Ogni giorno cercavo di essere me stessa ma le persone tendevano a criticare qualsiasi cosa facevo,dicevo bugie su bugie per non mangiare.
La mattina era devastante,entrare a scuola ed attraversare quel corridoio pieno di gente mi faceva paura,cercavo sempre di entrare verso la fine della campanella,ma non funzionava più di tanto. Sentivo le persone parlare di quello che facevo,così capii che ormai tutti ne erano al corrente.
In classe mi sentivo "di troppo" perché comunque ero un anno più grande e c'erano ragazzi che mi dicevano cose che mi facevano male dentro.
"Lo fanno per scherzare" mi dicevano gli altri ma intanto io soffrivo.
Arrivare ad un punto in cui ti danno della cagna per una maglietta scollata o una canottiera mi sembrava eccessivo,ma continuavano ed io non potevo farci nulla.
Passarano i mesi e smisi di tagliarmi per non far star male i miei genitori, perché quando entri dentro non ne esci facilmente,è difficile perché è come se con il tempo quella cosa ti appartenesse e quindi continui fino a rovinarti perché non ti piaci,perché qualsiasi cosa del tuo corpo fa schifo,perché la gente giudica solo quello che vede al di fuori del nostro corpo e noi gli diamo ragione,sempre.
La nostra autostima continuerà a scendere per colpa degli altri e del nostro pensiero,viviamo in un modo d'illusioni,qualsiasi cosa si fa deve essere criticata anche per la minima cosa.
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La mia storia
Short StoryQuesto non è un libro come il precedente ma ben sì la mia storia,le emozioni provate sopratutto quando stavo male,un modo per sfogarmi