capitolo quattro.

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"inserire nome dell'agente:               "
"inserire password:                     "
Ecco cosa é scritto sul computer. Nome dell'agente? Password? Non capisco...
Papà entra senza bussare e chiudo giusto in tempo il computer prima che possa vedere quello che stavo facendo.
«Cassie io e Emily andiamo a fare una passeggiata, vuoi venire?»
«Mh... no. Devo fare i compiti» cosa non vera visto che non ci hanno assegnato nessun esercizio. Lui richiude la porta e quando sento che se ne vanno riapro il computer.
Non ho idea di cosa significhi ma c'é qualcosa sotto, qualcosa di grosso. Non so come andare avanti. Cerco di ragionare
"Okay, facciamo il punto della situazione. Non ho idea di cosa sta succedendo. Fine. No Cassie, così non va. Allora... visto che su internet c'é un vicolo cieco dobbiamo trovare un'altra fonte. La libreria."
Mi alzo e prima di uscire controllo che non ci sia papà.
Quando sto per prendere il libro suona il campanello di casa.
Vado ad aprire e mi trovo un Ben Parish davanti alla porta. Potrà sembrarvi contraddittorio ma appena lo vidi il mio cuore perse un battito.
«Cosa... cosa ci fai qui?» chiedo
«Sono venuto a salutarti» risponde con un mezzo sorriso per provocarmi
«Ben... adesso ho da fare» taglio corto
«Ah si? E cosa?» mi chiede appoggiandosi allo stipide della porta
E ora che mi invento?
«Devo fare una... ricerca»
«Che strano, il primo giorno non danno compiti» dice avvicinandosi
«Infatti non é per scuola. É per... E comunque io non ti devo nessuna spiegazione» lui ride piano
«Dai Sullivan. Vieni a fare una passeggiata al parco con me?»
silenzio.
«Se ti dico di no non mi lascerai più in pace, vero?»
«Nemmeno.un.instante» scandisce bene le parole
«Andiamo»
Li spunta un sorriso. Quel sorriso che spunta anche ai bambini quando li dai una caramella. Così vero e puro.
Siamo seduti su una panchina al parco e guardiamo un lago immenso. «Perché mi hai portato qui?» mi giro verso di lui
«Ieri stavo passeggiando, ho visto questo posto e mi ha fatto pensare a te» mi guarda negli occhi ma io abbasso lo sguardo
«E perché?»
«Perché é stupendo»
Molto probabilmente sono rossa, sicuramente sono rossa. Ben Parish mi ha appena detto che sono stupenda. Il mio cuore non smette di battere velocemente.
«Guarda! C'é il caretto dei gelati!» Si alza e mi prende la mano per poi trascinarmi. Prendiamo due gelati e iniziamo a passeggiare vicino il lago
«Quindi... Ben Parish va pazzo per il gelato?» chiedo ridendo sotto i baffi
«Hei, a chi non piace?!»
«A tutti. Ma non ti ho mai visto fare una reazione del genere» scoppio a ridere
«Cosa ridi?!» si finge offesso e poi scoppiamo a ridere entrambi. Dopo aver finito il gelato, lui ha insistito di andare a fare un giro sui gonfiabili. Rideva come un bimbo e questo faceva sorridere anche me.
Quando mi riaccompagna a casa ci fermiamo sulla porta
«Mi sono divertita. E ho scoperto il lato infatile di Ben Parish» dico io sorridendo
«Questo vuol dire che hai intenzione di riuscire con me?» ecco é ritornato quello scemo di Parish
«Questo vuol dire che mi sono divertita. Ora devo andare.»
«Aspetta... Non mi merito un bacio?» fa un ghigno. Rido ed entro lasciandolo fuori.
Appena entro vado alla libreria e poggio la mano sul libro. Lo tiro verso di me e si muove all'indietro ma non si stacca. Tiro più forte e la libreria inizia a scricchiolare.

Un Segreto Che Non Pensavo Mi Appartenesse //IN REVISIONE//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora