Reminiscenza

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Si risvegliò poco dopo, era ancora malconcia e barcollante, ma nonostante tutto si fece forza per cercare di arrivare in tempo nel suo piccolo villaggio.
Si vociferava che era meglio non addentrarsi di tardo pomeriggio e al primo calar della sera nei boschi che conducevano alla brughiera fitta e oscura, il motivo non era ben noto ma nessuno volle mai cercare di scoprire il perché..
Arrivata al villaggio, senza alcun danno nè inconvenienti, rientrò in casa per curarsi.
Tra un movimento e un altro per trovare il giusto medicinale, le cadde un piccolo pezzo di carta sul pavimento.
Si chinò per raccoglierlo, curiosa di leggerlo, per sapere cosa ci fosse scritto, ma si rese conto che ogni qual volta che tentava d'aprirlo, la carta s'accartocciava e si impregnava di un colorito rosso sangue, ora un pó più acceso, ora un pó più opaco, sino a sfumare a un nero grigiastro.
Era come se quel pezzo di carta avesse un animo, percepisse cosa potesse essere accaduto, captava quel misterioso che si cela sotto quell'inquieta apparenza che regola le leggi cosmiche, sporcando di nero anche la minima speranza ed essenza rimasta.
Accartocciandosi dava l'impressione di volersi proteggere, di volersi mimetizzare dall'ambiente in cui si trovava e da chiunque si avvicinasse a lei e sembrava che producesse  un suono stridulo pari a delle grida, che ora più acute ora più gravi echeggiavano strazianti come in cerca di una risposta o di un aiuto.
Erano le ventitrè circa, si era fatto tardi.
Una foschia fitta e tetra aveva inasprito l'atmosfera, l'ululato del vento sembrava dar voce all'animo della brughiera, che ora silente ora frastornante, richieggiava parole spezzate, come pezzi di puzzle che aspettavano solo di essere rimessi al proprio posto.

Tra inconscio e razionalitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora