SKYLYNN

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"Stasera Aaron ha invitato tutti a casa sua" dissi
"Si ci verrò "
"Wow" dissi con voce falsamente scioccata.
"Cosa?"
"Forse è la prima volta che non ti fai una di sera"
Lui mi guardò sorpreso.
"Probabilmente mordo bene" disse con noncuranza.
"Tu cosa fai?"
"Mordo,nel senso che faccio bene il mio lavoro"
Lo guardai schifata.

"Vai tu a vedere Aaron io me ne vado" disse lui scocciato.
"Stronzo " dissi tra me e me.
"Forse lo sarai tu" disse con un sogghigno.
"Probabile" aggiunsi.

Camminando per i corridoi vidi Aaron in piedi,guardava la porta con malinconia,mi guardò.

In un attimo i suoi occhi arrossati si incastrarono nei miei con tanto dolore che provai una fitta al petto.

Corsi da lui.
"N-nina mi h-ha rif-iutato"
Non potevo crederci,rimasi scioccata,lo abbracciai e non dissi altro,rimanemmo così per qualche minuto e in quel lasso di tempo sentivo una strana sensazione,mi sentivo osservata.

Ero tornata a casa e decisi di iniziare a prepararmi visto che mancava un oretta alla festa.
Andai in bagno è feci una doccia veloce,mi piastrai i capelli,andai in camera e ci misi molto tempo per scegliere cosa mettere,alla fine optai per un vestito nero con la gonna a ruota e un paio di tacchi neri.
Andai in bagno e mi truccai leggermente,correttore,eyeliner,mascara e rossetto rosato.

"Driiin" il campanello suonò e mi straní visto che non aspettavo nessuno.
Andai in salone e aprì la porta,ero sbalordita,davanti a me c'era Dylan,con una maglietta bianca e i pantaloni neri che risaltavano i suoi occhi blu.
Lui mi guardò anzi mi squadró dalla testa ai piedi.

"Sono passato a prenderti,sapevo che non avessi un passaggio"
"Oh beh grazie"
"Di niente"
"Vuoi entrare?"
"Ok"

In quel momento uscì dalla stanza Silvia,la mia conquillina,in pantaloncini inguinali e top crop raso seno(che non ha).
Guardò Dylan come un leone guarda la sua preda.
Dylan non se ne accorse essendo di spalle.
Si girò.
"Silvia" disse come saluto.
"Dylan" squittí lei.

Non potevo crederci,sono andati a letto insieme.

Me na andai nell'altra stanza per prendere le mie cose.
Presi una tracolla piccolina e ci misi frettolosamente il telefono,delle aspirine e dei fazzoletti.

Ero sulla porta,vidi l'ora, mancavano 5 minuti e me ne andai a piedi sbattendo la porta.

Ero diretta alla fermata dell'autobus fino a quando delle possenti braccia non mi bloccarono.

"Perché te ne sei andata?" chiese con voce roca.
"Non ero disposta ad aspettare tu che te la spassi"
"Peccato che non ho toccato Silvia,mai."
"C-cosa?"
"Ero la sua cotta o alle elementari o alle medie"
"Ah"
Sorrise.
"Stavamo parlando del liceo"
Non sapevo cosa dire.
"Dai andiamo" disse stringendomi ancora di più.
"Ok ".

Hanno ucciso la mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora