Il punto è che quando hai quindici, sedici, diciassette anni puoi fare tutto, puoi permetterti di sbagliare. Ed è bellissimo e nemmeno ce ne rendiamo conto. É l'età del saltare scuola e falsificare la giustifica, i maglioni troppo larghi, i thè sotto le coperte, la domenica pomeriggio con gli amici, le cicatrici sulle braccia, le scritte sulle porte dei bagni di scuola. É l'età degli errori, l'età che non torna, l'età che qualsiasi cosa fai puoi sempre rimediare. É l'età dei pianti per cose che non sono niente e sembrano tutto, l'età dei primi amori, i primi baci, il dolore di quando finisce, e i "per sempre" che non lo saranno mai. Ci mettiamo in gabbia per paura della vita senza renderci conto che la vita vera è proprio ora, quella che a trent'anni vorremo poter rivivere. Siamo una generazione dannata, bruciata, andata, spirata. Siamo la generazione di facebook, di twitter, instagram e tumblr. Degli screen delle conversazioni, dei messaggi troppo lunghi, dei compiti infiniti, dei dilatatori, dei tatuaggi. Dei "Voglio vivere a Londra", "Voglio vivere a New York". Delle poesie sui banchi di scuola, i film visti milioni di volte, le amicizie a distanza, le stazioni, i treni, le insicurezze. É bellissimo, è bellissimo e non ce ne rendiamo conto. Io non me ne rendo conto. É ora di cominciare a gridare, ridere, respirare. Vivere fino a consumarsi la pelle e le ossa. Vivere fino a consumarsi l'anima. Siamo adolescenti. Alcuni di noi vogliono cambiare il mondo, si sentono forti e credono di essere in grado di combattere per una società migliore. Altri vedono ogni giorno il mondo cadergli addosso, con quella piccola realtà quotidiana che pian piano li manda sempre più giù, a terra, e credono di non farcela, sperando di sparire. E poi, diciamolo, abbiamo molti sbalzi d'umore. Ci sentiamo leoni pieni di vita pronti a conquistare il mondo e poco dopo piccole e insignificanti pecorelle braccate da un mondo che sentiamo non ci appartenga. Vogliamo essere capiti, ma quando cercano di irrompere nei nostri spazi ci sentiamo violati di qualcosa di nostro, che non può essere condiviso con qualcun altro. Guardiamo il mondo girarci intorno non riuscendo mai ad entrarci e vivere davvero. Insomma, siamo adolescenti e prima o poi al posto dei nostri sogni ci saranno delle vere realtà, brutali o migliori che siano, forse riusciremo a far parte davvero di qualcosa, ma per il momento siamo così, pieni di insicurezze, problemi e cazzate. Sapete quando vi innamorate però lui non ricambia il vostro sentimento? Beh siamo tristi questo è ovvio, quindi sapete perché gli mancheremo? Perché non troveranno mai un'altra noi nelle altre ragazze perché una che gli tiene testa e che lo asseconda e che gli cala sempre la testa, no, quella mai anche perché essere noi non è essere come le altre ragazze! Io penso che le persone non si dimenticano. Non puoi dimenticare chi un giorno ti faceva sorridere, chi ti faceva battere il cuore, chi ti faceva piangere per ore intere. Le persone non si dimenticano. Cambia il modo in cui noi le vediamo, cambia il posto che occupano nel cuore, il posto che occupano nella nostra vita. Ci sono persone che hanno tirato fuori il meglio di me, eppure adesso tra noi, c'è solamente un semplice "ciao". [
] Ci sono persone che nonostante mi abbiano fatto versare lacrime, mi abbiano stravolto la vita... mi hanno insegnato a vivere. Mi hanno insegnato a diventare quello che sono. E, anche se oggi tra noi resta solamente un sorriso o un semplice ciao, faranno per sempre parte della mia vita. Io non dimentico NESSUNO. Non dimentico chi ha toccato con mano, almeno per una volta la mia vita. Perché se lo hanno fatto, significa che il destino ha voluto che mi scontrassi anche con loro prima di andare avanti. L'adolescenza è complicata, disordinata ed emotivamente destabilizzante. Ma credetemi, è il miglior casino che possa capitarvi. Dante. Chi prima, chi dopo, volenti o no, tutti i ragazzi italiani si troveranno a studiare Dante. Ammettiamolo, pochi riescono davvero a comprendere le poesie, mentre il resto le etichetta come un luogo come "gente di scarsa autostima". Ma non è così! Cosa vorrà mai dire un fiorentino dal naso aquilino, vestito di rosso e con la corona d'alloro in testa a me, studente del terzo millennio, già impegnato in altre "guerre"? Proprio così, altre guerre. Comunque. Semplice, la Divina Commedia è senza tempo e