Capitolo 2

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"Ti sono mancato sorellina?"

E le sue parole fanno l'effetto desiderato, mi.scuotono fin dentro le ossa facendomi perdere l'autocontrollo acquisito in quei mesi. Mi ritrovo a tremare e sento un dolore incontenibile come se mi si fossero spezzate tutte le ossa. Ficco le dita nei palmi sentendo a breve il sangue caldo e mi ritrovo a pensare a tutti i modi possibili per scappare da lui. Non riesco neanche a girarmi a guardarlo perché sono sicura che quel sorriso irritante mi sta sfidando. Non me ne accorgo nemmeno quando mia madre mi passa affianco baciandomi la guancia e dando delle istruzioni a Sebastian. Una frase riesce immediatamente a scuotermi dal mio stato di shock in cui ignoro tutto quello che mi circonda.

"Accompagnala tu a scuola e occupati del trasferimento"

Dice mia mamma abbassando la maniglia della porta per scomparire un attimo dopo.

"Ci andrò a piedi"

Urlò per farle sentire la mia decisione da dietro la porta. Sento lo sguardo di Sebastian su di me e il suo sorriso quando sente la mia agitazione nel mio tono di voce. Mi schiaffeggio mentalmente per la mia debolezza, ma un attimo dopo torno a guardarlo con più sicurezza. Gli passo vicino prendendo le chiavi che appendono dalla tasca dei suoi jeans e aprendo la porta mi faccio ancora più coraggio.

"Buona giornata fratellone"

Cerco di trattenere una risata per la risposta a tono che è appena uscita dalle mie labbra ma un attimo dopo il mio divertimento scompare. La sua mano ferma sul mio polso mi impedisce di allontanarmi e il suo tocco mi manda ghiaccio in tutto il corpo.

"Lasciami!"

Dico un po' troppo forte facendo sembrare la mia parola un urlo disperato pentendomi immediatamente.

"Lo sai che non lo farò"

La sua voce e dura ma mi rendo conto che ha ragione ricordandomi di tutte quelle volte in cui cercando di evitarlo non facevo altro che cadere nelle sue trappole.

"Cosa vuoi?"

Chiedo quasi esasperata riuscendo finalmente a sottrarre la mano dalla sua presa. Guardarlo mi fa male, ma mi costringo a combattere i suoi occhi neri come le tenebre.

"Sistemare le cose. Lo sai."

La sua risposta mi fa innervosire a tal punto che mando all'aria qualsiasi piano precedente nel quale tento di sfidarlo facendo muovere le mie gambe automaticamente cercando un posto il più lontano possibile da lui.

"È tutto apposto se svanisci. Stammi alla larga."

Urlo l'ultima frase e sento il mio viso diventare rosso per la rabbia. Lui si avvicina e io alzo una mano per farli capire che non sto scherzando. Nei suoi occhi per un attimo mi sembra di scorgere del dolore,  ma mi rendo conto che è solo la mia immaginazione quando dopo aver sbattuto le palpebre mi ritrovo a fissare quel nero vuoto e illeggibile.

"Lascia che ti porti a scuola."

Nonostante la frase sulle labbra di una persona qualunque suonerebbe dolce detta da Sebastian appare come un ordine e mi fa scuotere la testa.

"Bhe se vuoi arrivare in ritardo"

Dice con superiorità voltandomi le spalle per tornare dentro casa. In quel istante guardo l'orologio al mio polso e mi rendo conto che andare a piedi mi porterebbe ad arrivare in ritardo il primo giorno di scuola. Cedo provando immensa rabbia verso me stessa.

"Tanto dobbiamo andare dalla stessa parte."

Dico prima che lui sbatta la porta e salgo in macchina. Aspetto che arrivi e gli passo le chiavi appoggiandomi al finestrino e rivolgendo lo sguardo al cielo cercando di evitare qualsiasi conversazione.

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