Capitolo IV

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Era un paesaggio inaudito, incredibilmente indescrivibile, autori e cantori avrebbero potuto idearne un disegno armonico se solo fossero giunti sin lì, se solo non si fosse schiavi di quell'aritmia che in fondo sembra normalità..
ma in fondo cos'è la normalità? Cos'è la verità?
In mezzo a quella soave quiete mattutina
dentro l'animo di Prig si combatteva una guerra senza fine tra inconscio e razionalità.
Erano circa le sei e mezzo del mattino quando Prig si sveglió.
Incominció  a pensare a cosa sarebbe potuta andare incontro da quel momento in poi,
cosa avrebbe potuto incontrare.
Inizió così a ideare nella sua mente una successione di eventi che più che prospettive sembravano illusioni.
Ad un tratto si fermò, qualcosa la punse, il suo braccio stava sanguinando.
Un dolore straziante aveva pervaso il suo corpo, un flusso inarrestabile di sangue zampillava dal suo arto, tale da causare lo svenimento della fanciulla.
Cadde lentamente, quasi a rallentatore, emettendo un lievissimo tonfo , come se qualcuno l'avesse tenuta sospesa di proposito, come se fosse stata una marionetta da sempre in possesso.
In possesso di una "persona" che in fondo era lei stessa.
Si risvegliò poche ore dopo, la ferita era sempre lì, impressa sul braccio, come un tatuaggio sbagliato, come una parola detta al caso. Nonostante tutto, quella fatale emorragia era stata fermata, come se qualcuno l'avesse medicata, come se qualcuno durante quel viaggio intrapreso ignaro da tutti la stesse proteggendo a sua insaputa.
Tutto attorno era deserto, l'orizzonte era limpido e si poteva ben scorgere, una calura atroce infestava quel luogo ora arido e silenzioso ora gelido e tempestoso nei bisbigli della notte.
Prig continuó il suo cammino, era fiera di sè, soddisfatta del traguardo raggiunto, era stanca ma felice, per la prima volta aveva assaporato quell'emozione e sensazione forse chiamata felicità o serenità.
Ma cos'è la felicità?
È forse un piccolo frammento di secondo
che ci allieta ma anche con una lieve ferita svanisce?
È forse quell'attimo fuggente di cui percepiamo sempre una certa amnesia?
Forse è solo quella motivazione che ci spinge ad andare avanti nella vita, in simbiosi con la speranza, quel fiore invisibile in mezzo al deserto che nonostante tutto c'è, che nonostante tutto 'commuove' ancora.

Tra inconscio e razionalitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora