"I wanna fly.
I'm ready to burn down all these walls that I've been building up inside.
I wanna fly.
And put back all the pieces of this broken heart tonight"Nero.
L'unico colore visibile era il nero, ma il proprietario della stanza nella quale la luce sembrava bandita non si scomodò a sollevare le palpebre, consio del fatto che la sua visuale non si sarebbe minimamente modificata anche se lo avesse fatto.
Invece iniziò a contare.
Trentadue numeri, trentadue dolci secondi prima di spalancare gli occhi e prepararsi ad affrontare la giornata.
Nell'esatto momento in cui le sue palpebre si alzarono la stanza non fu più nera ; infatti i tre numeri rossi sulla sveglia,indicanti le 7:30, si illuminarono.Rosso.
Un sorrisetto andò a formarsi sulle labbra del diciottenne alla vista della flebile luce, soddisfatto di quella spruzzata di colore che faceva contrasto con l'oscurità della stanza.
A Victor piaceva il rosso.
Nessuna ragione filosofica dietro quella scelta, lui semplicemente si sentiva in un certo senso legato a quel colore.L'aprirsi della porta lo distolse dai suoi pensieri e lo costrinse a sedersi a bordo letto, mentre ignorava suo fratello che gli stava dicendo qualcosa legato alla loro scuola e cercava con lo sguardo una maglia pulita tra quelle sparse sul pavimento.
-Mi stai almeno ascoltando Vic?-
-Certo Mike, continua pure a parlare mentre cerco di accendere il mio cervello.-
Il più piccolo roteò gli occhi, lasciando la stanza del maggiore che si preparò per andare a scuola.
Nuova città, nuovi amici, nuova vita.
Vic si era promesso di cambiare.
Si era promesso di dire addio alla vita che conduceva nella sua vecchia città, di far uscire il suo lato estroverso per una volta e di cercare di crearsi una vita sociale almeno piacevole.
Ma tutte quelle prospettive gli sembravano così complicate da portare a termine, quando a malapena riusciva a forzare le sue palpebre a rimanere aperte.Quanto sarebbe stato difficile cambiare?
Ma sopratutto, sarebbe riuscito a cambiare senza perdersi di vista?
Perchè in realtà decidere di essere una persona nuova, fare cose che normalmente uno non avrebbe mai deciso di fare e cambiare il proprio modo di recitare nella società non è troppo complicato.Ma se non si ha niente a legarci al nostro io originale, alla fine dello show, sapremo ancora distinguere la realtà dalla maschera?
Se tutti cominciassero a conosce solo la nostra maschera, riusciremo a trovare la forza di togliercela?
Victor non ne aveva idea, ma ormai aveva preso la sua decisione.
Non si sarebbe lasciato rovinare l'esistenza pure là.Entrò in auto seguito dal fratello minore e cominciò a guidare verso l'edificio scolastico.
Quel luogo non gli dispiaceva.
Abitavano abbastanza distanti dalla periferia per non dover temere a metter piede fuori casa, ma di certo l'atmosfera era completamente differente dal luogo in cui abitavano coi loro genitori.Lì Victor si sentiva più libero.
I suoi genitori abitavano in una graziosa villetta, non lo segregavano in casa, non lo picchiavano o obbligavano a fare cose spiacevoli, ma di certo lui si sentiva più libero nel suo piccolo appartamento condiviso col fratello, decisamente rumoroso e disordinato.
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I paint the world in grey {Kellic} + {Perrentes}
Fanfiction"Be', stessa domanda anche a te Kellin. Tu chi sei?" "Io sono grigio" - Victor e Mike Fuentes, per sfuggire ad una pessima situazione familiare, si sono dovuti trasferire. Vic è felice di cambiare, lasciandosi alle spalle tutti i dispiaceri, sopratu...