-Tra pochi giorni c'è la festa di Tiffany, non vedo l'ora- saltellò Amy.
Alzai gli occhi. Era Giovedì e la festa era sabato, al lago. Me ne ero completamente dimenticata.
Il professore entrò e mi affrettai ad alzare la mano per chiedere di andare al bagno. La lezione di storia mi aveva stancato e avevo bisogno di una rinfrescata. Il professore di fisica acconsentì e uscii frettolosa dalla classe.
I passi rimbombavano lungo il corridoio vuoto. Mi affrettai verso il bagno. Sistemai distrattamente i capelli rifacendo la parte finale della mia treccia.
Smisi immediatamente quando dei passi e delle voci invasero il corridoio fuori dal bagno.
Erano voci maschili, parlavano in fretta.
-Alla festa vedrai cosa gli facciamo- risero, erano due forse tre.
-Ma guarda chi abbiamo qua-rise un'altro.
Silenzio. Poi una risata e un tonfo, poi un'altro e un'altro ancora.
Strinsi le mani sul lavandino paralizzata, fissavo la mia immagine allo specchio con gli occhi splancati.
Notai il vetro scheggiato proprio sopra il riflesso del mio naso. Puntai gli occhi sulla scheggiatura finchè non sentii i passi allontanarsi lasciando il posto a dei gemiti di dolore provenienti dal corridoio.
Cautamente uscii, sobbalzando all'immagine di Michael accasciato contro il muro. Premeva la felpa sul naso e si teneva la testa con la mano libera.
-Michael- la mia voce era un sussurro.
Velocemente mi accovaciai accanto a lui posandogli una mano sullo zigomo.
Lui non sembrò notarmi, stringeva gli occhi con una smorfia di dolore.-Michel chiamo l'infermiera e il preside, torno subito- feci per alzarmi ma la sua mano si chiuse intorno al mio polso.
Vidi i suoi occhi che mi imploravano di non andare, erano l'unica cosa su cui riuscivo a concentrarmi in quel momento.
When you feel my heat
Look into my eyes
It's where my demons hide
It's where my demons hide
Don't get too close
It's dark inside
It's where my demons hide
It's where my demons hideI suoi occhi erano sempre stati di un verde limpido, ma in quel momento l'unica cosa che riuscivo a vedere era la loro parte più scura. Tutta la rabbia e la paura che Michael sapeva nascondere bene si riflettevano nei suoi occhi in quel momento.
Mi accovaccia nuovamente accanto a lui.
-Per favore vattene via e non dire niente a nessuno- sussurrò.
-Non voglio che ti facciano del male- continuò.Rimasi paralizzata, la cosa più giusta da fare era dirlo al preside che avrebbe preso provvedimenti, non capivo perchè non volesse.
-Michael il preside prenderà provvedimenti contro di loro, non ti preoccupare- sorrisi debolmente nella sua direzione. Girò cautamente la testa verso di me scuotendola simulando disapprovazione.
-Se lo dico al preside se la prenderebbero con me più di quanto non facciano già. Se lo dicessi tu, penserebbero sia stato io comunque perchè non sanno che sei qui,poi se lo venissero a sapere non esiterebbero a fartela pagare, quindi vai via, per favore- abbassò la testa.
Il suo ragionamento poteva non fare una piega per lui, ma io non ero ancora completamente convinta. Forse la cosa migliore da fare era provare a parlare con Gabe ed i suoi amici.
Presi Mike per un braccio aiutandolo ad alzarsi, il sangue aveva smesso di scendere ed iniziava a raggrumarsi sul labbro e sul mento.
Lo accopagni dentro il bagno e con un fazzoletto umido gli tamponai via il sangue.
Durante tutto il processo non aveva fatto altro che pregare di andarmene ma non avevo voluto sentire ragioni.
Buttai via anche l'ultimo fazzoletto e ora sul viso di Mike era semplicemente rimasto un livido viola. Gli accarezzai lo zigomo mentre lui prese la mia mano e la premette contro la sua guancia lasciando andare un sospiro. Non so quanto tempo passammo a guardaci negli occhi. Ad ogni sguardo mi sembrva di conoscere un pó più di me stessa.
Mi avvicinai piano a lui, come per non rompere quel silenzio che si era creato. Puntavo alle sue labbra rosse e livide, ma improvvisamente mi ricordai di tutto quello che aveva detto, di lasciarlo stare, di non parlarci e di non considerarlo.
Era strano per me provare ad ignorare una persona come lui, non ci parlavamo da molto tempo ma gli scambi di sguardi degli ultimi anni mi avevano fatto conoscere una parte di lui ignota a tutti gli altri. I suoi sguardi significheranno sempre più di mille parole per me.
A pochi centimetri da lui gli lanciai un ultimo sguardo e poi me ne andai scontrandolo. Lui voleva così. Era giusto così.
Sorry nor sorry
STAI LEGGENDO
Antisocial;mc
Fanfic-Buia come la notte?- -Cosa?- -Il tuo nome,il significato- -SOSPESA-