Pov Clary
15 Settembre 2014
Il cortile della scuola era già ricoperto da un grosso strato di umidità. Nel Maid-Said il clima era sempre pessimo durante quel periodo dell'anno. Sembrava che il cielo volesse rispecchiare il mio stato d'animo. Avevo ormai perso tutte le lezioni della giornata ed era solo il primo giorno di scuola. Era tutta colpa di Sebastian, lui aveva sempre avuto una cattiva influenza sui miei comportamenti. Ma questa volta era stata una mia scelta assecondarlo, volevo dargli una possibilità e allo stesso tempo volevo tenermelo lontano perché quando ero accanto a lui ogni cellula del mio corpo sembrava non averne abbastanza della sua presenza. Mi aveva fottuto il cervello.
Sospirai ormai tornata alla realtà. Ero fuggita dall'infermeria come una pazza, rivelando tutta me stessa a Sebastian. Avrebbe potuto leggere la mia debolezza in quel momento, ma da una parte non mi importava. Anche lui era debole nonostante lo nascondesse molto meglio di me. L'attacco di panico era una conferma: eravamo entrambi sconvolti, ancora a pezzi per quello che era successo. Lui sembrava però aver trovato la risposta:lui aveva capito che era stato uno sbaglio. Dentro di me, invece, stavo ancora cercando di convincermi che quello che provassi fosse un errore, perché nonostante il disgusto per me stessa ero ancora al punto di partenza. Ero ancora alla negazione di tutto, mentre lui era arrivato almeno ad accettare quello che era successo e il fatto che fosse sbagliato. Era quella l'impressione che mi aveva dato vedendo la sua calma mentre le mie labbra premevano contro la sua pelle così morbida e calda.
<Hey, bellezza, perché tutta sola?>
Ed ecco Jace, il ragazzo più bello e più popolare del liceo, anzi di tutta la zona. Era ormai un anno che mi veniva dietro e più lo rifiutassi, più sembrava preso da me. Eravamo nel frattempo diventati amici, perché nonostante avessi sempre rifiutato tutti i suoi inviti ad uscire avevamo finito con il conoscerci e parlando con lui avevo capito che non era semplicemente bello esteriormente, ma era una bella persona a prescindere. Era uno dei ragazzi più simpatici che conoscessi, ma qualcosa mi bloccava. Ero lusingata dal suo interesse per me, ma il mio cuore non voleva saperne di lui, se mai ne avessi avuto uno ancora funzionante.
<A quanto pare la gente che rimane a casa il primo giorno di scuola non ha torto. Tutto questo fa schifo.> Risposi sinceramente come avevo sempre fatto con lui. Non dovevo sforzarmi di piacergli, non dovevo pensare a cosa fosse giusto dire e cosa no, dovevo semplicemente essere me stessa attorno a lui e sapevo che tutto sarebbe andato bene.
<Sei finita di nuovo nel mirino della Link?> Nonostante stesse cercando di farmi sorridere il suo viso era serio, la voce scherzosa, ma la fronte corrugata in segno di preoccupazione.
<Oh, sarebbe stata la cosa più facile da sopportare oggi. Non sono neanche arrivata alla sua lezione.> La Link, come noi tendevano a chiamarla, era la professoressa di informatica, una donna sulla quarantina, che odiava apertamente tutti i suoi studenti specialmente quelli portati per la sua materia, come me.
<Allora forse ti sei salvata per questo semestre.>
Una piccola risata uscì fuori dalle mie labbra, ma non la sentì mia, era come se stessi semplicemente facendo quello che sapevo l'avrebbe reso felice, senza farlo realmente.
<Non fingere con me Clarissa.> Ed ecco il mio nome detto per intero, come un avvertimento. Jace era serio. Il suo sguardo sembrava volermi leggere la mente e decisi di facilitargli le cose.
<Mio fratello è qui, a scuola.> Dissi guardandolo finalmente in faccia. Vide i miei occhi rossi e un sorriso più simile ad una smorfia di dolore.
<Non mi hai mai parlato di tuo fratello, lo sai? Ora capisco perché>
Con Jace era facile, lui a differenza del mio migliore amico, non chiedeva spiegazioni. Mi dava il mio spazio e il mio tempo. Sapeva quando parlare e quando farsi da parte. Era ovvio che avrebbe voluto sapere perché la presenza di mio fratello fosse tanto sconvolgente, ma ebbe la gentilezza di non farmi parlare in quello stato. Ebbe la gentilezza di non chiedere, ma di esserci per me in ogni caso.
<Grazie Jace.>
Ed ecco niente più maschere ed un abbraccio sincero, confortante. Avrei dovuto parlare al mio cuore, sistemare le cose con lui e poi farlo innamorare di Jace perché quel ragazzo era un angelo mandato sulla terra per illuminare il mondo degli altri.
<Ora però smettila di fare la depressa e vieni con me>
<Dove?> Chiesi non riuscendo a fermare il sorriso che si stava creando sul mio volto.
<Da S&G. Dove altro se no? Ti devo almeno un gelato dopo una mattinata di merda.>
E così mi aiutò ad alzarmi e abbracciati camminammo verso la sua macchina, senza bisogno di parlare e distruggere la tranquillità creata da quel silenzio. Eravamo lì uno per l'altro, lui era lì per me e le parole sarebbero state semplicemente superflue.
_Nota autore: spero questo capitolo vi piaccia e spero che state passando delle belle vacanze. Fatemi sapere che ne pensate del nuovo personaggio. A presto._

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Shadow
FanfictionSebastian Verlac, l'oscurità in persona. Il ragazzo senza emozioni, senza anima, pieno di sarcasmo e odio che nessuno puo domare si ritrova davanti alla sfida piu pericolosa e impensabile del mondo: far innamorare una ragazza. Ma se lui non sa cosa...