capitolo cinque.

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Molto probabilmente sono pazza. Mi strizzo gli occhi e li riapro. O la libreria si é aperta veramente oppure io sono pazza. E non so quale delle due opzioni sia vera. Forse l'uscita con Ben non mi ha fatto bene come credevo. Con cautela poso la mano per tirare e aprire completamente la libreria. Dentro é tutto buio così prendo il telefono e accendo la torcia. Trovo l'interruttore della luce, lo accendo. Quello che vedo mi toglie il fiato. Non so da dove iniziare a descriverlo ma la prima cosa che vedo sono armi: pistole, bazooka, lancia granate, M15 appese sui muri come se fossi ad una mostra d'arte. Ma non lo é, ne sono certa. La metà delle cose che sono qui dentro non ne sapevo nemmeno l'esistenza. Occhiali decisamente strani, apparecchi elettronici sofisticati e impianti audio. Cos'é questa roba? la faccenda di fa sempre più strana. Il mio primo pensiero? Dirlo a papà. Ma le cose non quadrano. Papà sa di questa libreria, ovviamente. E se non lo sapesse? No, lo sa. Se no mi avrebbe fatta avvicinare tranquillamente. Ecco perchénon ha risposto alla domanda "É solo una libreria, no?". Non é solo una libreria. Ma perché non mi ha detto nulla? E a cosa serve questa roba? Non posso dirli niente. Devo scoprire da sola cos'é questa storia.
Quando sento l'auto di papà spengo la luce, esco dalla libreria (che strana frase) e la richiudo.
Dopo cena salgo in camera mia. Cerco delle possibili soluzioni a quello che ho visto ma non ne trovo. O meglio ce ne sono troppe ma sono assurde. Papà era un terrorista? conosco mio padre ed é ridicolo pensare che sia un terrorista. Colleziona semplicemente armi? a che scopo? No, non é nemmeno questo. L'unica cosa che mi può dare una spiegazione é quella libreria. Ma é tardi. Decido di tornarci domani.
Qualcuno bussa alla porta
«Cassie» dalla voce riconosco mia sorella
«Emily é tardi. Perché sei sveglia?» chiedo alzandomi dal letto. Solo quando mi avvicino vedo che piange. «Piccola cosa é successo?» le chiedo. Lei scoppia in un pianto disperato e si butta nelle mie braccia. Io le accarezzo i capelli
«Ho fatto un brutto sogno, bruttisimo» mi fa stare male vederla piangere. É la persona a cui tengo di più al mondo. Quando mamma é morta aveva solo 6 anni.
«Ti va di raccontarmelo?» le chiedo stringendola ancora di più a me. Anniusce. Rimango un'ora a quardarla dormire. É la cosa più preziosa che ho, se qualcuno me la togliesse probabilmente la mia vita non avrebbe più senso.
La mattina dopo Emily non é nel mio letto. Mi trascino giù dal letto e mi vesto per scuola.
«Cassie, mi devi dire qualcosa?» mi chiede Cry
«No perché?»
«Cos'hai fatto ieri?» ha un sorrisetto inquietante
«Niente di che.» chiudo l'armadietto
«Lo so che tu e Ben siete usciti» la mia faccia é indecifrabile
«Cosa? Come lo sai?»
«Ne parla tutta la scuola! Pensano tutti che siete...» intuendo quello che stava per dire le tappo la bocca
«Cry come ti viene in mente? No. Non siamo....» lei annuisce ma non le sparisce quel sorriso ammiccante.

Un Segreto Che Non Pensavo Mi Appartenesse //IN REVISIONE//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora