capitolo undici.

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«Cassie!»
Mi volto. Ben é tornato a scuola.
Fantastico. Aumento la velocità per non parlargli. Mi raggiunge
«Cassie... senti non intendevo dire quello che ho detto»
«Non devi scusarti.» dico tutto d'un fiato. Lui mi guarda interrogativo
«Non devi. Davvero. Hai ragione. É colpa mia. Non sono arrabbiata con te, ma con me. É tutto vero quello che hai detto. É colpa mi se sei caduto.»
Ieri sera quando sono tornata a casa ho riflettutto su quello che avevo detto e mi sono resa conto che in realtà non ha detto nulla di sbagliato.
«E invece si, su qualcosa ho sbagliato»
«Su cosa?» chiedo perplessa
«Al parco dopo scuola okay?»
Annuisco e lui svanisce tra la folla. Non so nemmeno perché ho annuito.
Mi siedo e aspetto il professore.
«Hei bellissima» Luke é mio compagno di banco. Io ricambio con un sorriso. Ma il fatto é che il sorriso ce l'ho da quando ho parlato con Ben.
«Mh... siamo sorridenti oggi?» chiede lui guardandomi strano
«Credo di si» giocherello con la penna
«Si può sapere perché?»
«Dopo scuola devo vedermi con Ben. Non é un vero e proprio appuntamento. Deve solo dirmi una cosa»
Cry, che avevo sentito tutto dal banco avanti, si gira di scatto e mi guarda con gli occhi a cuoricino. Io rido.
«Cassie! Non minimizzare! É un'appuntamento!»
«Shh! No, non lo é. É fidanzato, ricordi?» la sua gioia svanisce e anche la mia, dopo aver detto quelle parole ad alta voce.
La giornata scolastica passa lentamente. Moooolto lentamente.
E quando suona la campanella sono già fuori da scuola.
«Cassie! Devo dirti una cosa» é Luke
«Non potresti dirmela dopo?» dico impaziente di andare da Ben
«No. Non credo sia una buona idea che tu vada da quel pallone gonfiato» dice tutto d'un fiato. Ma cos'ha?
«Perché?»
«Lui non ti merita. Tu sei fantastica e divertente e bellissim- » si blocca non appema si rende conto di quello che ha detto
«Io ho solo paura che ti faccia soffrire» dice guardandosi le scarpe
«Luke...» lo abbraccio forte
«So badare a me stessa ma grazie» li lascio un bacio sulla guancia e scappo via.
Sono seduta sulla nostra panchina. So che non é nostra ma mi piace pensare che lo sia. Sono strana, lo so.
«Hei» dice Ben sedendosi accanto a me
«Hei»
Rimaniamo in silenzio a guardarci.
«Non so cosa avevo in testa quando ho detto che dovevo allontanarmi da te. Non riesco.» si avvicina
«E perché?»
«Perché anche se potessi non vorrei mai allontanarmi da te.»
Arrosisco e abbasso lo sguardo. Lui mi prende il mento con due dita e me le solleva. Mancano davvero pochi centimetri ma non posso.
Indietreggio.
«Cosa c'é?» mi chiede
«Ho sognato per anni questo momento. Tu mi piaci tantissimo. Ma non posso»
«Loren vero?» indovina lui
«Si. Non la sopporto ma non mi sentirei bene a baciare un ragazzo già impegnato» dico. Lo abbraccio anche se lui non ricambia. Mi alzo e mi incammino verso casa.
Sono nella mia stanza. Papà deve parlarmi di "quella cosa" quando Emily si sarà addormentata. Ora é qui con me ma non dorme, dice che non ci riesce.
«Cassie»
«Shh. Em devi dormire»
«Ma Cassie»
«Ti ho detto che devi dormire» dico io spazientita
«Cassie c'é un ladro nel tuo balcone!» urla appiccicandosi a me. Prima sono presa dal terrore ma poi riconosco il suo viso: Ben.
«É diventata un'abitudine salire dal mio balcone. Eh Parish?» dico facendolo entrare. Lui sorride sarcastico.
«Se mio padre ti vede siamo morti entrambi» lui annuisce
«E questa bella bimb chi é?» chiede avvicinandosi a Emily. Lei arrossisce.
«Sei molto bello» risponde. No. Non può averlo detto. Ben si gira verso di me con un sorriso provocatorio e ringrazia Em ricambiando il conplimento.
«Okay okay! Em é ora che vai in camera tua» la prendo e la porto in camera per poi ritornare nella mia.
«Scusala» dico imbarazzata
«Mi piace ricevere complimenti, tranquilla. Mi succede spesso»
«Modesto» dico facendoli la lingiaccia
«Cosa ci fai qui?»
«Ho chiuso con Loren»
Sorrido. Si, sorrido come un'ebete.
«Non posso starti lontano, non VOGLIO starti lontano.»
«E ora?» chiedo. Lui si avvicina a me, posa la mano sulla mia guancia e si avvicina.
Un bacio appassionato e lungo. Ho immaginato tante di quelle volte che succedesse e finalmente eccolo. Da Ben Parish. Non posso crederci.

Un Segreto Che Non Pensavo Mi Appartenesse //IN REVISIONE//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora