Capitolo 18

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Altre volte mi diceva "Io vengo a scuola per distrarmi dai casini personali, poi vedo te così triste e penso che non sia possibile". E altro.. Insomma, mi ricorda ogni volta quanto io sia depressa, noiosa, triste, spenta, grassa, enorme, inutile e una merda. Io mi fidavo di lei.. era una mamma. L'anno scorso mi aveva aiutato così tanto col mio problema col cibo, poi però con l'estate io ho perso la testa e così sono finita in questa situazione di merda. Ora lei non può più aiutarmi, anzi mi peggiora. Ma quella frase di ieri sul mio tema, che dire... me l'aspettavo. Sapevo che sarebbe andata così. In fondo al tema avevo pure scritto "Solo ora mi rendo conto che ciò che ho scritto è solo un ammasso di parole negative. Questa non sono io. Io non sono così negativa". Però vabbè.. spero solo non lo dica davanti a tutta la classe, sennò la uccido. Odio essere lunatica e non so se sia dovuto al ciclo o all'adolescenza , in ogni caso, odio rattristarmi all'improvviso. Sento sempre che mi manca qualcosa: quella persona che ci tenga a me e che mi faccia stare bene. Sono così difficile, brutta e strana? Oggi ho incontrato quegli occhi azzurri che non avevo mai notato davvero e mi sono persa.. Perché deve essere sempre tutto così complicato? Mamma, non per avermi fatto nascere, ma per avermi rovinato l'adolescenza con il tuo egoismo, Vaffanculo. Ti odio. Posso tornare a quando avevo 8 anni e la mia sola preoccupazione era cosa sarebbe successo nella prossima puntata di Hannah Montana? Ho sempre trovato, fin da piccola, i libri una sorta di rifugio. Quando tutto intorno diventava brutto, dannatamente reale, noioso, triste, le storie, i mondi e i personaggi dei libri erano una salvezza. Harry Potter è stato/è il mio migliore amico. Ho sorriso, ho pianto (ricordo i fiumi di lacrime per la morte di Sirius) sono cresciuta con Harry. Sto rileggendo i libri, sto riguardando i film. È un continuo tuffo nel passato. In ricordi sbiaditi, vagamente felici. È una bella sensazione. È la stessa piacevole sensazione che provo per esempio quando rivedo i Goonies, o un film di Tim Burton o quando sento una canzone degli Oasis alla radio. È una sensazione piacevole, ma allo stesso tempo di perdita e consapevolezza. Perdita di ingenuità, di leggerezza, di innocenza. Consapevolezza di essere "cresciuti". Di essere distanti, ormai, da quelle immagini. È una brutta faccenda crescere. Tutti abbiamo paura del silenzio. Proprio così. Tutti noi abbiamo paura di stare in silenzio. Perché il silenzio fa affiorare i pensieri, i ricordi, le domande, i dubbi. Ci fa mettere in discussione con noi stessi. Anche se ci fa sognare, fa venire ansia, nostalgia, paura. Paura del passato, del presente e del futuro. E allora, lo copriamo, soprattutto con la musica. Copriamo il silenzio con le parole che vorremmo sentirci dire, con le parole di chi ci ha capito senza conoscerci, con le parole che spiegano ciò che noi non riusciamo ad esprimere. E allora ci chiudiamo in noi stessi. Non parliamo con gli altri, abbiamo sempre le cuffie nelle orecchie e altro per la testa. Vorremmo evadere da questo posto, da questa vita che non ci soddisfa. Anche l'adolescenza è una stagione infelice. Magari da ragazzo ti picchiano meno che da bambino perché da ragazzo ti rivolti. In compenso ti fanno altre prepotenze che sono peggio delle bastonate. Devi diventare questo, ti dicono, devi diventare quest'altro, anche se tu non hai voglia di diventare nulla perché vuoi vivere e basta. E per farti diventare questo, farti diventare quest'altro, ti mandano a scuola che è una tremenda infelicità. Perché a scuola si studia e ci si innamora. Io a quattordici anni mi innamorai. Era una ragazzina della mia classe, bionda, e diceva che assomigliavo a James Dean. Lo sai chi era James Dean? Uno che morì in automobile. Gli assomigliavo davvero. Stessa bocca, stessi occhi, stessi capelli, stessa statura. Però non le rispondevo mai quando diceva che assomigliavo a James Dean. Perché non volevo darle un appuntamento prima di avere i pantaloni lunghi. E i pantaloni lunghi non me li davano mai. Alla fine presi quelli di Giorgio, mio fratello. E la portai in barca e la baciai. Il giorno dopo mi cacciarono da scuola, non ricordo il perché. Però ricordo il dolore, in quanto finii in un'altra scuola e non la rividi più. Poi seppi che era morta. In automobile, come James Dean. Quanto si soffre da adolescenti! Sapete io sono una ragazza un po' strana, capirmi non è semplice. Un minuto prima rido e quello dopo piango. Sono piena di complessi. Allontano le persone che ci tengono davvero a me per rincorrere le persone che non farebbero neanche un passo verso di me. Sono complicata. Amo stare sola ma odio stare sola. Sono un controsenso. Non voglio nessuno al mio fianco ma voglio lui. Nessuno riesce a conoscere la vera me, si fermano tutti al primo ostacolo. Lui ci stava riuscendo ma io l'ho allontanato. Che cogliona che sono. Era tutto cosi bello, ero la sua piccola. Ora è tutto finito. Il sogno è sbiadito ed io sono tornata alla realtà. La musica mi salva da tutto questo schifo che mi circonda, senza la musica non sarei qui ora. Amo ascoltare la musica con le cuffiette a tutto volume mentre leggo un libro oppure mentre giro qui su Tumblr, mi rilassa. La musica è come una droga per me. Più ascolto la musica più sto bene. La musica per me è tutto, è vita. Qui su Tumblr mi sento capita. Ci sono persone che mi capiscono e questo mi fa sentire meno sola. Tumblr si potrebbe definire con una sola parola, casa. Sarò sempre la ragazza quella sola, quella senza amici. Quella che preferisce stare a casa, piuttosto  che andare in giro a divertirsi. Quella che piange, e nessuno lo sa, quella che ogni mattina lotta con se stessa, per apparire forte. Quella che nessuno noterà mai, e nessun ragazzo dirà: "COME E' BELLA!". Tutte le ragazze pensano di essere diverse dalla massa, pensano di essere più strane e più difficili da capire, anche io lo penso di me. In realtà siamo tutte strane, tutte difficili da capire; però siamo diverse tra di noi questo si. Mi dicono che sono strana, sono una ragazza lunatica. Ma non è vero, devo solo essere capita! La mia vita si fonda sul cambiare vita alle persone, far loro cambiare punto di vista, renderle migliori ed aiutarle a raggiungere i loro obbiettivi ed a diventare ciò che vogliono essere. È molto triste vivere per gli altri, perché ti senti vuoto dentro quando non hai aiutato qualcuno, in qualsiasi modo.  Mi sento strana perché allo stesso tempo voglio essere qualcuno per le persone, voglio essere me stessa, non una persona a caso, ed invece non sono niente per nessuno. Voglio essere notata per quel piccolo dettaglio che attira le persone speciali, le persone strane, come me, solo che di persone strane non c'è ne son molte, perlomeno a me non prendono in considerazione. Il mal di testa non mi dà la forza neanche di impacchettare i primi regali. Sono dolorante per il dente e sento una strana agitazione nel petto. Ho trovato babbo davanti al caminetto che parlava sottovoce con mamma. "Natale si passa in famiglia e a me manca la mia. Con i miei fratelli non è più lo stesso", mi ha fatto tanta tristezza perché tutto ciò che vorremmo è un po' d'affetto. Non passare le giornate a ricordare quanto siamo importanti. Odio essere una persona indecisa. Non so scegliere i gusti per il gelato, figuriamoci quello che voglio fare nella vita. Cazzo è del mio futuro che si parla, possibile che io non abbia un sogno nel cassetto o chissà quale strana passione da poter seguire? Per quanto questo potesse essere irraggiungibile, almeno avrei avuto qualcosa in cui credere. Potrei andarmene da qui, sì in effetti sarebbe una gran cosa, magari andare in Inghilterra, e poi proseguire eventualmente in America, non sarebbe niente male come biglietto da visita per la mia carriera, e anche il primo passo per iniziare a girare il mondo come si deve, che alla fine è l'unica cosa che mi interessa veramente. Sarebbe una nuova vita: completamente responsabile di me stessa, autonoma, nuove abitudini, nuova città....si sarebbe decisamente fantastico. Peccato che ho appena un mese e mezzo per capire e decidere cosa fare dei miei studi e del mio percorso, altrimenti ciao ciao possibile nuova me a Londra e rimarrò qui in Italia a fare chissà quale fine (anche questo è da decidere). Aiuto. E poi c'è lui. Se veramente riuscissi ad innamorarmi (cosa che credo stia già succedendo) non potrei mai perdonarmi di andarmene via così. Soprattutto non dopo tutto quello che ha fatto per me. Ma allo stesso tempo sono convinta che ognuno debba scegliere la propria strada indipendentemente dall'altro, nessuno può sapere cosa ci riserva il destino: lui rimarrà qui e diventerà un bravo medico, mentre io magari finirò a fare la senzatetto in America, tanto lo stato mi manterrebbe comunque. Si magari andrà così. Tutti parlano di quanto sia difficile vivere e lavorare ma nessuno parla mai di quanto sia difficile essere un creativo. Quella strana sensazione di inquietudine continua, il dovere di sembrare presenti, la malinconia che fa da sottofondo musicale... Andiamo ragazzi, sul serio, quanto è difficile vivere quando la soglia della tua attenzione è bassa? Dovresti ascoltare cosa ti viene detto ma la musica che ti risuona nel cervello è ad un volume troppo alto. Sei perso nella tua fantasia e la gente continua a chiederti cosa hai, perché fissi il vuoto. Rimani due ore impalato a guardare un cielo notturno, un paesaggio da una finestra e tutti vogliono sapere cosa ci sia di speciale in quello guardi. Ti vedono chinato a scrivere su un foglio i primi passi della stronzata che ti passa per la mente e cercano tutti di leggere quel che hai scritto. Come puoi spiegare e pretendere che chiunque possa capire? Il tuo è un mondo separato dal loro, vivi a cavallo fra il confine della realtà e quello della fantasia. Tutti ti vogliono attento, attivo, scattante, operativo, realizzato secondo i loro gusti più perversi...e tu, sei solo un poveretto che sta cercando di porre un freno a tutto questo, per rendere tutti contenti. Questa mattina pensavo a quanto è strana e variegata la vita con gli sbalzi ormonali. Ieri piangevo perché una ragazzina mi trattava male, sta mattina ho pensato che se ci prova ancora le tiro una testata (oggi invece è stata simpatica quindi niente testate). Il video del vecchio mi fa ancora piangere e l'esame invece mi sembra abbordabile. L'articolo di vice mi mette malinconia e ho rimediato alla fame mangiando lo yogurt. Da diversi giorni ho una strana sensazione, non so se sia angoscia, paura, stanchezza, so solo che mi sta divorando pienamente, ogni giorno sempre di più. Ho voglia di piangere, di sfogarmi, di mandare tutto a fanculo, e ho solo bisogno di qualcuno che mi faccia rilassare, mi faccia sfogare, che mi dica "ehi, io ci sono, sono qui con te" ma purtroppo attorno a me ho solo persone che pensano solo a loro e ai loro problemi!  Che senso ha tutto questo?

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