Capitolo 21

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Ricordo che quel pomeriggio suonai alla sua porta alle 15 del pomeriggio . Il sole estivo della Sicilia era cocente . Marcus mi aprì con un espressione assonnata come se lo avessi appena svegliato e mi sorrise .
"Ehi pupa , che ci fai qua ?" - mi disse, cercando di baciarmi . Ma io fui più veloce di lui . Lo allontanai giusto in tempo per evitare che le sue labbra si posassero sulle mie .
"Non chiamarmi pupa hai capito ? Questo è il tuo telefono . Ma penso che mi devi delle spiegazioni o non credi , Marcus ?" - gli gridai . Ero nera dalla rabbia, in più il caldo non contribuiva a calmare il nervosismo .
"Smettila di gridare o sveglierai i miei genitori . Andiamo via da qui ! " - fu la sua risposta .
Dopo aver raggiunto una panchina più avanti , mi sedetti e cominciai a dirgli che avevo letto i messaggi e volevo spiegazioni . Le meritavo .
La sua reazione fu pessima .
Si accese una sigaretta con una calma e una tranquillità tale che non fecero altro che alimentare ancora di più la mia rabbia .
Non mi rispondeva alle mie domande .
Era come se io non fossi accanto a lui.
Ero stanca di non valere niente per i ragazzi di cui mi innamoravo .
Mi alzai, mi strappai la collana che mi aveva regalato solo una settimana prima . E gliela lanciai addosso con tutta la forza possibile che avevo in corpo .
La sua risposta fu solo uno stupido "perché", un perché che, se ci ripenso mi risuona ancora nelle orecchie .
Scappai via piangendo . Lui non mi rincorse nemmeno . L'ultima immagine che ho di lui è la sua faccia stupita mentre inspirava l'ultimo boccone di sigaretta .
Non lo rividi più .

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