S(legami)

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Era una domenica tremendamente afosa quando mi svegliai in un lago di sudore sopra le lenzuola. Metà Settembre era già passato, il sole picchiettava sulla pelle e l'aria era appiccicosa. Era una di quelle domeniche da trascorrere stando seduta sul divano a mangiare biscotti e leggere un romanzo rosa.

Ma non sempre le cose accadono come avevi programmato. Il telefono squilló ed io mi precipitai a rispondere. Era Dean. Presi un profondo e lungo respiro e risposi:<<Pronto?>>
<<Hey, Alba! Ascolta bene: io, Kevin e Monique abbiamo organizzato una gita al fiume questo pomeriggio, ti va di raggiungerci verso le undici?>>
<<Certamente!>>, balbettai, <<Ci vediamo alle undici da me.>>

Riagganciai e feci un salto di gioia, salii su per le scale e tirai fuori dall'armadio un grazioso vestito di lino, abbinate ad un paio di ballerine verdognole.
Come programmato, si presentarono sotto casa alle undici in punto, me ne accorsi perché sapevo distinguere il suono del clacson dell'auto di Monique. Io mi stavo stirando i capelli quando mia madre andò a rispondere al citofono ed aprire la porta. Era Dean, da solo, probabilmente Monique e Kevin erano rimasti in macchina a fare i piccioncini; così scesi le scale e lo osservai guardarmi quasi sbigottito, non so se fosse un'espressione di approvazione o meno, fatto sta che quando fui distante da lui poche spanne, mi cinse con un braccio e mi aiutò a girare su me stessa per poi concludere con un fischio di approvazione. Si, a quanto pare avevo fatto centro e ne ero pienamente soddisfatta. Ci dirigemmo a braccetto verso l'abitacolo e lui si offrì di aprire lo sportello per permettermi di entrare. Monique mise in moto e ci avviamo verso la sua casa al fiume, accompagnati dalle hit del momento trasmesse alla radio. Stavamo cantando a squarciagola Despacito, quando arrivammo a destinazione. Si trattava di una villetta immersa nel verde con vista fiume che regalava una sensazione di libertà indescrivibile. Inoltre, la temperatura era l'ideale per un bagno nell'acqua cristallina e limpida. Monique ci invitó ad entrare dentro l'alloggio per posare i bagagli, fece l'itinerario della casa e indicó le nostre stanze. La mia camera volgeva verso le colline illuminate dai raggi solari, in alto il cielo era blu e vi erano stormi di uccelli neri che interrompevano la sua uniformità. Chiusi a chiave, mi tolsi il vestitino di lino e mi misi il bikini: un semplicissimo due pezzi con reggiseno a balconcino ed una culotte a vita bassa. Mi coprii con un pareo con temi floreali e uscii dalla stanza. Gli altri erano già all'esterno distesi sulle sdraio a bere un pò di aranciata ed ingurgitare tortillas. Non appena chiusi la porta d'ingresso, Monique corse verso di me e mi prese le mani:<<Il rosa ti dona tantissimo, tesoro!>>, feci un sorriso di gratitudine e mi accompagnò verso i ragazzi. Dean stava ascoltando musica sotto il parasole con un bermuda color militare e il torso nudo con i muscoli addominali perfettamente visibili. Kevin fece il gesto di abbassarsi gli occhiali da sole per scrutarmi meglio, i suoi occhi percorsero tutto il mio corpo dal basso verso l'alto, poi venne bloccato dallo sguardo fulminante di Monique. <<Che ne dite di un bel bagno caldo?>> esortó lei, prendendo la mano di Kevin e dirigendosi verso il lago. Dean ed io li seguimmo a ruota, lui non fece nessun commento sul mio costume, il che mi lasciò un pò delusa, ma non lo feci notare. Improvvisamente, si fermó, mi guardó, si avvicinó, fece il suo solito sorrisetto, si piegó e mi sollevó da terra, posandomi sulle sue spalle. Io cominciai ad urlare, a tirare pugni sulla sua schiena ordinandogli di mettermi giù, ma un attimo dopo mi ritrovai dentro il fiume ancora con addosso il pareo, ora fradicio.

<<Ti ho messa giù.>> disse scherzando, ed io risi, una di quelle risate grossolane, di cui dimenticai perfino la sensazione dolorante, ma piacevole negli addominali che si contraggono. Lui si tuffò, mi passò tra le gambe e mi mise nuovamente sopra le sue spalle, notai solo in quel momento che aveva un tatuaggio sulla parte alta della schiena; si trattava di una lettera giapponese, due linee che si congiungevano formando una "V" rovesciata.

Ombre d'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora