Parte 5

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Non ce la posso fare... Pensò Alec mentre guidava verso quella che, una volta, era casa sua.
Il cielo si tingeva di rosso mentre il sole scendeva dietro la montagna lasciando il posto alla luna e alle stelle.
Maledizione Izzy...
La sorella era riuscita a convincerlo a partecipare alla cena familiare solamente citandogli la madre, lui voleva bene a Maryse e non avrebbe fatto niente per ferirla, ma aveva paura.
Aveva paura di quello che gli avrebbe detto il padre.
Di quello che avrebbe pensato.

Parcheggiò la macchina e si fermò a fissare la casa dall'altra parte della strada.
Era esattamente come se la ricordava: a due piani, bianca con il tetto quasi piatto.
Saliva spesso su quel tetto quando era piccolo, spesso gli andava di stare solo e quello era il posto migliore, perché nessuno aveva mai intenzione di salire lì sopra.
Fece un respiro profondo e scese dall'auto.
Ogni passo verso l'edificio gli metteva sempre più ansia.
Moriva dalla voglia di rivedere la madre, ma, allo stesso tempo, avrebbe voluto scappare in un posto lontano.
Un posto come la luna. Pensò Alec.
Aveva sempre amato la luna, pensava che lo rispecchiasse in un certo senso.

-hai mai guardato bene la luna?- chiedeva sempre a sua mamma quando era piccolo.
-si... Ho sempre amato la luna- rispondeva spesso la madre.
-bisogna capirla per amarla. Tu la capisci?-
-e tu?-
-si. La luna brilla di una luce argentea bellissima, ma, nonostante questo, è sempre isolata. La sua luce è troppo forte per permetterle di stare vicino alle stelle, ma non abbastanza per poter competere con il sole. Tutti guardano sempre le stelle e incolpano sempre la luna quando non ci sono. Io sono la luna mamma.-
-e le stelle e il sole chi sono?-
-Jace e Izzy.- le aveva risposto.
Quando aveva 10 anni i suoi genitori adottarono Jace.
Alec aveva sempre l'impressione che tutti lo preferissero a lui, con il passare del tempo si era abituato, Jace era il sole e Izzy le stelle.
Lei era bellissima e Jace emanava un bagliore dorato.
Si era abituato a vivere nell'ombra dei suoi fratelli, ma, a 18 anni, decise di impegnarsi per mettere in mostra quella che lo aveva accompagnato quasi tutte le sere: la luna.
Infatti il primo film con cui iniziò la sua carriera fu: Moonacre i segreti dell'ultima luna.

Alzò gli occhi verso il sole, che stava oramai scomparendo, e pensò a Jace sperando che fosse già li, pronto a sostenerlo in caso di bisogno.
Bussò alla porta e, pochi istanti dopo, una donna aprì.
Sua madre.
Era cambiata.
Era cambiata molto.
I capelli, generalmente neri come la notte, avevano striature grigie.
Portava un vestito aderente bianco-argenteo e al collo aveva una collana che Alec riconobbe subito.
Gliel'aveva regalata lui all'età di 9 anni, era un piccolo pendente a forma di luna che Alec le aveva dato per ricordarle che sarebbe sempre stato con lei.
La donna gli saltò addosso stringendolo forte tra le braccia e Alec poteva sentire le ossa sporgenti di sua madre.

-ciao mamma.- disse allontanandosi di qualche centimetro.
-Alec.. Mi sei mancato tanto tesoro!-
-che bel vestito.- disse notando, anche, quanto la madre fosse dimagrita.
-l'ho messo per te.- disse la donna.
-cioè?-
-è del colore della luna- Alec le fece un sorriso dolce prima di stringerla nuovamente tra le braccia.



-allora... Come va il lavoro?- chiese Alec a Robert.
Non rispose.

Quando il padre lo aveva visto si era limitato a girare sui tacchi e a chiudersi nel suo ufficio fino all'ora della cena.
Non un abbraccio e nemmeno un saluto.
Successivamente erano arrivati Jace e Izzy e, subito, avevano cercato di alleggerire la situazione con qualche battuta.

-scusate..- disse Alec alzandosi dalla sua sedia.
Era stato ignorato dal padre tutta la sera e proprio non ce la faceva più.
Voleva piangere.
Voleva urlare.
Ma non poteva.
Non poteva perché doveva mostrarsi forte davanti alle provocazioni dell'altro.
Entrò in salotto e subito venne assalito dalla tristezza.
Una foto di Max, suo fratello minore, troneggiava sul camino.
Max era morto 5 anni prima a soli 9 anni.
Non se lo meritava.
Era un bambino buono, troppo buono, per fare una fine del genere.

-io non voglio andare su con gli angioletti- gli aveva sussurrato, con voce strozzata, il bambino mentre attraversavano le strade di Brooklyn in ambulanza.
In quel momento sua madre non si reggeva in piedi e Izzy era troppo piccola per accompagnarlo, così Alec, senza pensarci, si era fiondato dietro al fratello e lo aveva stretto tra le braccia.

Alec prese la foto incapace di piangere.

-è una bella foto vero?- disse Izzy arrivando dalla sala da pranzo.
-già..-
-torni di la?-
-no-
-Alec.. Mi dispiace, per tutto. Ma...-
-okay Izzy, risparmiati tutto il discorso. Torno di la, ma lo faccio per la mamma.-

-papà potresti mettere giù il giornale?- disse Izzy al padre.
-mmm~mmm- farfugliò l'uomo. -ho trovato un articolo che potrebbe interessare ad Alec...-
-assi? E quale?- chiese il moro illuminandosi.
-anche in Italia hanno accettato i matrimoni tra gay! La tua comunità si sta espandendo! Sarai felice!- disse Robert con amarezza facendo scomparire tutta la luce che era comparsa sul viso del ragazzo.
-dovreste assaggiare il mango, è uno dei frutti più buoni del mondo.- disse Jace cercando di alleggerire la situazione.
-perché fai così?- chiese Maryse
-così come?- chiese con finta perplessità il marito. - ho solo avvertito il ragazzo di qualcosa che potrebbe interessargli-
-ah... Adesso sono 'il ragazzo', non sono più tuo figlio?-
-hai smesso di esserlo tre settimane fa.-

Alec sentì qualcosa spezzarsi.
Non ebbe neanche la forza di controbattere.
Si alzò e uscì di casa correndo.
Non prese neanche la macchina.
Corse.
Corse nel buio.
Corse nel freddo.
L'importante era correre, anche se non sapeva dove.
Arrivò fino a un enorme cancello di metallo e allora capì dov'era.
Era da Max.
Alec raggiunse la tomba del fratellino e si sedette lì davanti tra l'erba alta e i fiori che il giardiniere posizionava sempre lì vicino.
Prese la candela e l'accendino che aveva messo lì al suo funerale, quelli che usava per illuminare la stanza del piccolo Max quando la notte aveva paura, e accese la candela che illuminò il suo viso e la foto del bambino sulla tomba.

Magnus lasciò una rosa sulla tomba del padre e una su quella della madre, prima di dirigersi verso l'enorme cancello di ferro dell'uscita.
Quel cimitero gli metteva tristezza e, sopratutto, odiava andarci.
Lo faceva solo per rispetto verso i suoi genitori e, quando ci andava, lo faceva di sera tardi così che nessuno lo vedesse.
Camminava lentamente verso le luci della città quando qualcosa attirò la sua attenzione.
Una figura poco illuminata china sopra una lapide.
Si diresse verso quel l'ombra nella notte senza sapere esattamente verso chi stesse andando.
A circa 5 metri di distanza lo riconobbe.
Era Alec.
Stringeva una candela bianca tra le mani, la stingeva talmente forte che Magnus sentì dolore per le povere unghie del ragazzo conficcate nella cera.

-tutto bene fiorellino?- disse posandogli una mano sulla spalla.

Alec alzò la testa sorpreso e, solo allora, Magnus si accorse delle lacrime che gli bagnavano il viso.

-cosa ci fai qui?- disse lui asciugandosi le guance con una manica del maglione.
-e tu cosa ci fai qui?- chiese sedendosi accanto al ragazzo.
-ecco.. Ho avuto una discussione con mio padre. In realtà non so perché sono qui. Sono uscito di casa correndo e mi sono ritrovato davanti al cimitero.-
-quando ero molto piccolo mi è capitata la stessa cosa.- disse ripensando a quando era scappato dal patrigno per correre alla tomba della madre. -ti va di dirmi cosa è successo?-
Alec sospirò.
-se non vuoi non farlo, non sei obbligato.-
-no.. No voglio farlo. Diciamo che... 3 settimane fa i miei genitori hanno scoperto di Andrew e di conseguenza anche che sono gay... Mio padre non mi ha più parlato fino a questa sera.-
-immagino non ti abbia detto cose piacevoli...-
Alec scosse il capo mentre un'altra lacrima gli scendeva sul viso. -ha detto che non sono più suo figlio. Ha detto che ho smesso di esserlo quando sono diventato gay...-
-non te la prendere, ma una persona che dice una cosa del genere ha proprio una gran testa di.... Anatra.- disse Magnus passando un braccio sulle spalle di Alec e tirandoselo vicino.
Alec sorrise debolmente.
-cosa c'è?- chiese l'attore.
-le anatre.... Le anatre spaventano Jace-

Magnus sorrise e appoggiò la testa sulla spalla dell'altro.
-mi dispiace tanto Alec- sussurrò iniziando a fissare l'immagine del bambino davanti a loro.
Assomiglia molto ad Alec pensò Magnus.
In effetti era vero, avevano gli stessi capelli corvini e la stessa pelle chiara come il latte.
-grazie- borbottò Alec appoggiando la testa su quella dell'altro.

Ciaoooooooo!
Allora, non ho molto da dirvi, solo che, nel film Moonacre e i segreti dell'ultima luna, non so chi abbia fatto da regista, ma mi piaceva la storia della luna e poi avevo voglia di metterlo...
È uno dei miei film preferiti e ve lo consiglio perché è davvero carino!
Beh, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
❤️

Malec || You are mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora