Capitolo 12

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La sveglia suonò alle sette in punto.

Mi alzai, mi feci una doccia velocissima e mi vestii con dei pantaloncini e una maglietta grigia dell'Hollister.

Mi misi le Vans grigie e raccolsi i capelli in uno chignon disordinato.

Mi truccai con un po' di fondotinta e del mascara.

Feci colazione velocemente e, dato che mancavano ancora 15 minuti, mi buttai sul divano a guardare un po' di tv.

Chiaramente alle otto meno un quarto di mattina di un sabato, non c'era niente.

Per fortuna il campanello suonò rivelandomi Hayes, un bellissimo Hayes con dei bermuda neri, una maglietta bianca, dei calzini della Nike bianchi e delle Vans nere.
Aveva anche un cappellino nero messo all'incontrario.

Era perfetto.

-Buongiorno bellissima-
-Buongiorno!-
-Pronta per partire alla scoperta della meravigliosa Mooresville?-
-Prontissima.-
-Perfetto, allora andiamo.-

Si caricò il mio borsone con tutte le mie cose e salimmo in macchina, dove c'era un Nash depresso al volante.
-Ehi, Nash!- lo salutai.

Come risposta ottenni solo una mano alzata, ma nessun sorriso da panda, niente.

Cavolo, era davvero depresso.

-Lascialo stare. È depresso.- grazie, Hayes.
-Giá...l'ho tipo...notato. Giulia...si è fatta sentire?- stavolta rispose.
-Mi ha chiamato trenta volte ieri sera, mi ha lasciato messaggi in segreteria e messaggi normali, io non le ho risposto. Poteva pensarci prima di baciare Jack.-
-Baciare?! Non l'ha baciato Nash! Lei non ti farebbe mai una cosa del genere!- dissi, doveva conoscere Giulia!
-Ah si?! E allora spiegami, come mai ho visto Jack attaccato a lei che la guardava negli occhi e cercava di baciarla?-
-Nash, ti sei risposto da solo, era Jack a starle attaccato e a cercare di baciarla. Tu te ne sei andato prima che lei lo respingesse.-
-Strano, sembrava proprio che si stessero baciando.-
-Okay, okay, mi dispiace interrompervi, ma potremmo andare all'aereoporto?- disse Hayes.

Lasciammo in sospeso quella conversazione, e preferii non dire niente a Nash riguardo al fatto che Giulia e Arianna stavano a Santa Monica con Gilinsky, Johnson e Sammy.

Partimmo e arrivammo all'aereoporto in silenzio, ogni tanto beccavo Hayes a fissarmi dal sedile accanto a me e gli rivolgevo un sorriso dolce, lui ricambiava allo stesso modo.

Dopo aver fatto il check-in e le altre procedure salimmo sull'aereo, io ero seduta vicino al finestrino, al mio fianco avevo Hayes che a sua volta aveva Nash vicino.

Decollammo, piano piano la grande Los Angeles diventava sempre più piccola.

La mano di Hayes era intrecciata nella mia, e i suoi occhi rendevano quello spettacolo bellissimo... perfetto.

Il viaggiò passò abbastanza velocemente, dopo alcune ore arrivammo a Mooresville.

Quando uscimmo dall'aereoporto, una bellissima donna mora ci venne incontro.
-Oh ragazzi! Che bello rivedervi! Mi siete mancati tantissimo!- disse abbracciando Hayes e Nash, che le rivolse un sorriso caldo, non sembrava più triste.
-Tu devi essere Jazmin! Hayes mi ha detto cose meravigliose su di te!- disse entusiasta.

Le rivolsi un sorriso imbarazzato e guardai Hayes, che era rosso come un pomodoro.

-Piacere, Elizabeth- non sapevo come reagire.
-Piacere mio- le dissi, perfortuna non sembrava notare il mio disagio.

-Venite, andiamo in macchina, Skylynn è a casa e non vede l'ora di conoscerti, Jaz-

Oh, che dolce.

The American Boy - Hayes GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora