8. The Scientist

9 2 0
                                    

Aprii gli occhi lentamente facendo un enorme sforzo e mi ritrovai circondata dalle mura di casa mia. Mia madre era addormentata sulla poltrona bianca alla mia destra, un borsa con del giaccio era sulla mia fronte e stava iniziando a sciogliersi lungo il mio collo.
《Mamma》dissi con un filo di voce a causa delle urla della sera precedente.
Mia madre si alzò ancora assonnata e si avvicinò a me accarezzandomi i capelli.
《Dov'è Michael?》chiesi mentre i suoi occhi chiari si fissarono nei miei e la sua mano leggera spostò una ciocca di capelli dietro il mio orecchio.
《Il ragazzo pallido con gli occhi verdi?》chiese il suo tono si fece serio. Annuii. Fuori stava piovendo come avevo previsto.
《È in ospedale tesoro, ha solo il naso rotto per fortuna e diversi lividi. Poteva andargli molto peggio.》si sedette accanto a me e le sue braccia avvolsero le mie spalle.
Non sapevo cosa pensare. E chissà cosa pensava lei. Guardai fuori e vidi le goccie di pioggia scendere lungo il vetro. Sentii come se fossi la responsabile, lui non si meritava tutto questo, lo conoscevo poco ma abbastanza da sapere che c'era molto di più dietro i suoi occhi verdi.
Mi venne in mente come potesse avere bisogno di qualcuno in quel momento e pensaii ai suoi amici dall'Australia. Dovevo assolutamente riuscire a contattarli e fare qualcosa per Michael, provare a distrarlo.
《Posso andare da lui?》chiesi a mia madre che nel frattempo era scesa a prendermi dell'acqua e in quel momento stava rientrando in camera mia. Si fermò a pensare ma alla fine acconsentì con un leggero sorriso.
.

L'odore degli ospedali mi aveva sempre procurato un forte senso di nausea e quel giorno, forse dovuto anche al mio stato d'animo, non riuscivo neppure a reggermi in piedi. Raggiunsi così a fatica un'infermiera e chiesi di lui.
《Sei la sorella o un parente?》chiese studiandomi. 《Sì, non si preoccupi》 mentii. Mia mamma mi strinse la mano ma non disse nulla. La ragazza tirò fuori una serie di fogli e poi annunciò: 《Secondo piano, stanza 102.》
Salite a fatica le due rampe di scale, individuaii i genitori di Michael che parlavano con il figlio appoggiato allo stipite della porta. Aveva il naso fasciato e indossava una maglietta bianca e dei pantaloni della tuta.
Degluitii sonoramente. Non riuscivo a toglierli gli occhi di dosso e neppure a muovermi.
《Forza tesoro, ti aspetto in caffetteria》 sussurrò mia madre al mio orecchio dandomi una piccola spinta facendomi compiere un passo.
Michael continuava a discutere animatamente con i genitori, la voce del padre si sentiva dal fondo del corridoio.
Michael si voltò di scatto come per non sentire quello che il padre aveva da dire. In quel momento mi vide. Iniziò a camminare a grandi passi verso di me. Il mio cuore stava battendo fortissimo nel mio petto, avevo paura della sua reazione.
Arrivò davanti a me, mi prese il polso senza neanche guardarmi e di nuovo a grandi passi mi trascinò nella sua camera di ospedale chiudendo la porta con un calcio lasciando i genitori basiti dall'altro lato.

Come up to meet you, tell you I'm sorry
You don't know how lovely you are

I had to find you
Tell you I need you
Tell you I set you apart

Tell me your secrets
And ask me your questions
Oh, let's go back to the start

Rimasi a fissarlo negli a bocca aperta. Tutto sembrava essersi fermato in quella stanza asettica.
《Loro non capisco che io non ce la faccio più. Ho sempre provato a parlarne con loro ma finiscono sempre per darsi la colpa l'un l'altro mentre io continuo a soffrire. Ho perso tutte le mie energie, perché le persone non lo capiscono!? Fin dove vogliono farmi arrivare!?》finì il suo breve monologo con il fiatone e le lacrime ormai solcavano incontrollate le sue guancie. Mi avvicinai a lui lentamente, i suoi occhi stanchi e tristi si fissarono nei miei cercando delle risposte che non avevo. Mi avvicinai ancora e poggiai la testa sul suo petto mentre le braccia gli avvolsero il busto.
Lui dopo poco sembrò calmarsi e ricambiò l'abbraccio.
《Sai cosa ti meriti? 》iniziai io. 《Ti meriti di meglio. Troppe cose ti sono succese, problemi di famiglia, gli amici lontani... quello che è. Sei arrivato così lontano e sono fiera di te. Ti meriti tutto il bene del mondo, trova qualcuno che te lo possa dare. Ti meriti tutte le cose belle di questo universo e non pensare di non meritarle perché mi ricordi il sole; tramonti, ti nascondi ma poi ritorni ancora più bello e luminoso di prima》
Sentii le sue labbra posarsi sulla mia fronte e mormorare un grazie e poi "quel livido sullo zigomo ti dona". Sorrisi sul suo petto e poi lo accompagnai al letto per farlo riposare un po'.

In poco tempo Michael si addormentò. Mi ero persa ad osservare il suo profilo, il naso rotondo, le ciglia che rifletteveno una leggera ombra sulle guancie e le sue labbra tendenti al rosso. Non ero ancora in grado di decifrare quello che provavo per lui, sentivo solo di avere un gran bisogno di averlo vicino.
Sul comodino vicino alla sedie su cui ero seduta il telefono di lui vibrò. Luke H comparve sullo schermo e sotto il messaggio: Amico dispiace a tutti noi, vorremmo essere con te, un abbraccio. Luke, Ash, Cal. Fammi sapere quando stai meglio che ti chiamo.
I miei occhi si illuminarono e afferrai il suo telefono. Cautamente avvicinai il tasto di accensione al suo dito sbloccandolo. Lui grugnì girandosi dall'altro lato. Mi bloccai con il telefono a mezz'aria, temendo potesse svegliarsi, ma lui continuò a dormire.
Aprii la rubrica il più in fretta possibile e premetti il tasto di chiamata sul nome Luke H., ero sicura fossero i suoi amici australiani perché avevo riconosciuto i nomi. Si erano presentati all'inizio dei video di YouTube che avevo visto quasi un mese prima.

Chiusi la porta del bagno della stanza di Michael alle mie spalle e dall'altro capo del telefono una voce limpida mi rispose.
"Michael! Temevo di non sentirti più "
"Sono un'amica di Michael" dissi timidamente "è un brutto periodo per lui e, lo so che è una richiesta folle, però mi chiedevo se te e i tuoi amici poteste farcela a venire qui in tempo per il suo compleanno". Tutto quello che dicevo mi sembra una stronzata dal momento in cui usciva dalle mie labbra, però dovevo tentare.
Dall'altro capo il silenzio.
"Ma sei Layla!?" Sentii quasi urlare dal ragazzo dall'altro capo del telefono. Dissi di si.
"Oh, cazzo cioè... " lasciaò la frase in sospeso come se volesse dire ancora qualcosa, ma poi riprese. "Avevamo già intenzione di fare una sorpresa del genere, mi lasci il numero così ci mettiamo d'accordo per la sorpresa?". Fu più facile del previsto. Dettai il mio numero sussurrando spiegandogli che Michael non doveva sentirmi e Luke chiuse la chiamata con un veloce 'ci sentiamo', cancellai la cronologia delle chiamate e riaprii la porta facendo meno rumore possibile.

Michael era seduto sul letto e trafficava nel suo comodino. Si voltò appena sentì i miei passi e mi sorrise.
《Oh l'avevi tu》 disse indicando l'oggetto che tenevo in mano.
《Aveva chiamato tua madre》dissi il più sicura possibile, mi avvicinai e rimisi il telefono al suo posto. Michael osservava ogni mio movimento e quando mi voltai notai che i suoi occhi erano già su di me. Le guancie mi diventarono subito rosse e Michael mi tirò a sé facendomi sedere sulle sue ginocchia. Sorrisi in imbarazzo fissando il muro davanti a me completamente bianco e accecante. Michael mi baciò una guancia e poi appoggiò la testa sulla mia spalla coperta da un maglione blu che usavo per casa. Ricordai anche di avere i pantaloni del pigiama. Osservai me e Michael da uno specchio infondo alla camera.
《Siamo carini anche con il mio naso fasciato e il tuo zigomo gonfio》 mi disse guardandomi attraverso il riflesso dello specchio. Sorrisi distaccata pensando che stando qui mi sarei ancora più affezionata a lui, rendendomi poi impossibile allontanarmi.
《Senti io vado, mia madre mi aspetta in caffetteria》 dissi scostandomi da lui forse troppo bruscamente , lui annuì sconsolato lasciando la presa sui miei fianchi.
Mi diressi verso la porta e mi voltaii ancora una volta prima di aprirla.
《Prima mi hai detto di trovare una persona che possa darmi il meglio, che mi renda felice. Non mi importa di tutti i problemi che conseguono dallo stare con te Layla, io voglio te》pronunciò quelle parole con uno slancio che non sapevo avesse lasciandomi ciondolante in mezzo alla stanza.
《Non giocare con il fuoco Michael》

Ci ho messo anni lo so ed è pure uscita una cacchetta, solo che in vacanza ho poca voglia di fare😴

Antisocial;mcDove le storie prendono vita. Scoprilo ora