credo che ora più di prima, se spiegata in giusto modo, sia utile per noi ragazzi. Non intendo trattare delle tematiche teologiche dell'opera, poiché la nuova generazione sta diventando sempre più atea, bensì di quelle allegoriche. Tutti ricordiamo a memoria la prima terzina del primo canto dell'Inferno e qua si può notare la prima metafora: "l'ingresso nell'adolescenza". Tutti i ragazzi perdono la retta via e le cause possono essere molteplici, ne consegue che non sappiamo dove andare, ci sentiamo persi ed arretriamo di fronte alle fiere della scuola, della famiglia, o/e dell'amore. Ci vorrebbe proprio una guida ed ecco che appare Virgilio, che possiamo identificare con una persona per noi di grande rilievo. Personalmente la mia si chiama "Andrea" e l'ho identificata con la parte più megalomane di me: è una figura immaginaria che mi sprona quando tutto sembra perduto; questo potrebbe essere indispensabile per coloro che vivono in complessi di inferiorità. Proprio in questo vedo l'archè (riferendomi in questo caso ad autori greci, come nel caso di Dante, ad Aristotele) , il principio, il pessimismo adolescenziale: ci sentiamo soggetti ad uno spirito ordinatore e giudice, che Dante allegorizza in Minosse, dal decreto insindacabile. Tuttavia, poiché siamo testardi, non accettiamo subito questo responso, ci ribelliamo al nostro destino convinti di esserne noi gli artefici ed, alla prossima disfatta, saremo lì, a sottometterci, da soli al giudizio divino, ripetendo tutto questo come un ciclo divino. Molto vicino all'atteggiamento adolescenziale è quello dello "scialacquatore", al quale Dante dedica un intero girone il cui custode è Pluto, dio delle ricchezze. Secondo il Sommo Poeta molti oggi sarebbero destinati lì, ma perché spendiamo senza misura? La categoria su cui si giudicano le persone è quella esteriore, pertanto è una continua corsa al comprare nuovi capi di moda, nuove scarpe, cappelli, giacche, pantaloni, l'ultimo iPhone anche se hai comprato quello prima appena due settimane fa per essere sempre al passo delle ultime tendenze. Hai mica paura di essere dimenticato? In noi è come se vivesse un ministro della propaganda, il cui compito è battere cassa dei propri likes delle nostre foto, scandire i vari momenti del giorno, quando esci, quando mangi, quando studi, quando sei in compagnia. Probabilmente l'unità di misura del tempo non sarà più il secondo, ma i, selfie. "Scusami, sai per caso l'ora? Sono Ie dieci selfie ed un quarto." Tuttavia personalmente, non credo che questo comportamento sia tutta colpa nostra, anzi, probabilmente è la risposta sociale di questa generazione di fronte alla divulgazione di valori trasmessi dalle pubblicità e da certi canali televisivi che puntano sulla mercificazione della donna, sull'aspetto, sulla moda. Anche sulla donna e sulle relazioni amorose in generale il poeta fiorentino ci offre un paragone senza tempo. La tresca di Paolo e Francesca riflette una porzione di quello che i ragazzi credono che sia l'amore: inganni e passione corporale. Non riuscendo ancora a distinguere nettamente tra vero amore ed infatuazione, mescoliamo il tutto in una versione sensoriale e, a tratti, cavalleresca. Da molti una donna, ma anche viceversa, è vista come la testa di un nemico vinto da esibire tra tutti quegli atti propagandistici prima citati. La conquista così, assume, caratteristiche marziali, sfoderando anche nel romanticismo, ma soprattutto gran parte di carisma e fascino. Ecco, forse l'amore così derivato assomiglia molto al mito di Ares, Afrodite ed Efesto (che vi consiglio di leggere prima di continuare se non lo conoscete) dove, per conquistare una ragazza, il fisico scultoreo batte il talento che proviene dall'interiorità di una persona. Dunque, Dante, dimostra che il suo capolavoro letterario merita di essere studiato proprio per le sue allegorie, indispensabili per noi per avere una visione critica e personale di chi vogliamo davvero diventare nella vita: se propagandisti dal bell'aspetto oppure persone coscienti dei propri limiti, dei propri talenti e, diciamocelo, della nostra bellezza interiore.
STAI LEGGENDO
LA MIA FAVOLA
RomanceSapete cosa significa essere soli? Avere sempre quell'impressione di non essere accettato da nessuno? Di non piacere a nessuno? Non aver persone con cui stare o passare del tempo con noi stessi? Non so da che parte schierarmi, la solitudine fa male...