{Tre} Let love bleed red

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"Is it naive to make plans that seem so far away?
There's a reason I feel this way"

Il professore non tardò a metter piede in classe, e una gran parte degli alunni si voltò ad osservare l'uomo a loro sconosciuto, cominciando a chiedersi dove fosse il loro vecchio insegnante.

Ma di questo Kellin non se ne accorse; in realtà non si era nemmeno accorto della presenza dell'adulto alla lavagna, come non si era accorto del proprio cellulare che giaceva ancora a terra, dov'era caduto poco tempo prima.

I suoi occhi erano puntati sullo studente seduto due file di banchi davanti a lui, lo studente rosso.

Era scioccato, come lo era stato quando l'anno prima aveva scoperto il blu.
Di certo non si aspettava di trovare un nuovo colore da sistemare nel proprio mondo in un luogo come la scuola, ma ancor più non si aspettava che quel colore fosse una persona.

La sua attenzione però venne presto richiamata dalla voce del professore, quindi si affrettò a recuperare il cellulare e a puntare gli occhi sull'uomo appoggiato alla cattedra.

Ripensò immediatamente all'uomo alto un metro e novanta, in cui consisteva il suo vecchio professore, per poi assocciarlo alla fronte quasi altrettanto alta di colui che era apparentemente quello nuovo.
In quel momento solo un pensiero gli attraversò la mente: 'Ma tutti i nostri professori di filosofia devono avere qualcosa di troppo alto?'.

L'uomo alla cattedra si schiarì la voce per ottenere silenzio, per poi iniziare a parlare.

"Salve a tutti, io sono il professor Urie e sono il nuovo professore di filosofia in questo istituro, dato che il vostro vecchio professore , il signor Weekes, ha dato le sue dimissioni al termine del vecchio anno scolastico"

Nella classe si alzò un leggero brusio dato che il professor Weekes era decisamente popolare,  ma la sua attenzione venne colta da una ragazza con la mano alzata, alla quale venne data subito la parola dall'unico adulto presente.

"Ma la sua fronte è sempre stata così alta?"

A quel punto metà classe scoppiò a ridere, facendo i complimenti alla bionda per l'osservazione e seguendo il suo esempio, mentre l'altra metà era composta da quelli che scuotevano la testa con espressioni di disprezzo verso i propri compagni dipinti sul volto.

Quella era la particolarità di quella scuola: l'eterogeneità dei suoi studenti.
Infatti essi potevano variare da "saputelli figli di papà" a "teppisti di periferia che non sapevano manco perchè erano lì".
I primi tendevano ad iscriversi alla scuola perchè era vicina ad una bella zona residenziale dove quasi tutti vivevano ;in più l'istituto teneva corsi molto vari ed il livello di studi non era basso.
I secondi lo facevano perchè l'edificio era esattamente davanti alla stazione del treno, potevi fumare tutto quello che volevi in cortile e perchè i genitori ci tenevano che avessero almeno un minimo di cultura.

Inutile dire che Kellin faceva parte della seconda categoria, ma il suo sguardo si puntò subito su "Rosso".

Chi era lui?

Non rideva con gli altri, ma non aveva neanche un'aria altezzosa stampata in viso.

Kellin voleva sapere di più su quel tipo. Kellin doveva saperne di più.
Ma l'ora di filosofia non era il momento più adatto.

"Sì, è sempre stata così, ma ora gradirei un po' di silenzio, grazie." Il prof. Urie richiamò l'attenzione della classe. "Be', per questa lezione mi piacerebbe conoscervi meglio, quindi ora a rotazione vi presenterete, ma vedete di non fare casino."

Povero professore. Non sapeva che i ragazzi erano tutti zitti solo perchè ci tenevano a fare una figura decente almeno il primo giorno di scuola.

L'organizzazione di quella scuola era semplice: se volevi seguire una lezione ti sedevi nelle prime due file, mentre se ti sedevi nelle ultime nessuno ti diceva nulla e potevi fare ciò che volevi. Prima o poi tutti i professori lo capivano.

I paint the world in grey {Kellic} + {Perrentes}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora