CAPITOLO 10

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Pov Sebastian

15 Ottobre 2013

Eravamo sdraiati nel letto, le teste una accanto all'altra, ma i corpi posizionati nella maniera opposta. Kate mi passò la canna e dopo aver fatto qualche tiro cautamente posai il resto tra le sue dita fragili. Trattenni il fumo nei polmoni finché sentì bruciare il mio corpo e dovetti buttare fuori quel calore così poco familiare.

<Allora, parlami di lei...>

Chiese la ragazza accanto a me senza guardarmi e continuando a fumare. La sua voce uscì con delicatezza e io annuì istintivamente, anche se lei non si rese conto del mio flebile movimento. La mia mente non stava più cercando vie di fuga, l'erba era riuscita a tranquillizzare i miei nervi e ora avrei parlato per ore dopo la reazione di Kate alla mia confessione. Sapevo di poter contare su di lei e fu in quel esatto momento che mi resi conto di volerla come mia amica, mia confidente.

<Clarissa è una persona speciale, raggiante, che potrebbe illuminare una stanza anche con il suo pianto. Credo sia una delle persone più forti e più generose che io conosca.Non avevo mai avuto così voglia di vivere, prima di conoscerla.>

<Prima di conoscerla? Cosa intendi?>

Kate mi passò il purino e dopo un tiro profondo tornai a parlare con ancora più calma.

<Da piccoli non eravamo per niente uniti, ho pochi ricordi di lei nei miei primi anni, ma crescendo eravamo diventati amici per la pelle e al mio primo anno di superiori sono arrivato veramente a conoscerla. Non era solo mia sorella, era mia amica, così avevamo deciso di unire i nostri due gruppi di amici e organizzare una serata da non dimenticare. I nostri genitori erano via per lavoro, cioè nostra madre lo era e così avevamo organizzato una fantastica festa a casa nostra. Le cose non erano andate però come previsto e a metà serata io e Clary ci eravamo rifugiati sul tetto. Nel vederla nel mio nascondiglio preferito avevo capito che io e lei eravamo inseparabili e quella sera parlammo della nostra vita e ci conoscemmo veramente, più di quanto si conoscano i fratelli solitamente, perché puoi vivere con una persona sotto lo stesso tetto da una vita, ma conoscerla veramente, perché non sei nella sua testa, non puoi sapere i suoi pensieri>

Presi fiato e lasciai cadere la canna nel posacenere, era finita, ma la conversazione non sembrava ancora conclusa e conoscendo Kate sapevo che era in arrivo un'altra domanda.

<E quindi cosa è successo da farti andare via?>

<Una festa in maschera, ecco dove tutto è andato a rotoli.>

E le raccontai tutto nei minimi dettagli, senza riserve, senza paura, ma provando un grande disgusto verso me stesso e i miei sentimenti. Sapevo che tutto quello era decisamente sbagliato, ma non potevo fare a meno di provarlo, non lo avevo deciso, mi era semplicemente capitato.

Clary Pov. 

16 Settembre 2014.

Un'altro risveglio traumatico tra l'indecisione del godermi la nuova giornata o tornare a dormire. Avevo passato la maggior parte della notte a pensare a come comportarmi rispetto alla situazione con Sebastian e non ero arrivata a nessuna conclusione. Avevo semplicemente deciso di vivere la giornata, cercare di andarci d'accordo, ma senza avvicinarmi troppo. Avevo bisogno del mio tempo per abituarmi al suo ritorno e all'idea di dover in qualche modo rivangare il passato per decidere la mia posizione rispetto a ciò che era successo tra di noi.

Dopo la mia solita routine scesi in cucina aspettandomi di trovare due persone al tavolo per l'ora di colazione, ma quando vidi solo nostra madre sospirai sollevata.

<Buongiorno, come mai cosi di mattina oggi?>

Chiese mia madre indicandomi l'orologio della cucina che segnava le sette in punto. Mi limitai ad alzare le spalle in una mezza risposta e vidi che la colazione non era ancora pronta.

<Lui dorme?>

Chiesi freddamente, non seppi neanche il perché di quell'interesse, ma mia madre ne sembro soddisfatta.

<E' uscito prima, ha detto che aveva bisogno di fare una passeggiata prima di scuola per chiarirsi le idee. Non sarà facile ritornare nella vecchia scuola, sai...>

Mia madre continuò con il suo ragionamento, ma io smisi di ascoltare iniziando a controllare i miei messaggi e a rispondere ad uno ad uno. Fui molto contenta nel vedere il messaggio di Jace che mi invitava ad una festa quella sera stessa, nonostante fosse solo martedì. Risposi con un semplice 'mi dispiace' facendogli intendere che non sarei andata. Mia madre non avrebbe mai accettato di lasciarmi andare ad una festa durante la settimana, anche se organizzata dalla scuola stessa. 

Feci colazione molto velocemente, persa da i miei pensieri senza ascoltare una parola di quello che diceva mia madre, e poi prendendo le cuffie e alzando il volume della musica al massimo mi incamminai verso scuola il prima possibile: forse una camminata per chiarirsi le idee non era poi una cosi pessima idea.

"NOTA AUTORE: Eccomi, sono tornata, questo capitolo è davvero corto, era più un capitolo di prova, per me per rientrare nell'ottica dei personaggi dato che questa storia è davvero vecchia, ma ho avuto recentemente l'ispirazione per una continuazione. Quindi spero mi rivedrete presto su questa piattaforma. Grazie a tutti coloro che leggono la storia, mi danno dei feedback e mi sostengono. Penso tornerò anche con una storia del tutto nuova, vi terrò aggiornati, bacioni."

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