4-Quella notte

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Dopo quello che era successo a casa di Jade, Beck non le aveva più permesso di tornare a casa sua. Avevano convinto con una scusa Sikowitz a chiamare il sig. West e a dirgli che sua figlia aveva vinto una borsa di studio per l'Italia e non sarebbe tornata in America prima di due settimane. D'altronde, il padre di Jade essendo sempre ubriaco non si sarebbe neanche accorto dell'assenza della figlia.  Subito dopo la scuola, Jade si intrufolò in casa sua per prendere le sue cose. Dopo aver finito di preparare le valigie, andò in cucina e, appoggiate al davanzale, vide le sue gocce per l'allergia. Notò un particolare strano, che non aveva notato quella mattina: erano leggermente svitate, ed emanavano un odore diverso dal solito. Non ebbe tempo di pensarci, che sentì la porta sbattere. Suo padre era tornato prima. Così aprì la porta retro della cucina e si trovò la macchina di Beck parcheggiata.

"Ti avevo detto di non seguirmi!" disse appena entrata in macchina

"Sai che non mi fido quando sei sotto shock" rispose di rimando il  ragazzo, che intanto aveva acceso il motore e avviato la macchina.

Dopo pochi minuti arrivarono davanti alla roulotte di Beck. Entrarono, e posarono le valigie davanti alla porta.

"Allora, sta sera cosa propone lo chef?" disse Jade con tono divertito, quando vide che in cucina non c'era niente, neanche per sbaglio.

"Vuoi che ordiniamo una pizza?" disse, dopo essersi resa conto che neanche nel frigo non c'era niente

"Ve bene. Anche perché sennò dovremmo mangiarci i pesciolini rossi"

Il ragazzo, con un movimento della testa, indicò le creaturine che nuotavano come se nulla fosse nell'acquario. Gli venne in mente quando, pochi anni prima, loro ed i loro amici avevano deciso di farsi una gita al mare. Il problema arrivò  quando, giunti vicino alla spiaggia, rimasero bloccati dentro al camper. Al che Robbie decise di bere l'acqua dei pesci rossi e se ne pentì subito dopo.

Beck si risvegliò dai propri pensieri quando vide Jade accasciata a terra che si teneva la testa. Subito le corse vicino e le prese la mano.

"Ehi, cos'hai?"

La ragazza lo guardò negli occhi

"Non so, tutto d'un tratto mi è venuto un gran mal di testa, mi metteresti le gocce in un cucchiaino?"

Il ragazzo si alzò, prese le gocce e prese il cucchiaino, ne versò la dose corretta e lo porse alla ragazza. Lei le prese e le ingoiò, subito dopo si distese sul letto e aspetto che il ragazzo fece lo stesso. Dopo aver ordinato le pizze, decisero di mettersi i pigiami e andare a letto.

"Beck io dove dormo?" chiese la ragazza

"Con me" rispose l'altro, con indifferenza

"Beck, sai che noi non possiamo.."

"Tranquilla, i miei  si sono concessi una vacanza e non ci disturberanno come le altre volte che.. "

Jade lo guardò in cagnesco " Caro Beck, io stasera non voglio fare niente, sto male e lo sai "

"Ma stavo scherzando piccola, adesso vieni e ti corichi qui con me"

Alzò le coperte, si sdraiò e fece sdraiare Jade. Si scambiarono un bacio, si augurarono la buona notte e si addormentarono.

E poi la vidi. Camminava nei giardini, a braccetto con l'amica, ed era così bella. I lunghi capelli neri erano raccolti in uno chignon basso, e gli occhi azzurro ghiaccio osservavano con curiosità i fiori multicolori che la circondavano. Fu in quel preciso momento che mi innamorai di lei.

Poco dopo però lo scenario cambiò.

Mi ritrovai in una cucina ariosa, e aveva una tonalità sul beige. L'unica finestra dava sul giardino. Mi affacciai:  era immenso.  L'erba era curata, e intravidi qualche timido fiore che spuntava dai prati. Una cosa mi attirò più di tutte le altre: una foto, sul davanzale che dava sulla sala da pranzo: era la foto di un matrimonio.. il mio matrimonio! Guardai con più attenzione la sposa, era davvero bellissima. Era Jade. Il suo sorriso luminoso mi aveva scaldato il cuore. Vidi che accanto a quella foto ce n'era un'altra. Era sempre mia e di Jade, ma questa volta lei non aveva più il viso splendente, anzi, era ricoperto di lividi, e aveva gli occhi gonfi dal pianto. Dovevo cercarla, di sicuro era in casa. Sorprendentemente arrivai nella nostra camera da letto, e la vidi distesa su di esso. Aveva i capelli sul viso ed il trucco colato, e la sua schiena si muoveva  ritmicamente, come se singhiozzasse. D'istinto mi avvicinai a  le e le posai delicatamente le dita sulla schiena. Lei a quel tocco di si mise a sedere. Notai che aveva il labbro sanguinate e un 'occhio viola. Inoltre dalla testa le usciva del sangue. Mi aspettai che si avvicinasse a me e mi abbracciasse, come sempre aveva fatto, del resto.  Con mia sorpresa invece si alzò e si sedette sulla sedia posizionata dall'altra parte della stanza. "P-perché sei qui?" la sua voce tremava, doveva aver pianto a lungo. Improvvisamente una rabbia che non avevo mai provato prima m'invase, e mi alzai dal letto. Mi avvicinai a lei, che nel frattempo si era presa le gambe tra le ginocchia, e lei diedi uno schiaffo in piena faccia. Cadde a terra, ma subito dopo si rialzò. La colpii ancora, sulla faccia, sulle braccia, sul collo. L'ultima cosa che vidi furono i suoi occhi azzurri che si stavano per spegnere, forse per l'ultima volta. Sussurrò una frase, prima che le sue candide gote diventassero bianche, una frase che forse mi porterò dietro per tutta la vita. Disse, con un sussurro quasi impercettibile "Avevi detto di amarmi". Poi, quelle poche forze che aveva in corpo la abbandonarono e lei si accasciò a terra. Per colpa mia.

Era notte fonda quando Beck si svegliò per andare a prendere una bottiglietta d'acqua. Si alzò in silenzio, facendo attenzione che Jade non si svegliasse. Stranamente, quella notte era particolarmente tranquilla, e non si agitava nel letto come le altre volte. Aprì il frigo e lo ispezionò accuratamente: non c'era proprio niente, trovò appunto solo una bottiglietta d'acqua. Così svitò il tappo della bottiglietta e ne bevve un sorso. Sentì il liquido ghiacciato che gli scendeva in gola, fino ad arrivare nello stomaco. Ripensò al sogno che aveva fatto poco prima. Non poteva credere a quello che aveva sognato. Lui non avrebbe mai potuto picchiare Jade, la sua Jade. Solo il pensiero di aver sognato una cosa così lo fece sentire in colpa. Voleva in qualche modo scusarsi, così si avvicinò al letto. Le prese la testa tra le mani, ma subito notò che c'era qualcosa di strano. Il viso era più pallido del solido, ed era fredda come il marmo.

"J-Jade.. ehi Jade non farmi preoccupare.. svegliati dai.."

A niente serviva scuoterla, a niente serviva chiamarla. Il corpo inerte della sua ragazza giaceva sul suo letto inerme, senza che lui potesse fare nulla.









Se prima mi volevate morta perché non aggiornavo, ora mi volete morta perché ho scritto queste cose, vero?😂

Scherzi a parte, questo capitolo mi sembra piuttosto pesante..
Come si può avere il coraggio du picchiare la donna che si ama? Io davvero non ho parole..

Citando una canzone..IO DI TE NON HO PAURA, E TU DI NOI CHE COSA VUOI SAPERE ANCORA...di Emma

Comunque Beck l'ho sempre preferito dolce e premuroso.. Voi?

Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate!!

I Promised~BadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora