16 Settembre 2014
Pov Clary.
Arrivai a scuola molto più in anticipo del solito e decisi di passare un po' di tempo nel retro, nell'area fumatori, come ero ormai solita fare all'insaputa di tutti. Mi appoggiai direttamente sull'erba incurante di sporcarmi i pantaloni e iniziai a rollare del tabacco misto ad altro. Quell'azione preliminare mi rilassava assai, e mi aiutava a perdermi tra i miei pensieri, ma questa volta non mi fu concesso perché qualcuno si sedette vicino a me interrompendo le mie azioni.
<Questa non credo sia legale>
Disse Sebastian togliendomi dalle mani l'erba. Mi girai stupita di vederlo seduto accanto a me sorridente come se tutto stesse andando alla grande, come se fossimo amici per la pelle. Protestai per riavere quello che mi apparteneva, ma allungandomi verso ciò che era mia finivo inevitabilmente ad avvicinarmi a lui, quindi posi fine a qualsiasi goffo tentativo perché quella vicinanza non mi stava facendo affatto bene.
<Quindi non posso riavere indietro il mio spinello?>
Chiesi sbuffando irritata, ma allo stesso tempo tenendo un tono medio per non confondere le cose tra di noi.
<No, sai che questa roba non fa bene>
La sua affermazione non poteva essere più genuina e io alzai automaticamente gli occhi al cielo, come ero solita fare sempre con lui. Era il nostro modo di scherzare e il mio modo di avvertirlo quando iniziava a comportarsi troppo come un genitore, e meno come un fratello o un amico.
Davanti a quel gesto lo vidi esitare un'attimo e ci fu un secondo di imbarazzo in cui nessuno dei due osò dire nulla, ma poi un'altra figura maschile intromettendosi tra di noi riuscì a salvare entrambi da un momento orribile, ma ci catapultò inevitabilmente in un'altro.
<Hey Fray>
Disse Jace avvicinandosi e baciandomi le guance. Anche lui si sedette direttamente sull'erba, però dalla parte opposta in cui si trovava Sebastian. E solo con quel gesto tutti e tre capimmo che non sarebbero mai diventati amici per la pelle.
<Come mai siete tutti in anticipo questa mattina?>
Chiesi ironica sorridendo perché la presenza di Jace mi calmava, il semplice fatto di non essere più da sola con Sebastian mi rilassava. Non attesi mai una risposta a quella domanda e cercai nel mio modo goffo di introdurre i due ragazzi.
<Jace, questo è mio fratello Sebastian. Sebastian, lui è uno dei miei migliori amici, Jace.>
Si strinsero la mano con diffidenza senza dire nulla e Jace si rivolse a me sorpreso.
<Migliore amico, eh?>
In effetti non lo avevo mai detto a voce alta prima di allora, ma consideravo Jace, come Simon, una persona su cui poter contare, quindi non avendo molti amici lo avevo sempre considerato uno dei migliori.
<Non devi ricambiare.>
La mia frase uscì flebile, e un po' preoccupata dalla sua reazione mi grattai il braccio tirando la manica della maglietta fino a coprirmi le dita, come se volessi scomparire.
<Sai che non ti considererei mai nulla di meno.>
E con tanta confidenza mi abbracciò forte e accarezzò ridandomi con un semplice gesto coraggio. L'imbarazzo non era però finito dato che tutte quelle manifestazioni di affetto erano appena accadute sotto gli occhi di Sebastian, il quale sembrava più rigido di una pietra. Sembrava non stesse nemmeno respirando, vidi il vuoto nei suoi occhi e quando si alzò dicendoci solo un semplice 'a dopo' ebbi l'impulso di seguirlo e cercare di capirlo, ma mi ero promessa di non entrare più in confidenza con lui, quindi rimanere lì seduta a parlare con Jace della festa, alla quale io non sarei andata, mi sembrò un'idea migliore.
Pov Sebastian.
Dovevo allontanarmi il prima possibile da Clary e quel tipo. L'immagine di loro due abbracciati era come una fiamma che brucia sulla pelle e non avrei sopportato di guardarli ancora. Avevo voluto urlarle contro che era talmente ingenua da credere quel ragazzo un suo amico, quando lui era chiaramente interessato ad essere molto di più per lei. Magari a lei avrebbe fatto piacere, ma la mia mente non sopportò quel pensiero, quindi lo esclusi in partenza.
Nella mia fuga verso l'ignoto mi scontrai con forza contro qualcuno e vidi il corpo davanti a me rizzarsi con furia. La ragazza cui ero andato incontro era pronta a dirmene delle belle, ma il suo sguardo cambiò quando i nostri occhi si incontrarono.
<Va tutto bene? Perché così di fretta?>
Chiese con una leggera risata cercando di alleggerire la situazione. Guardandomi aveva letto tutta la mia frustrazione e non seppi se a quelle parole avrei preferito delle urla per farmi sentire ancora peggio di quanto non mi sentissi già.
<Ehmm, io...>
Non seppi cosa dire, non ero abituato ad atti di gentilezza, quindi dopo aver balbettato delle parole sconnesse decisi di non dire nulla. Mi scusai per la mia poca attenzione e feci per andarmene quando la sentì dire altro.
<Comunque è un piacere rivederti Sebastian.>
E così sparì tra le persone del corridoio, che diventavano sempre di meno, perché era ora di andare a lezione. Io mi incamminai nella direzione sbagliata rispetto alla mia classe, perché cercando di capire chi fosse quella ragazza non feci attenzione ai miei movimenti e finì in aula di trigonometria, una delle classi che avevo esplicitamente escluso dal mio percorso scolastico. Rimasi però lì per tutta la lezione, non sentendo una parola di quello che stava dicendo l'insegnante e ignorando qualsiasi commento degli altri sulla mia presenza. Ero perso tra troppi pensieri e specialmente troppi ricordi, dovevo trovare un modo per gestire la situazione o non sarei riuscito a vivere di nuovo in questa città.

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Shadow
FanfictionSebastian Verlac, l'oscurità in persona. Il ragazzo senza emozioni, senza anima, pieno di sarcasmo e odio che nessuno puo domare si ritrova davanti alla sfida piu pericolosa e impensabile del mondo: far innamorare una ragazza. Ma se lui non sa cosa...