Capitolo 1

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Su di me non c'è tanto da sapere in realtà. Per tutta la vita ho desiderato che qualcuno mi prendesse per mano e si occupasse di me. Magari sembro una persona coraggiosa che fa tutto da se, e invece mi abbandonerei così volentieri alle cure di un altro. Che brutta bestia le parole molte volte. Rimangono tutte bloccate dentro, all'altezza della gola. Vorresti strapparle via con le tue stesse mani, ma non ci riesci e così continui a vivere di rimpianti, domandandoti se fosse cambiato qualcosa nel caso avesti espresso i tuoi sentimenti. Ma non era così. La gente pensa che il dolore per la morte di una persona nasca dal fatto che quella persona continua ad essere con noi in ogni momento, ma non possiamo parlare o ridere con lei o lui. Continua ad esserci in ogni persona nuova che conosciamo, nelle frasi di una canzone, tra le pieghe del letto la notte, nel sole delle mattine d'autunno e nelle cosa che ci ha detto. Ma non potremmo più sentire la sua risata o vedere i suoi occhi stanchi, non potremmo confessargli un segreto e chiedere consigli. È questo che ci demolisce giorno dopo giorno e che continuerà a ferirci per sempre, perché qualsiasi cosa faremo, quella persona sarà lì, imprigionata nei nostri pensieri, in un silenzio freddo e infrangibile. Quella persona che ci ha cresciuto, che ci ha sempre detto quale via scegliere, quella che ci ha insegnato a fregarcene degli altri. La nostra persona.

LA MIA FAVOLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora