese lei incredula,

-Si, ingannarei persino il diavolo se potessi stare ancora un solo minuto con Trevis-

Le risposi avvicinandomi ancora di più così che la luce del mattino potesse illuminare entrambe,

-Allora Amiche?-

Propose lei porgendomi la sua mano così che io potessi afferarla per così dire stringere un patto di amicizia, Sorellanza e tregua.

-Amiche-

Le risposi stringendole la mano per poi abbracciarla di slancio, la sentì rilassarsi appena l'abbracciai e quasi fece tenerezza,  quanto era vero chiunque fosse cresciuto ad Oblivion non sapeva cosa fosse un abbraccio.
Passeggiammo tra le mura della fortezza parlando del più e del meno; e dovevo essere sincera Arya pur essendo un demone specchio sapeva ascoltare molto le persone oltre ad essere molto spiritosa con le varie faccio buffe che riusciva a fare vicino al mio pancione, ora capivo perché Domenick non fosse adirato quando la vera identità di Arya venne fuori on fin dei conti chi non si sarebbe innamorato di quel suo animo così gentile. 

-Sai ad Oblivion non c'era molta gente con cui parlare-

Mi confessò lei con dispiacere,

-Bhe ora hai un sacco di amici con cui parlare quindi non ti preoccupare -

La rassicurai cercando di essere il più gentile possibile,

-Ma mi manca il tempo-

Esclamò lei vagando con lo sguardo nel vuoto.

-Cosa intendi Arya?-

Le chiesi dubbiosa ed un paventata,

-Hope sono un demone specchio e come anche i demoni ombra non viviamo molto-

Mi confessò lei con rammarico mentre calde lacrime le rigavano il dolce viso.

-Oh no Arya, ci deve essere una soluzione-

Cercai di dire per non perdere le speranze.

-Non c'è nulla che si possa fare è il naturale cerchio della vita-

Mi rispose lei con l'ombra di un sorriso,

-Dom lo sa?-

Le chiesi con rammarico,

-No... è non dovrà mai saperlo-

Mi rispose di scatto lei, era evidente che non voleva dargli un dolore ora che tutto stava andando bene tra di loro,

-Quanto ti rimane?-

Le chiesi cercando di temporeggiare,

-All'alba la mia vita finirà -

Mi rispose lei guardando il cielo azzurro,

-Sai è un bel giorno per morire -

Concluse lei con voce malinconica che mi recò una stretta fortissima allo stomaco, il fato continua a prendersi gioco delle nostre vite come se fossimo le sue marionette preferite che occupano i suoi momenti di noia.

-Si, è  un bel giorno per morire-

Le dissi tenendola tra le mie braccia così che non si potesse sentire sola neanche un istante.

Hope Duncan. La Mercenaria 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora