6-I veri amici

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Andrè aveva chiamato Tori subito dopo la chiamata del migliore amico. Ormai la ragazza aveva smesso di farsi domande sul perché gli amici la chiamassero nel cuore della notte. Così si era preparata e aveva lasciato casa alle 3,35 del mattino. Appena aveva aperto la porta della macchina di Andrè, quest'ultimo le aveva spiegato la situazione.

"Come Jade è in ospedale, cosa le è successo?"

"Beck non lo sa ancora, mi ha appena chiamato"

"Dobbiamo passare a prendere anche Cat e Robbie?"

"No, si faranno accompagnare dal fratello di Cat"

Dopo quest'ultima frase, nell'abitacolo calò il silenzio. Andrè era concentrato sulla strada, mentre Tori pensava all'accaduto. Le dispiaceva molto per quello che era successo a Jade. Sapeva che lei era molto gelosa di Beck, e si sentiva ancora in colpa per la piccola cotta che si era presa per il ragazzo qualche anno prima, quando era entrata alla Hollywood Arts. Voleva parlarle quando si sarebbe svegliata. Voleva chiarire con lei una volta per tutte.

La macchina arrivò nel parcheggio dell'ospedale alle 3,48- I ragazzi scesero, e davanti alla porta videro due ragazzi che li aspettavano: Cat aveva gli occhi gonfi dal pianto, e Robbie cercava di consolarla in qualche modo, ma senza successo.

"Oh Cat, vedrai che si sistemerà tutto. Jade è una ragazza forte ce la farà anche sta volta."

Tori guardava la rossa con occhi quasi materni. Sapeva cosa voleva dire essere in pensiero per qualcuno a cui tieni molto. L'anno precedente il padre di Tori era morto a causa di una sparatoria poco distante dalla scuola. A nulla era servita l'infinita notte di pianto e di preghiera, alle prime luci dell'alba il padre le aveva lasciate. La cosa che l'aveva colpita di più in quella notte fu l'infinita umanità di Jade, di cui prima non si era mai accorta. L'aveva presa in disparte, e le aveva raccontato la sua storia. Di sua madre che era morta e di suo padre che la picchiava, e come ultima cosa, prima di lasciarla sola le disse: "Sappi che lui ci sarà sempre, anche se non potrai vederlo più. Le persone che ci amano non ci lasciano mai veramente. E quando sarà morto, non piangere per la sua morte: sii felice, perché lui ora sta bene, e non ti vuole vedere triste. Sii felice perché un giorno lo rivedrai, e potrai abbracciarlo come hai sempre fatto. E scoprirai che sarà come se non fosse passato neanche un secondo dalla vostra separazione"

Aveva riflettuto molto su quelle parole, e dopo quella notte non versò neanche una lacrima. Sorrideva ai ricordi di quando erano insieme, ma niente di più.

Era arrivato il momento di ricambiarle il favore.

Prese coraggio e disse: "So che è una situazione difficile per tutti, ma pensate a come sta Beck! E a come sta Jade! Dobbiamo andare da lui per fargli compagnia, quindi coraggio, e vedrete che tutto si sistemerà"

Entrarono nell'ospedale e andarono alla reception. Un ragazza dal volto gentile e i capelli raccolti indicò loro dove si trovava la paziente. Salirono le scale, come aveva indicato loro l'infermiera e videro la stanza. Videro anche un ragazzo seduto su una sedia poco distante, che teneva la testa fra le mani. Lo riconobbero subito. Si avvicinarono, e solo dopo il ragazzo notò la loro presenza. Notarono che aveva un'aria distrutta: profonde occhiaie gli solcavano il volto e i capelli erano tutti arruffati. Aveva gli occhi spenti, avevano perso la luce. La luce che solo Jade sapeva donare a quegl'occhi.

Andrè si avvicinò all'amico, e gli posò la mano sulla spalla, e Beck lo guardò con gratitudine. Dopo si accorse anche degli altri. Andò ad abbracciare Cat, che non aveva mai smesso di piangere, abbracciò Robbie e Tori. Prima di staccarsi dall'abbraccio, Tori sussurrò nell'orecchiò di Beck "Ci sono passata anche io, so quanto è doloroso. La tua Jade ce la farà, ne sono certa"

Con quelle parole Beck si risvegliò come da un sonno profondo. La SUA Jade era dentro a quella stanza, e tutto quello che aveva fatto fino a quel momento era stato piangere e commiserarsi. Doveva fare qualcosa di concreto al più presto.

Sussurrò un grazie a Tori e andò a cercare un'infermiera. Ne vide una a pochi passi da lui e per farsi notare le toccò la spalla. Girandosi, l'espressione dell'infermiera mutò: da passiva che era, diventò interessata.

"Dimmi" disse guardando la faccia di Beck, e andando subito dopo a fissare le braccia muscolose scoperte

"Volevo chiederle se.." iniziò il ragazzo, ma venne subito interrotto dall'infermiera, che esordi con "Sei fidanzato?"

Il canadese parve parecchio scocciato.

"Sì. Stavo per chiederle appunto se potevo entrare nella stanza della mia ragazza, la B45. L'hanno portata qui circa un'ora fa, era a casa mia e stava dormendo, e si è sentita male. Posso entrare?"

L'infermiera assunse un'espressione a metà tra il dispiaciuto e l'imbarazzato, e poi fece segno di sì con la testa.

Arrivò davanti alla stanza e fece una lieve pressione sulla maniglia.

La stanza aveva le pareti colorate di bianco, e il letto era posizionato in centro. Jade era coricata con gli occhi chiusi e una flebo era infilata nel duo braccio destro. Aveva un'espressione beata sul volto. Chissà a cosa starai pensando adesso, amore mio.



Messaggio per voi:
Buongiorno a tutti!

Scusate se non ho più aggiornato, ma ora spero lo farò più sovente.

Commentate per farmi sapere cosa ne pensate

Alla prossima😘

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