Ricomponiamoci

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Mancavano poche ore allo scoccare della mezzanotte, Dean mi aveva portato ad un ristorante italiano molto romantico ed il cibo era altrettanto gustoso ma non tanto quanto quello che cucinava mia madre. Le pennette alla carbonara erano una delle sue specialità.

Trascorremmo la serata parlando del più e del meno, di cosa aveva fatto a Edinburgh e cosa ho fatto invece io, ci scambiammo alcune effusioni amorose, ma mi accorsi di avvertire diverse vibrazioni dal mio corpo a contatto con il suo. Mi sentii incompleta, come se una parte di me pretendesse di più ed ero incapace di trarla da lui.

Quando fu mezzanotte ci affacciammo nel balcone del ristorante insieme ad altre coppie, lui mi cinse la vita e appoggiò il mento sulla mia testa. Insieme guardammo meravigliati i fuochi d'articio che illuminavano il cielo di mille colori.

<<Ti amo.>>, mi sussurrò nell'orecchio sinistro mordendomi il lobo. Gemetti a quel tocco e la mia testa elaborò quelle due parole: l'informazione passò attraverso i miei neuroni, ma si bloccò nelle corde vocali. Aprii la bocca ma non ne uscì nessun suono.

Ma cosa mi stava succedendo? Non ero in grado neppure di dire "ti amo" al mio ragazzo nè di provare nessuna sensazione particolare quando mi era vicino, cosa più che strana poiché la sua sola presenza era in grado di scatenare in me un turbine di emozioni.

Mi voltai in sua direzione, gli sorrisi e gli dissi di dover andare in bagno, lui slacciò le sue braccia intorno alle mie, mi diede un bacio sulla guancia e mi lasciò libera di andare.

Sgattaiolai via e rapidamente entrai nella porta del bagno chiudendola a chiave e scivolai lungo il duro legno. Mi misi in posizione fetale e cominciai a singhiozzare, senza alcuna capacità di fermarmi. Non ne capivo il motivo preciso, ma quelle lacrime rigavano il mio volto sempre più copiose.

Poi il mio cellulare prese a squillare e risposi senza guardare chi fosse il mittente o lo feci, ma le lacrime mi impedirono di focalizzare le parole.
<<Chi è?>>, singhiozzai.
<<Hey, piccola. Che hai?>>
Non avrei mai immaginato che mi avrebbe richiamato nè che gli fosse venuta l'idea di farlo nel bel mezzo della notte di Capodanno.
<<Stefano... tu... perché?>>, singhiozzai ancora più rumorosamente.
<<Cazzo, Alba. Dimmi che cosa hai o giuro che prendo il primo aereo e vengo lì a prenderti.>>
Fallo.
Quello fu il primo pensiero che mi balenò in testa. Lo stavo riammettendo nella mia vita senza accorgermene.
<<Lasciami stare, non è serata.>>
<<Te lo ripeterò un'altra volta. Che cosa hai?>> scandii per bene le parole con un tono più burbero.
Niente, é che ti vorrei qui con me.
Non risposi.
<<Alba... so che tutto questo suona al quanto bizzarro, ma la verità è che mi manchi, mi manchi da morire. È crudele, vero? Ho dovuto perderti per ammettere quanto io avessi bisogno di te.>>, disse tutto d'un fiato.
<<E vorrei venire da te ed abbracciarti per tutte le volte in cui avrei voluto, ma non ho potuto perché tu non eri qui.>>
Non riuscii a reggere quest'ultima frase, affondai il viso tra le ginocchia e iniziai a piangere a dirotto.
<<Tutto questo è sbagliato, Stefano. Tu... solo.. non chiamarmi più.>>, conclusi scaraventando il cellulare contro il muro e rimasi sorpresa quando vidi che non si ruppe.

<<Alba, tutto apposto?>>, chiese Dean picchiando le nocche sulla porta.
Mi asciugai il viso sistemandomi il trucco, ripresi il cellulare da terra, tirai lo scarico e aprii la porta.
<<Hey tesoro!>>, mi prese il viso tra le mani e avvicinò la sua fronte alla mia, <<Mi stavo preoccupando un casino, che fine avevi fatto?>>
<<Mi sa che il mio stomaco non tollera la pasta alla carbonara.>>, mentii facendogli la linguaccia, poi allacciai le mie mani alle sue e ci dirigemmo verso l'uscita del locale per andare alla festa di August.

Durante il party, Dean si accertò di restare sempre al mio fianco e non lasciarmi sola, ma quello che per lui era un gesto di gentilezza, di amore e di protezione, per me era solo una violazione della mia privacy. Non so cosa diamine mi stava succedendo, ma tutto ciò che provavo per lui era come se fosse svanito, tutti i miei sentimenti fossero andati a puttane.

Oppure erano solo una copertura, per ammortizzare la mancanza di Stefano nella mia vita.
Oppure sono solo confusa, e tutto questo attaccamento da parte di Dean non mi sta aiutando per niente.

<<Dean, scusami, vado a prendere un bicchiere d'acqua, vuoi che ti prendo qualcosa?>>, gli chiedo scrollandomi dal suo braccio.
<<Sono apposto così, stai attenta però!>>, mi avverte prima di lasciarmi andare.
Mentre mi allontano, il cellulare comincia a vibrare dalla tasca del mio pantalone, non faccio in tempo a rispondere che smette subito di suonare. Vado nel registro delle chiamate perse, e di nuovo compare il suo numero: "Stefano" ha chiamato alle 1:42 AM.

Dopo qualche secondo arriva un suo messaggio, clicco sulla posta e leggo: "Potremo allontanarci, non sentirci... ma entrambi sappiamo che ci sarà sempre qualcosa che ci lega."

Mi siedo sullo sgabello del bar e cambio idea. <<Mi dia qualcosa di forte... anzi, fortissimo.>>
<<Non sembra che lei abbia la faccia di una che beve.>>
<<Su, su amico. Dia da bere alla mia ragazza!>>, August viene in mio aiuto, dandomi una leggera gomitata e sporgendo il suo bicchiere vuoto verso il barman.
Gli sussurro un grazie e il signore versa un pò di jack daniel ad August e a me prepara un cocktail di vodka, lemon soda e sciroppo alla fragola: la cosa liquida più buona che abbia mai assaggiato.

Via col primo bicchiere.
Il secondo.
Il terzo.
Scivola giù che è una bellezza.
Il quarto.
Ho perso il conto.
August mi chiede di ballare.
E io non so se gli ho risposto, fatto sta che ci troviamo entrambi al centro della pista da ballo in mezzo ad altre dozzine di persone.
Mentre balliamo e ridiamo, lui mi allontana con una spinta, mi fa fare una piccola ridicola giravolta e mi attira di nuovo a sè.

Ad un tratto cambia l'atmosfera nella sala. Dal piccolo palco posizionato in angolo della pista da ballo, un uomo minuto sulla cinquantina comincia a suonare uno strumento molto simile al violino, la cui la melodia è estremamente travolgente, mistica, eterna.
Mi accuccio vicino a lui, metto le braccia intorno alla sua nuca e affondo le mani nei suoi riccioli bagnati, mentre August mi accoglie cingendomi la vita.
Dovrei essere molto preoccupata della reazione di Dean se mi vedesse insieme al suo temibile nemico, ma non m'importa. Non sento nulla di tutto questo. Sono solo serena, tranquilla, rilassata.

Appoggio la testa sulla sua spalla e cominciamo a dondolare a destra e sinistra.
<<Sai, ho chiamato il mio ex.>>
Pausa.
Il suo sguardo assume un'espressione stupita.
<<E credo di non aver mai smesso di amarlo. Neanche un minuto. Neanche un secondo.>>, ammetto alla fine.

Un po' a causa dell'alcol, un po' perche August era un mio grande amico, cominciai a parlare di quello che mi assillava da qualche giorno a questa parte, dei miei dubbi e dei miei problemi in generale. August era una specie di psicologo per me, riusciva a capirmi, a consigliarmi, ma anche solo ad ascoltarmi per interminabili minuti. Questo, a mio parere, è un grande dono, una grande qualità.

<<Io credo, che tu debba andare da lui. Adesso, prima che inizi il secondo trimestre. Devi schiarirti le idee, mia dolce Alba.>>, conclude lui prendendomi il viso con le sue grandi mani e poggiando le labbra sulla mia fronte. Poi si allontana baciandomi il palmo della mano:<<Madame.>>

Le coppie s'incamminano verso il bar e io rimango sola al centro della pista da ballo a rimuginare, a pensare, a trarre qualcosa di positivo, che in realtà non c'è.

Per tutti questi mesi, mi sono convinta che lo avessi dimenticato e fossi andata avanti. Ma la verità è che non ho mosso un passo. Ho conosciuto nuove persone, fatto nuove esperienze e trovato un nuovo amore. Ma lui rimaneva sempre. Stefano rimane sempre.

Nonostante tutto il dolore che mi ha dato.
Nonostante il cuore che mi ha spezzato.
Nonostante i tagli che mi ha causato.
Io continuavo ad amarlo.
Da lontano.

Sfilo il cellulare dalla tasca dei jeans, apro la cartella dei messaggi, clicco sul suo nome e digito:"C'è un problema."

Ombre d'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora