15 Settembre 2014
"Clarissa farai tardi il primo giorno di scuola"
La ragazza dai capelli rossi stava borbottando qualcosa contro sua madre mentre cercava di alzarsi dal letto lasciandosi alle spalle l'incubo da cui era appena emmersa. Si sentiva come se fosse appena riuscita a respirare dopo aver rischiato di affogare nelle acque gelate di un lago e lei conosceva bene quella sensazione perché all'età di dieci anni aveva rischiato di morire per un stupido gioco nelle acque del lago Lyn.
Guardò l'orologio appena si mise in piedi e noto che erano le sette passate. Le lezioni sarebbero iniziate alle otto, ma sua madre era una maniaca del controllo e doveva farla arrivare nel cortile della scuola con almeno dieci minuti di anticipò. La ragazza sbuffò irritata pensando che avrebbe potuto riposare per un'altra mezz'ora, ma ricordandosi dell'incubo appena finito fu quasi grata a sua madre.
"Arrivo!"
Urlò infilandosi un paio di leggins molto stretti e una maglietta larga e bucata. Aveva uno stile particolare. Prendeva tutto quello che sembrava elegante e lo faceva apparire normale. Mischiava la moda a suo piacimento ed era sicura che nessuno avrebbe potuto imitarla e molto probabilmente nessuno lo avrebbe voluto.
Dopo essersi pettinata e aver passato la matita nera per darle un'aria più misteriosa e allo stesso tempo più adulta prese il cellulare per mandare un messaggio al suo migliore amico: Simon.
"Ci vediamo davanti alla scuola. Prendi anche il mio orario delle lezioni."
Mentre aggiustava la linea di matita appena fatta il cellulare si illuminò riportandole un nuovo messaggio.
"Non metterci troppo"
Alzò gli angoli della bocca in un piccolo sorriso rendendosi conto dell'ironia del proprio migliore amico. Lei era sempre in anticipo e lui ci scherzava su ogni volta, ma ovviamente a lei non dava fastidio.
Prese la cartella e iniziò a scendere le scale mentre con gli occhi verificava le notifiche dei vari social network.
Quando arrivò in salotto sentì sua madre parlare con qualcuno e riportò l'attenzione alla realtà. Varcò la soglia della cucina e il cellulare le cadde dalle mani quando vide la persona seduta al tavolo.
Il viso di lui inespressivo come sempre, la mascella leggermente serrata e gli occhi neri fissi nel vuoto.
"Clarissa stai attenta"
La sgridò sua madre riferendosi al cellulare che era andato a sbattere contro le piastrelle della cucina senza che la ragazza se ne fosse accorta. Le mani le tremavano e in bocca sentì un sapore metallico e caldo, era sangue. Aveva morso il labbro fino a farsi male per evitare di urlare, ma in quel momento non le sembrava un vero problema. Vedere Sebastian davanti a lei dopo cosi tanto tempo le fece male fin dentro le ossa e staccando gli occhi da lui per non far trapellare troppo di se stessa si piegò per raccogliere il cellulare mettendo apposto la batteria e riaccendendolo.
Si sedette a tavola cercando di riacquistare il suo autocontrollo, ma era stata presa troppo alla sprovvista per far finta di nulla.
"Come mai è qui?"
Chiese alla donna in piedi affianco a lei riferendosi ovviamente al loro ospite.
"Volevo farti una sorpresa."
Disse sua madre facendole capire che l'arrivo di Sebastian era qualcosa di programmato anticipatamente. Nessuno disse niente e allora la donna porgendo un piatto di cereali alla fimiglia si mise a spiegare come stavano le cose.
"Avrebbe dovuto finire l'anno a Boston solo fra qualche mese, ma le cose li non andavano bene. Sono stata chiamata innumerevoli volte dall'istituto sentendomi dire che Seb non si comportava proprio come avrebbe dovuto." Più che una spiegazione la sua sembrava una predica ma il ragazzo non sembrava minimamente toccato da quelle parole cosi dopo un occhiataccia decise di prendere lui la parola. "Non mi volevano più cosi torno a casa e al General" il General era il liceo più vicino ed era quello che frequentava anche la ragazza dall'altro capo del tavolo. "Se qui sono di troppo troverò un altro posto dove stare" disse con fare annoiato e la fanciulla dai capelli rossi avrebbe voluto urlargli di andarsene e non farsi vedere mai più ma non poteva farlo davanti a sua madre. Quest'ultima scosse una mano "Sciocchezze. Questa è anche casa tua." Il cellulare iniziò a squillare e sullo schermo il nome di Simon fece sparire la ragazza dalla cucina. Rispose cercando di tenere un tono fermo.
"Hey"
"Hey carota" il suo migliore amico era sempre il solito. Si divertiva con poco e rideva continuamente di lei legandosi di qualsiasi cosa, ma era questo che lo faceva apparire speciale in confronto agli altri. "Già partita?" Le chiese cercando di trattenere una risata e lei scosse la testa rendendosi conto solo un'attimo dopo che lui non poteva vederla.
"No. Forse non sarò proprio puntuale oggi. Poi ti spiego, ok? Ora devo andare"
Chiuse cosi il cellulare senza aspettare una risposta perché dei passi alle sue spalle l'avevano messa in allerta.
Girandosi si ritrovò davanti Sebastian. La fissava come se la vedesse per la prima volta ma nel suo sguardo si leggeva solo odio.
Le passo vicino prendendo le chiavi dell'auto e alle sue spalle sentì la voce di Sebastian più irritante del solito.
"Ti sono mancato sorellina?"

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Shadow
FanfictionSebastian Verlac, l'oscurità in persona. Il ragazzo senza emozioni, senza anima, pieno di sarcasmo e odio che nessuno puo domare si ritrova davanti alla sfida piu pericolosa e impensabile del mondo: far innamorare una ragazza. Ma se lui non sa cosa...