{Nove} Stained Glass Eyes And Colorful Tears

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"Maybe I'll pretend right now
But I swear to God
I'm gonna change the world
And I promise you
Someday we'll tell ourselves
"Oh my God, this is paradise"

Natale. Tutti amano il Natale.

Ma ormai sappiamo che Kellin non fa e non ha mai fatto parte del "tutti".

Kellin non odia il Natale, lui semplicemente non ci crede.
Per lui non ha senso distinguere in modo così eccessivo una giornata qualsiasi che tra l'altro non è nemmeno la vera nascita del bambino a cui molti si riferiscono come Gesù.
Non è stupido? Beh, per lui sì.

Ed ecco l'ennesimo tratto contraddittorio nel ragazzo. Viveva in un mondo di sfumature di grigio, un mondo di pensieri lontanamente filosofici, decisamente troppo contorti e che sembravano estraniare il ragazzo da qualsiasi argomentazione soggettiva e spirituale, eppure Kellin era cristiano. Non che Dio eccetera avessero un colore per lui eh, ma semplicemente anche la sua fede era una parte importante di lui che la sua mente aveva intrecciato col suo flusso di pensieri.
Ed era da molto che Kellin aveva imparato a non andare contro la sua mente.

Eppure per lui era così stupido celebrare date, celebrare memorie, adorare oggetti  e compiere azioni per dimostrare la propria fede come molti facevano.
Per lui semplicemente era qualcosa che si sentiva dentro, e non aveva il bisogno di farsi tutti quei problemi per mantenerla viva in sè.
Perchè Kellin semplicemente non provava a mantenerla viva. Se un giorno si fosse spenta lui lo avrebbe accettato, ma finchè la sentiva era felice di accoglierla.

Ma hey, basta pensare a questo che non si era ancora preparato.
Divagava sempre troppo, ma non poteva farci nulla.

Per lui il Natale più che una gran festa era un occasione. L'occasione di stare coi suoi amici staccandosi dal mondo mentre indossava i maglioni decisamente strani che Oliver portava tutti gli anni, come se tutte le altre giornate non esistessero, per passare una serata a ridere, scherzare e semplicemente a star bene insieme.

-Vai dai tuoi amici?-
La voce della madre parlò alle sue spalle mentre si stava infilando le scarpe.
-Sì, mamma... Ma se stasera non lavori posso dirgli che ho altro da fare...-
La madre scosse la testa sistemandogli il colletto della camicia.
-Probabilmente starò a casa a godermi la magnifica cena che mi hai preparato-
Kellin sorrise stringendo la donna in un abbraccio e prima che lei potesse aprire bocca rispose a ciò che sapeva stava per dirgli.
-Non dirlo. Sei la madre migliore che io potessi avere e la mia vita è perfetta- Allora si staccò e la salutò, andando a prendere il treno per raggiungere casa di Andy.

Lui amava sua madre. Sapeva quanti sacrifici facesse quella donna per dargli tutto il possibile e non poteva essergliene più grato.

Più di mezz'ora dopo stava bussando alla porta di una bella ,ma neanche eccessivamente vistosa, villa su due piani; cioè casa Biersack.
Appena la porta si aprì non ebbe neanche il tempo di entrare che Oliver gli aveva già forzatamente infilato un maglione mentre rideva e scuoteva la testa.
-Ciao anche a te eh, Oli-
-So che ami i miei maglioni-

Finalmente entrò in casa e la visione che si ritrovò davanti lo fece piegare in due dalle risate.
Mike, Vic e Tony, essendo appena arrivati, e anche nuovi nel gruppo di amici, avevano ancora stampate in viso le reazioni ai maglioni che indossavano tutti.

Oli ne aveva uno rosa con sopra una gallina appesa ad un paracadute che cagava quello che Kellin pensava, e sperava, fosse un uovo.

Quello di Andy era blu, con un gabbiano travestito da Batman.

Vic ne aveva uno rosso su cui spiccava una scimmia con un costume da danzatrice del ventre.

Tony stava cercando disperatamente di capire se quella sul suo maglione verde scuro era una tartaruga che suonava la tromba o una tromba ficcata in culo ad una tartaruga.

I paint the world in grey {Kellic} + {Perrentes}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora